No Rai-sbobba, ma Tivù del Popolo
Dopo tutto, è lui, il Popolo, che paga il canone e dà da mangiare a tutti quelli che lavorano per Rai-sbobba. Questi signori vivono molto bene e vivono sulle sue spalle, sulle spalle del Popolo lavoratore. Banchettano, fanno i buffoni, raccontano e si raccontano, fra l’altro, un fracco di assurdità, e lui, il Popolo, quello senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce, paga il conto!
Anni addietro avevo scritto un post sostenendo che la tivù di Stato avrebbe dovuto dare spazio nei suoi programmi, affinché si migliorasse culturalmente e fosse più equa e più umana nei confronti del Popolo, a tutte le voci del Paese che l’abitano, nessuna esclusa.
Il Popolo vuol vedere in Tivù, avevo scritto, non solo i soliti ammaestrati dal Sistema – orchi, corvi, dodo, vedere il post “La sbobba di Rai-storia” –, ma anche quelli che non lo sono, soprattutto questi. Vuol vedere non Rai-sbobba, ma una Tivù del Popolo. Vuol vedere i barboni e sapere perché i barboni fanno i barboni e cosa vuol dire essere barboni; vuol vedere i criminali e perché questi sono diventati criminali e cosa vuol dire essere criminali; vuol vedere i mafiosi e perché questi sono diventati mafiosi e cosa vuol dire essere mafiosi; i proletari e perché questi sono proletari e cosa vuol dire essere proletari; gli sbirri e perché questi sono diventati sbirri e perché lavorano per un Sistema che li sfrutta oltre a fargli fare un mestiere che mette a rischio la loro vita 24 ore su 24 e solo per arrestare o uccidere o venire uccisi dai loro stessi fratelli di classe e solo per quattro soldi al giorno.
Il Popolo vuol vedere in Tivù i bigotti, i fondamentalisti, i politici, i preti, i generali, i fascisti, i credenti, i ricchi e vuol sapere come un ricco è diventato ricco e cosa vuol dire essere ricco e se la sua coscienza è ok nonostante sappia che con la sua ricchezza uccide, direttamente o indirettamente, centinaia di migliaia di povere persone al giorno; vuol conoscere perché i preti si fanno preti e quali sono le loro ragioni storiche, filosofiche e scientifiche per credere in Dio, vuol sapere perché i credenti credono in ciò che credono e qual è il loro livello di cultura che giustifichi il loro credo; vuol vedere cos’hanno da dire i politici che da “servi del Popolo” – sono lì dove sono per servire il Popolo, o no? – si sono trasformati in padroni del Popolo.
Insomma, il Popolo, quel Popolo illuminato e pronto, vuol vedere in Tivù tutti gli impieghi e tutte le professioni e di tutte le classi sociali dalla prima all’ultima e non solo i soliti bigotti allevati, indottrinati e pasciuti dal Sistema e vuol che siano interrogati da esperti del mestiere, esperti che hanno una coscienza sociale e un’umana dignità da difendere.
Vuol vedere i contadini e fra questi chi di loro ha creato i migliori pomodori dell’anno in corso; vuol conoscere il miglior impresario edile, quello che ha costruito il più bell’edificio, casa, fabbrica, ponte con il minor costo; vuol vedere carpentieri, sarti, muratori, stilisti, pescatori, minatori, operai, braccianti, ferrovieri, allevatori di animali, minatori, guardie forestali, guardie marine, di finanza, poliziotti, impiegati pubblici e statali, ecc., tutti, tutti che si confrontano fra di loro con il meglio delle loro abilità umane, tecniche e professionali, proprio come fanno i bravi sportivi nello sport, così tra ogni professione, mestiere e lavoro.
Il Popolo vuol mettere a confronto gli artisti e gli artigiani. Fra un Picasso e un imbianchino, il Popolo non vede differenza. Il lavoro dell’imbianchino fa da sottofondo ai quadri di Picasso. E non solo. Il lavoro dell’imbianchino rallegra l’abitazione molto di più di quanto lo facciano i quadri dell’artista. Perché, allora, c’è tanta discriminazione fra di loro? Non ci dovrebbe essere nessuna discriminazione fra un lavoro e l’altro, fra una professione e l’altra, un artigianato e l’altro, un’arte e l’altra, un impiego e l’altro, un mestiere e l’altro, ma solo comprensione e rispetto, perché tutti i mestieri, tutte le professioni, tutti i lavori, dal primo all’ultimo, sono d’indispensabile utilità sociale.
Tra il lavoro del netturbino, tanto per dare un altro esempio, e quello del miglior chirurgo al mondo, se volessimo fare un paragone obiettivo e giusto, quello del netturbino è di lunga più importante di quello del chirurgo. Se la città dove lavora il netturbino non fosse pulita, si riempirebbe di topi, di scarafaggi, di gatti, di cani randagi, di piccioni, di pulci, di zecche, pidocchi, zanzare, insetti di ogni tipo e dimensione; si riempirebbe di vermi e di roba che striscia. Di più. Si riempirebbe di merda, di fetore, di sudiciume, di macerie, di buchi, di piscio, di vomito, di calcinacci, di cadaveri, di pestilenza, di malattie contagiose, di schifo, di virus, di disagio e di altre calamità naturali e sociali. Si riempirebbe di ogni tipo di spazzatura prima che diventi essa stessa spazzatura. E, infine, tutti questi rifiuti, sporcizia e volgarità, la ridurrebbe a un’altra Chernobyl. A questo punto, e anche prima, gli affari, i negozi, i supermercati, gli uffici pubblici e privati chiuderebbero bottega e gli abitanti scapperebbero via a rotta di collo o morirebbero infestati; a questo punto la città diventerebbe una città morta, una città fantasma, una città colma di pattume e alla mercé degli elementi. Invece, per quello che riguarda il chirurgo, e con tutto il rispetto, il suo lavoro salverà, se salverà, solo qualche ammalato già condannato dalla natura!
Con la Tivù del Popolo si potrebbe creare una vera e propria conoscenza e coscienza sociale, una vera e propria etica e morale e, in particolar modo, si potrebbe creare una vera e propria umanità e un vero e proprio amore e rispetto per il prossimo e per la vita, cose queste che né la tivù di Stato, né le fabbriche scolastiche e tanto meno le ideologie del Sistema sono mai riuscite a creare fino ad oggi. Quindi, no Rai-sbobba, ma Tivù del Popolo!
UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che Orazio Guglielmini parla agli amici del Web.