Qual è la differenza tra un fachiro e uno sportsman?
Lo sportsman e il fachiro hanno molte cose in comune. Sono creature che, per vivere, usano il corpo, la parte fisica di se stesse. Come risultato, utilizzano pochissimo il loro potenziale intellettuale, solo quel che basta per eseguire la loro specializzazione.
Un fachiro, per diventare un fachiro, deve fare training 24 ore su 24; uno sportsman, per diventare uno sportsman, deve fare training 24 ore su 24. Sono ambedue schiavi del loro mestiere, schiavi del loro fisico. Un fachiro deve avere un totale controllo sul suo corpo, così lo sportsman. Un fachiro si deve sedere su un nido di formiche e, mentre le bestioline invadono il suo corpo, non deve fare alcuna mossa, ugualmente quando cammina sulla brace la sua concentrazione dev’essere al massimo, altrimenti sono guai.
Anche lo sportsman deve cronometrare le sue prestazioni, deve sfondare i record, deve sincronizzarsi con la squadra, deve avere sangue freddo quando affronta un rivale. Insomma, ambedue fanno i fachiri, i fachiri dello sport e i fachiri che si esibiscono per le strade, nei circhi, sulle piazze.
I fachiri dello sport, gli sportsmen, sono le creature preferite dalla politica. Sono teste che non rompono mai le uova nel paniere dei demagoghi. Anzi, è grazie a loro se i parassiti dello Stato predatore tengono le masse tranquille. I fachiri dello sport mesmerizzano la massa, come i preti mesmerizzano il gregge. La massa e il gregge, in termini preteschi e politicanti, sono la stessa e medesima cosa. La massa innalza i fachiri dello sport al livello degli dèi: Maradona per i fan del calcio è un dios; il gregge innalza gli idoli dei preti a santi: Padre Pio.
Un fachiro dello sport è uno che trascorre il suo tempo ad addestrarsi, uno che non ha altra vita all’infuori di quella dello sport. La sua ambizione è tutta fisica. I fachiri dello sport, se vogliono la medaglia, e la vogliono, devono guadagnarsela addestrandosi senza sosta. Ciò significa training training training. Ecco il prezzo della medaglia, ecco la riuscita del fachiro, quello che vive solo fisicamente, a scapito, con qualche eccezione, della ragione.
I fachiri dello sport, culturalmente parlando, sono di molto inferiori ai fachiri tradizionali. Questi ultimi lavorano soli, in silenzio, nella povertà, retti solo dall’amore per il loro mestiere, dalla volontà e dall’ambizione solitaria; mentre i primi, i fachiri dello sport, sono creature viziate da una massa sempre più alla deriva, sempre più vuota e abusata dai sistemi politici, sempre più alla ricerca di idoli.
I fachiri dello sport, però, diversamente dai fachiri tradizionali, sono ricchi, sfruttano i loro fans, operano sempre circondati da poliziotti, manager, giornalisti, familiari, amici; hanno tutte le comodità del mondo, sono miliardari e si ritirano dai loro impegni quando vogliono. I fachiri tradizionali, invece, continuano a battagliare fino a quando si reggono in piedi e, spesso, muoiono in un angolo di strada, poveri e dimenticati.
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