Roberto Saviano ospite di Fabio Fazio in Che tempo che fa

Hai letto lettore quest’ultimo verso della poesia di Wislawa Szymborska, “Ascolta come mi batte forte il tuo cuore”, citato e decantato da Roberto Saviano domenica sera in Che Tempo che fa, Rai 3, 5 febbraio 2012? Per lo scrittore di letteratura gomorristica questo verso rappresenta le più belle parole mai espresse sull’amore. Io invece dico, io che, ovvio, non sono nessuno, se queste sono le più belle parole mai espresse sull’amore, allora povero amore.

Ma fai ancora un piccolo sforzo, lettore, leggiti tutta la poesia. Eccola.

Poteva accadere.


Doveva accadere.


È accaduto prima. Dopo.


Più vicino. Più lontano.


E’accaduto non a te.


Ti sei salvato perché eri il primo.


Ti sei salvato perché eri l’ultimo.


Perché da solo. Perché la gente.


Perché a sinistra. Perché a destra.


Perché la pioggia. Perché un’ombra.


Perché splendeva il sole.


Per fortuna là c’era un bosco.


Per fortuna non c’erano alberi.


Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,


un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.


Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.


In seguito a, poiché, eppure, malgrado.


Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,


a un passo, a un pelo


da una coincidenza.


Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
 Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.


Grande vero? E questa, scritta da mio figlio quand’era piccolo, non è grande?

Perché mangi papà?

Perché ho fame.

Perché hai fame papà?

Perché non ho mangiato da questa mattina.

Perché non hai mangiato prima papà?

Perché non ho avuto tempo.

Perché non hai avuto tempo papà?

Perché, perché, perché, vogliamo cambiare discorso, figlio mio?

Perché dobbiamo cambiare discorso papà?

 

Mi auguro proprio che Saviano abbia citato la più brutta (anche se per lui è la più bella) poesia della poetessa polacca Wislawa Szymborska, Nobel della letteratura, scomparsa recentemente, perché se questa è veramente la più bella delle sue poesie, allora povera poesia! E non solo. Povera anche l’Accademia Svedese per aver dato un Nobel ad una tale poetessa!

È vero che la poesia è soggettiva, ognuno la interpreta come vuole, ognuno dice quello che vuole, però sparare certe parole di fronte ad un pubblico televisivo è tutt’altra cosa. Insomma, questa non è una poesia, è solo un fracco di versi, se versi li si può chiamare, affastellati così, uno dopo l’altro, quasi alla rinfusa.

Ma poi, prendiamo l’ultima strofa, quella citata da Saviano e che sicuramente ama di più: “Ascolta come mi batte forte il tuo cuore” ? Ebbene, cosa vogliono dire queste parole? E si sta parlando del cuore di chi: di lui/di lei nel cuore di lei/di lui? E poi come si può sapere come batte il cuore di lui/di lei? Uno può solo sapere come batte il proprio cuore, ma non quello dell’altro/a. Certo, c’è la forza dell’empatia, c’è la licenza poetica, c’è l’immaginazione, il proprio talento, genio o infantilismo, eccetera eccetera, ma tra queste nobiltà o cianfrusaglie della lingua, c’è anche la realtà e tra la realtà e quello che dice lo scrittore, c’è molta strada da fare.

Io amo la poesia e vivo di poesia, però c’è poesia e poesia!

Gli australiani dicono che la televisione è la Chiesa, lo Stato e il Capitalismo in casa. Possiamo aggiungere: più una miriade di inteligentoni che insegnano come pensare ad una mandria di pecoroni.

Non mancate, signori miei, non mancate alla strafamosissima trasmissione di Fabio Fazio sabato e domenica sera, Rai 3, Che tempo che fa: ne vedrete sempre delle belle, spettacolo garantito!

 

 

Comments

  1. By meri

  2. By meri

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