L’Italia analfabeta – post 27
Posted in L'Italia analfabeta By Francis Sgambelluri On Aprile 8, 2015Dedicato ai genitori di Carlo Giuliani e a tutti quelli che sono stati pestati e offesi dalla polizia di Stato durante il G-Otto di Genova nel 2001.
La storia made in Italy
Cronaca del proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani
È partito da un manifestante. No, è partito da un agente. No, è partito da dietro un gruppo di persone che facevano merenda sulla terrazza di un ristorante. No, è partito da un cacciatore sardo. No, è partito da un poligono. No, è partito da qualche parte dove si stava svolgendo una competizione di tiro al piattello e uno dei proiettili, non avendo fatto centro, è finito, guarda caso, tra i manifestanti di Genova. Non è vero. La realtà è che il proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani è partito dalla pistola di un carabiniere che si trovava su una defender, una camionetta piena di sbirri. È stato sparato a bruciapelo. Nossignore! È stato sparato da lontano. Almeno da cento metri di distanza. Nossignore! È stato sparato a cinquanta centimetri di distanza dal bersaglio. Nemmeno per sogno! Non è corretto! È stato sparato da cinque metri di distanza. Non raccontiamo balle. È stato sparato da un metro. Nulla di tutto questo. Il proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani è partito dalla sala dov’era riunito il G-Otto. Uno di quella sala, un po’ nervoso per tutto quello che stava succedendo lì fuori, ha estratto il suo cannone e ha fatto fuoco. Su, dai, non raccontiamo storie. Il proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani è stato sparato dalla pistola di un giovane falco. Questa è la santa verità. Dovete credermi. Neanche per sogno! Il proiettile, appena fuori dalla canna, appena respirata l’aria della libertà, era fuori di sé dalla gioia. Liberté Liberté Liberté! Dunque, si scontrò subito con un estintore, poi …
Non è vero neppure questo! Forse si è scontrato con un calcinaccio. Non è vero, si è scontrato con un pulcino. No, la vera storia del proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani, è tutt’altra. La realtà, se volete conoscerla, è questa: il proiettile è partito da settantacinque centimetri di distanza, né un millimetro di più né un millimetro di meno, dalla pistola di un giovane carabiniere inesperto, si è subito scontrato con un crocifisso, che lo ha deviato dal suo bersaglio. Il proiettile allora è uscito dall’orbita terrestre, ha fatto il giro della Luna, si è riposato su una delle sue dune, ha preso la tintarella e poi è ripartito, rimbalzando da un pianeta all’altro del sistema solare. Arrivato a Plutone, si è fermato di nuovo, ha dato una sbirciata in giro, ha visto il pianeta che gli umani non vedono dalla Terra, è andato a salutarlo e poi ha lasciato l’orbita solare ed è finito sulla stella Proxima Centauri, poi sulla galassia Andromeda. Qui ha sostenuto una breve conversazione con gli andromediani e, dopo aver abbracciato alcuni confratelli cosmici, è ripartito, è arrivato al big bang, poi, dal big bang è rimbalzato fino al big crunch e, prima che questo lo schiacciasse e chiudesse una volta per tutte il gioco degli atomi, il proiettile lo ha bloccato, evitando così una catastrofe cosmica. Dopo questa grande fatica, il proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani, si è trovato sulla Nube di Hoorte, ha sfiorato l’Ayers Rock, poi si è scontrato con un meteorite, guarda caso, proprio con quello che presto colpirà la Terra (deve colpirla, sostengono alcune voci sante, a causa dei peccati di lussuria dei suoi abitanti). Subito dopo lo scontro con il futuro meteorite killer è ripartito in fretta e furia ed è andato a scontrarsi con la cupola di san Pietro, il papa in persona ha dato la santa benedizione al proiettile che, tranquillo, ha proseguito il suo viaggio, quindi di nuovo a Genova, di nuovo dove i manifestanti erano incazzatissimi con il G-Otto, cioè coi rappresentanti del globalismo, cioè del nuovo capitalismo. E non solo. Erano anche incazzati con le farfalle, coi leoni marini, con i loro diretti nemici, gli sbirri (questi erano tutti armati di manganelli, di bombe lacrimogene, di pistole, di mitragliatrici, di carri armati e di bombe atomiche) che scarrozzavano come cellule pazze per le vie della vecchia città portuale distruggendo tutto ciò che trovavano sul loro passaggio. I manifestanti urlavano parolacce contro la globalizzazione il cui obiettivo, secondo loro, è lo sfruttamento del mondo intero e infine la distruzione del Pianeta terra. I portavoce di questa organizzazione fascista comunista nazista maoista imperialista capitalista fondamentalista si trovavano tutti al G-Otto. Così andavano gridando per le strade i non-globali. Spaccavano anch’essi tutto peggio dei loro nemici, gli sbirri. Questi non se la prendevano coi loro supposti rivali, i black block, ma con gli indifesi manifestanti riempiendoli di botte, spaccandogli la testa con manganellate e stritolandoli coi cingolati. Il proiettile poi, mentre il casino e il macello infuriavano, ha fatto anche un salto al quartiere Albaro, dato un’occhiata alla scuola Diaz, visto la carneficina, il pestaggio, l’orrore e ban bun ban, ban bun ban, ban bun ban! E la tortura, e le micidiali manganellate statali, giottiane, poliziesche. Lì dentro, pensò il proiettile, non si scherza, per nulla! Colpi da orbo piovevano da tutte le parti. E mentre i manifestanti continuavano a sgolarsi nonostante le botte che ricevevano, il G-Otto a raccontarsi e i falchi a menar le mani, il proiettile, approfittando di quella situazione così micidiale e confusa, è andato a farsi vedere prima dal G-Otto, poi a farsi benedire dal prete di turno, poi, dopo essere rimbalzato da un edificio all’altro, sfiorato l’orecchio destro di Hitler, il naso di Mussolini, la testa di Bush, le labbra e il seno della Piriotti gonfiatissimi a causa della chirurgia plastica, continuando così da un corpo all’altro, da una manganellata all’altra, è andato infine a farsi una lavata di cervello con le parole Liberté, Égalité, Fraternité. A questo punto, il proiettile, dopo aver cozzato frontalmente con una pietra tirata da un manifestante, stufo di questi scontri, stufo dell’orrore, stufo di vagare nel nulla, stufo di vedersi sbatacchiato a destra e a sinistra, stufo di tutto, ha preso una decisione ed è andato dritto dritto a ficcarsi con violenza nel corpo del giovane Carlo Giuliani. Storia style il Paese delle meraviglie.
Nel prossimo post, Gli eroi di Nassiriya
Tratto da Il Paese delle meraviglie