Robin Williams
Ci sono suicidi e suicidi. Ci sono di quelli che si suicidano perché sono incappati in cattive acque, che so io: bancarotta, figli non voluti, debiti, delitti che pesano come macigni sulla coscienza, cattivi rapporti sentimentali; poi ci sono suicidi politici, etici, commessi a causa di gravi malattie, eccetera, eccetera. Però ci sono anche suicidi che vengono pesati e soppesati lungo anni di riflessione a volte e, ad un certo punto di questa penosa ginnastica mentale, la bilancia va più dalla parte della morte che della vita.
Il suicidio, of course, è un atto di volontà, un atto di volontà più forte dell’istinto di sopravvivenza. E qui non sto parlando di suicidi che vengono commessi da violenti raptus omicidi-suicidi tipo, forse, quello di Hemingway, qui sto parlando di suicidi ponderati.
Prendiamo, ad esempio, il suicidio di Cesare Pavese, quello di Primo Levi e quello, ovvio, di Robin Williams. Il primo ha avuto il tempo di meditare e rimeditare il suo suicidio, il secondo anche e così il terzo. Cesare Pavese è arrivato al suicidio grazie ad un insopportabile disagio esistenziale; Primo Levi si è suicidato grazie alla sua esperienza nei lager e Robin Williams grazie all’uso di stupefacenti e alla sua depressione. Diciamo ancora che il primo, Cesare Pavese, si è tolto la vita per non averla mai vissuta, il secondo, Primo Levi, per tanti motivi e speculazioni che ha messo tutti a tacere buttandosi nella tromba della scala, e il terzo, Robin Williams, diversamente da Cesare Pavese e da Primo Levi, per averla vissuta e stravissuta lui, la vita, e, alla fine, per essere stato nauseato dalla vita stessa a causa della sua incapacità o impotenza di rispondere a tutte le sue richieste.
Ecco, dunque, 3 artisti che, ognuno a modo suo, ha realizzato il suo suicidio artistico; ecco, dunque, 3 artisti che l’arte di vivere non la vivono, ma la creano. Questo tipo di artisti sono una contraddizione, una contraddizione dovuta più a ragioni sociali che ad altro e, infine, sono un’assurdità. In due parole: un tragico spettacolo.
Altre idee, ragioni, approfondimenti e motivi non mancano, l’argomento del suicidio è complesso e ricco e la miseria degli esseri umani non ha limiti.