L’Italia analfabeta – post 22
Come “Il Paese delle meraviglie”* è diventato il Paese delle meraviglie e come i meravigliosi sono diventati meravigliosi.
Se pensi, Rossi, disse Orazio Guglielmini quella mattina a Rossi, se pensi che all’inizio della nostra storia, era lei, lei, la Chiesa, a governare; era lei la testa, i libri, la cultura; era lei a fare e a disfare, a dettare leggi su tutto ciò che riguardava la politica del nascente Paese; era lei che si era appropriata sia del “potere temporale” che del “potere spirituale” e usava il credo religioso con quelli cui bastava il credo religioso e la spada con coloro che del suo credo religioso non sapevano cosa farsene.
I principi del Paese delle meraviglie, cresciuti strettamente sotto il segno del bambin Gesù, pendevano dalle sue labbra. Se qualcuno osava contraddirla, era guerra, guerra che la Chiesa organizzava contro il principe, lo staterello o il signore ribelle. E se il suo esercito, l’esercito del papa, non bastava, non riusciva ad averla vinta col principe, lo staterello o il signore ribelle, allora il monarca del Vaticano chiamava delle potenze straniere in aiuto. Queste venivano nel nostro paese con il loro esercito, l’invadevano e, mentre erano sul territorio, razziavano tutto quello che potevano. E non facevano solo questo. Stupravano le nostre donne, uccidevano i nostri uomini, i nostri ragazzi, bambini, distruggevano case, campi, seminati, campagne e, infine, se ci riuscivano, sconfiggevano anche il principe, lo staterello o il signore ribelle.
Per la Chiesa tutto questo era normale, voluto, benedetto dal Signore. Poi, una volta che gli invasori se n’erano ritornati nei loro paesi vittoriosi, col bottino e il sangue che gli colava ancora dalle mani lasciando dietro di loro il Paese in rovina, lei, la signora Chiesa, con una buona coscienza e una grande soddisfazione, come puoi immaginare, continuava a governare sovrana come prima e questo fino a quando un altro principe, staterello o signore non si ribellava, così fino al Risorgimento.
Il fare della Chiesa non era spirituale, Rossi, affatto, non era neppure religioso, etico, umano, era guerresco, mortifero oltre che assurdo e sanguinario. Fare distruggere il proprio paese per l’amore di Dio e del proprio potere, non mi pare tanto divino. Però era così. La religione Cristocatto (Cristo sta per cristiana e catto per cattolica) era fatta con la spada, una spada guidata dalla sete di poteri e di averi e non di amore e divinità. La cultura, l’identità, la storia del popolo italiano sono tutte pervase da una visione religiosa che, in realtà, di religioso non ha nulla, nulla di nulla, solo confusione mentale. Questa sì, e anche tanta.
È vero, sono gli uomini che fanno la storia, ma è altrettanto vero che sono le loro idee, ideologie, credenze che li guidano e su cui si modellano. La religiosità e la cultura di questo paese si sono modellati, non sugli ultimi 150 anni della nostra storia, cioè dal Risorgimento ad oggi, ma sulla lunga storia ideologica della Chiesa e su uno Stato che, oltre ad essere predatore, era ed è rimasto uno Stato confessionale.
*Io, Orazio Guglielmini, intendo analizzare in questo scritto su “Il Paese delle meraviglie”, Rossi, l’Italia e il suo passato storico come l’analista analizza il passato esistenziale del suo paziente.
Nel prossimo post, Pregi e difetti dei grandi e piccoli “io”
Tratto da “Il Paese delle meraviglie