La TIVU’ ovvero il prete, il politico e il capitalista in casa propria
Gli australiani mi hanno insegnato che la televisione rappresenta tre cose: il prete, il politico e il capitalista in casa propria. Quest’ultimo attraverso gli annunci publicitari ci vende i suoi prodotti, il politico ci dice come e chi dobbiamo votare, e il prete ci vende il suo oppio, e tutto questo, of course, in casa nostra!
Adesso, per queste tre funzioni molto democratiche che ci vengono imposte, invece di pagare noi i signori che ce le impongono, siamo noi che dobbiamo pagare loro, pagare la Rai. Questa, puntuale come un orologio svizzero, anche quest’anno, il 2015, ci ha già inviato a casa il canone tv da pagare: euro 113,50.
Noi, dunque, col nostro sudore e con le nostre tasche, noi dobbiamo stipendiare quelli che siedono a tavolino e decidono di volta in volta quale porcata trasmetterci, quale sbobba metterci in testa e, quindi, come meglio ci possono sfruttare, manovrare, formattare, spennare.
Qui, signori miei, non si tratta più di beffa, di danno, qui si tratta di dominio cieco e brutale, di schiavitù fisica e mentale, il resto è retorica per i gonzi.