Monthly Archive:: Settembre 2012
C’è gente che ha un discorso razionale, ragionevole, logico, coerente, della corrispondenza dei fatti, del buon senso, del buon gusto, del buon vivere; un discorso intersoggettivo, scientifico, tecnico, matematico, democratico, solidale, umano; e c’è gente che non ce l’ha. Questa, e non importa se ha o non ha un colore politico, un credo o quel
Se fascisti non si nasce, chi crea allora i fascisti? Bella domanda. La risposta è: li crea il sistema sociale in cui nascono e vivono. I fascisti, ovvio, non nascono fascisti. E come potrebbero, non c’è nessuna cellula fascista nel Dna. I fascisti sono un prodotto della cultura, della storia, della politica. I fascisti li
1) Una politica incapace e depravata 2) Una trash tivù 3) Tasse e nuove tasse, disoccupazione e ancora disoccupazione, spread 4) Un costante brulichio su tutto il territorio di nuove combriccole gangsteristiche pronte a scagliarsi su un popolo ormai morto di fame 5) Un’accozzaglia di rumori acustici che percorre il Paese da cima a fondo
per ignoranza per paura e per convenienza. A quale, di queste tre credenze, appartieni tu, lettore? In nessuna? Non dirmi!?
Popolo!, vuoi cambiare, una volta per tutte, vuoi cambiare una politica triste, annosa, marcia, malata, troiaia, squallida, cancerogena, che si è nutrita sempre del suo egoismo, della sua volontà di potenza, della sua voglia di creare falsi valori, falsi ideali, false ideologie, false democrazie; insomma, vuoi tu popolo cambiare una politica corrotta, mafiosa, discriminante, imperialista,
Una delle nostre tesi sull’ “arte di vivere” è che non possiamo né vivere né morire con la verità degli altri: né con quella dei filosofi, né con quella degli scienziati e tanto meno con quella dei mistici. Dobbiamo, siamo obbligati se vogliamo una vita nostra, una vita che ci appartiene, una vita che ce
“He who the most knows, the most lives – Colui che più sa, più vive” – diceva William Blake. E qui non stiamo parlando di una conoscenza da bibliotecario, ermeneutica, fine a se stessa. Stiamo parlando di una conoscenza sana, propria di persone per cui il sapere è l’alito della vita. Colui che più sa
Un capitalismo mascalzone e rapinatore Ad uno, a volte, quando non riesce a dormire, può venire la voglia di pensare, di fare una riga di conti, insomma, si chiede, come mai, dal 1899, quando è stata costruita la prima automobile Fiat, fino ad oggi, 2012, come mai i lavoratori di questa industria sono rimasti lavoratori,
Il filosofo, se è un filosofo, è suo compito dare una chiave di lettura del mondo e della vita. Non una chiave di lettura di un mondo codificato, misterioso, romanzato, esoterico, idealizzato. Questa lettura del mondo chiunque può darla, basta solo un pizzico d’immaginazione, voglia di raccontare favole, un po’ di audacia e il gioco
La vita di un operaio per l’Inail (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) vale solo 1.900 euro. “Chissà,” scrive il cronista del giornale comunista online Contropiano.org, “se mentre firmava la proposta di risarcimento gli sarà salito un moto di vergogna in faccia al funzionario che ha stabilito in 1.900 euro il “prezzo
L’uomo, da quando è diventato uomo, ha sempre dato la caccia all’immortalità. Le sue fughe dalla realtà sono infinite e continuano ad esserlo. La paura della morte lo porta ad inventarsi ogni genere di espedienti pur di alleviare il pungolo finale. Nessun’altra specie al mondo può competere con lui quando si tratta di escogitare nuove
Non necessariamente come si conquista la cima d’una montagna o la vittoria d’un giro ciclistico, ma va conquistata col sudore del cervello e non solo con quello dei muscoli. Non sto dicendo che l’alpinista e il ciclista non abbiano cervello, per nulla, ma si deduce che chi investe molto tempo per raggiungere certi scopi poi
Lo psicologo svizzero, Carl Gustav Jung, e dopo di lui tanti altri studiosi, ci parlano delle tappe della vita. Jung ne ha elencate 4, altri di più, noi ne elenchiamo 6: 1) l’infanzia, 2) la giovinezza, 3) la maturità, 4) la mezza età, 5) il crepuscolo, 6) la vecchiaia, e ci fermiamo qui. Lasciamo perdere
Stai cercando, lettore, tra la ricca scelta di corsi che offre l’Università Popolare Biellese, il tuo? Non dovrebbe essere difficile trovarlo. Comunque, se cerchi un corso di lingua, di informatica, di tecnologia, di didattica, il problema non esiste, ma se cerchi un corso, per esempio, sullo sviluppo spirituale (che in realtà non è un “corso”,
È presto detto: il problema economico italiano non è il popolo, il popolo lavoratore. Per nulla. Neppure minimamente. E come potrebbe esserlo? È lui e solo lui che lavora veramente. Senza il popolo lavoratore nulla nasce cresce o fiorisce, allora, allora, come potrebbe essere lui il problema economico in cui ci troviamo? Il problema economico
“Lasciatemi lavorare” disse il dirigente dell’azienda automobilistica Fiat ad un cronista. È nuova questa, tutta nuova. Non sapevo che se uno va a vedere una competizione sportiva di domenica pomeriggio lavorasse. E se è così, che tipo di lavoro è questo? Ma insomma, questi signori se le inventano tutte pur di giustificare il loro ozio
Uno si chiede, e giustamente, come si permette il primo ministro italiano, mister Mario Monti, di parlare di “comune destino” tra lui e il popolo, tra lui i lavoratori? E cosa c’è poi di tanto comune tra lui, un capitalista politico e l’uomo comune che fa fatica solo a restare in vita? Siamo sempre lì