L’ Italia analfabeta – post 30

La storia made in Italy

Avviso: Se vi trovate sul vostro sito un doppione dei miei post, eliminatelo. Da qualche tempo ho dei problemi tecnici col blog. Scusate e grazie.

Tanzino agli arresti domiciliari

Durante la Santa Santissima Pasqua dell’aprile 2004, il truffatore Cafisto o Callisto Tanzino ritorna a casa. Proprio come Baldassarre Cossa, papa Giovanni XXIII che, dopo aver massacrato e infettato obbrobriosamente tutto il Paese delle meraviglie, tutta l’Europa e il mondo intero con la sua esecrabile condotta, se ne è ritornato a Firenze da Monaco di Baviera per riprendere la sua funzione di ecclesiasta. Così, né più né meno, Tanzino. Questi, dopo aver derubato “legalmente” i piccoli risparmiatori, dopo aver gettato sul lastrico migliaia di famiglie, dopo aver infamato non solo il nome del paese in cui è nato, ma l’intera razza umana, anche lui, proprio come Baldassarre Cossa, ritorna a casa, alla dolce casa. Sorpresa, Rossi? Ma neppure per sogno, l’ammonì Orazio Guglielmini. Tutti lo sapevano che sarebbe ritornato. Era solo questione di tempo, di mese più mese meno. E non solo. Anche lui, come Baldassarre Cossa, va in Chiesa e chiede perdono per i suoi crimini e il perdono gli viene concesso, of course! Anche se avesse ucciso sua madre, suo padre, stuprato sua figlia e massacrato mezzo mondo, il perdono gli sarebbe stato concesso comunque. Sorpresa, Rossi? Ma neppure per sogno, amico mio! Niente ci sorprende più in questo paese, il Paese delle meraviglie. Qui la regola sacrosanta è: ruba una mela e vai in galera, ruba miliardi e diventi signore. E poi si sa che l’Indifferenza divina, la Chiesa Cristocatto, perdona tutti, particolarmente i grandi criminali, solo le pecorelle non perdona, quelle che rubano una mela e hanno le ginocchia scorticate a via di inginocchiarsi in Chiesa.

L’affare Tanzino era stato pianificato tutto fino nei minimi dettagli. E quali erano, chiedi tu, questi dettagli? Eccoli: un’eminenza grigia disse a Tanzino poco prima di essere messo in prigione ciò che segue. L’ho sentito io con le mie orecchie, Rossi. Fidati. Ecco come lo apostrofò l’eminenza grigia:

“Adesso che è scoppiato il bubbone, adesso che non abbiamo…, scusa, voglio dire, adesso che non hai più potuto tenerlo sotto controllo, mio caro Cafisto, te ne vai per un po’ in prigione, ti mettiamo in prigione e te ne stai lì dentro per un breve periodo, il tempo che quelli che abbiamo truffa…, no, scusa, volevo dire, quelli che hai truffato, i cretini piccoli risparmiatori, si calmino, ti dimentichino. Sai, loro, purtroppo, anzi, fortunatamente per noi, non riescono a ricordare a lungo. Hanno, come si dice, la memoria corta. Disgraziatamente per loro. No no, volevo dire: fortunatamente per noi. Sai, dimenticano tutto; dimenticano facilmente. Non puoi farci niente. Le nostre scuole fanno di tutto e, alla fine, ci riescono quasi sempre. Niente da dire. Allora, capisci, Tanzino, piccolo grande Tanzinino, caro mio, allora, capisci, quando loro avranno dimenticato, ti avranno dimenticato, allora e proprio allora sarà il momento di tirarti fuori. E noi lo faremo. Puntualmente. Tranquillo. Ci puoi contare. È così che funzionano le cose con noi, tra di noi, qui da noi.

“Naturalmente, una volta ritornato alla casuccia, per un po’ resterai agli arresti domiciliari, come per un po’ resterai in prigione. Un po’ e un po’, chiaro? Poi, e solo poi, ritornerai ad essere libero come prima, come un uccello di bosco, come un eroe. Capisci? Sono stato chiaro? Ti piace l’idea? È tutto ok? Noi, amico mio, non dimentichiamo colui che ci ha sborsato soldi per le campagne elettorali, soldi per i nostri giornali, per le nostre squadre di calcio, per le nostre riviste, soldi per i nostri piaceri, che ci ha invitati ai suoi party, che ha messo a nostra disposizione il suo aereo privato e con il pilota! No, no, noi non dimentichiamo tutto questo. A proposito, per quanti anni abbiamo tenuto… Scusa, volevo dire per quanti anni hai tenuta nascosta tutta la faccenda? Più di quindici anni. Incredibile! Siamo … Volevo dire che sei proprio un genio. Non per i nostrani. A questi non serve un genio per fregarli, basta un idiota; ma per gli altri, quelli al di fuori delle frontiere del nostro paese. Sei riuscito a fot… Bravo! Niente, siamo tutti orgogliosi di te, Tanzino. Stavamo dicendo, stavo… Stai tranquillo, allora. Anzi, adesso riposati in prigione per un po’. Ne hai bisogno dopo tutto il buon lavoro che hai fatto in questi anni. Riposati, Tanzarello bello, amico mio. E poi lo sai che qui tu puoi ordinare tutto ciò che desideri: donne, champagne, musicisti, attori e attrici. Tutto puoi avere qui. Non devi sentirti in prigione, questa infatti non è una prigione, non per te, ma una reggia e soprattutto è casa tua. Tutto il personale, a partire dal direttore del carcere, è a tua completa disposizione. Naturalmente tutto ciò con con con…, come dicono i francesi, ah sì, ricordo, ma certo, sto diventando vecchio, con savoir faire, capisci, savoir faire! Con discrizione. Mi raccomando, allora, acqua in bocca su certe cose. Sarà per te un albergo a cinque stelle, altro che prigione!

“È ovvio che queste cose non le diremo in giro e soprattutto non le diremo al popolino, quello che cammina con la testa nel sacco. Figurati! A questo diremo altre cose, quelle che vuol sentire. Ah ah ah! Allora, stattene calmo e stattene bene, e che non ti venga voglia di dire ciò che non devi dire! Le cose devono rimanere sempre tra noi. Mi sono spiegato? Bene, adesso ti lascio. E mi raccomando, Tanzino, riposati! Hai lavorato molto e bene in questi ultimi anni. Cercheremo di tirarti fuori e metterti agli arresti domiciliari per la prossima Pasqua, se tutto va bene. Il resto verrà dopo. Ti saluto ora e ripeto: tranquillo!”

Ecco un’altra pagina, amico Rossi, di storia style il Paese delle meraviglie.

Nel prossimo post, Il bigliettino

Tratto da Il Paese delle meraviglie

UN INVITO: passate parola, condividete, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più! Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani! È questo ciò che raccomanda agli amici del Web, Orazio Guglielmini. E io aggiungerei un “Grazie!” per chi volesse tradurre questi post nella sua o in un’altra lingua.

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