Entrando in una libreria – 3 post, il primo

Il libri, come le prostitute…

Vogliamo dare ora, Rossi, poiché succede, non spesso ma succede che noi parliamo anche di libri, vogliamo entrare e dare una sbirciatina in una libreria? Può darsi che, dopo aver letto questo scritto, ti venga la voglia di entrare. Per me è sempre un piacere. Ma, ecco, bisogna fare attenzione a quello che si compra, perché entrare in una libreria, per chi non è del mestiere, è come entrare in un terreno paludoso, insidioso, pieno di sabbie mobili, di sirene ammaliatrici, di virus e di malattie mentali e contagiose. Non lo si direbbe, amico mio, ma è così. Alcuni sostengono che qualsiasi lettura è utile per avvicinare il lettore alla “buona letteratura”. Ho i miei dubbi. Conosco tanta gente che non riesce a leggere altro eccetto che libri nocivi.

Questi, i libri, come le prostitute che si mettono sulla soglia della porta per attirare i clienti, così essi vengono esposti nelle vetrine e sugli scaffali per attirare i compratori. La differenza è d’ordine fisico e mentale. La prostituta ti prende i soldi e ti calma il prurito, ma può anche rifilarti l’aids; un libro, invece, oltre a rubarti i soldi, il tempo e annoiarti a morte, può infettare anche la tua mente, quindi la tua vita. Viviamo in una società fatta di trappole e falsità, di soprusi e inganni, di crimini e falsi insegnamenti. Bisogna stare attenti, Rossi, credimi, molto attenti e pronti e tenere gli occhi sempre bene aperti. La vita potrebbe accorciarsi drammaticamente e questo può succedere anche in un luogo così chiamato di “cultura”.

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