A Roberto Grendene dell’UAAR
Intanto c’è da dire questo: quando uno ha finito di leggere “Il Contratto”, forse avrà anche afferrato il concetto di Dio o non Dio, di religione o non religione molto meglio che se avesse letto “Critica della ragion pura” di Kant. Ovvio, tu, Roberto, non la pensi così dato che mi hai cancellato i post sul gruppo UAAR de “Il Contratto”, racconto in 7 post, parte sesta e parte settima sostenendo che non ha nulla a che fare con le attività UAAR. Nei sei proprio certo? Sono sicuro che se tu avessi letto il libro di Martino Rizzotti, il padre fondatore dell’UAAR, “Il pensiero rimane”, non mi avresti cancellato. Ti suggerirei di leggerlo dato che ti comporti da padrone all’interno del suo gruppo. E se poi non trovi il tempo di leggerlo tutto, leggi almeno la “Relazione introduttiva al Dibattito pubblico e all’Assemblea dei soci” del 1988, un anno dopo la fondazione dell’UAAR.
“L’UAAR, scrive Martino Rizzotti, si distingue dalla maggior parte delle associazioni religiose anche perché non è omogenea: i suoi aderenti possono dare significati diversi alla loro scelta dal momento che ci sono molti modi di concepire sia l’ateismo sia l’agnosticismo. La pluralità filosofica, oltretutto, è una garanzia contro involuzioni, sia pure remote, di tipo integralistico, in quanto già nella vita interna i soci accettano e rispettano le reciproche diversità.” Ecco un pensiero aperto, lungimirante e democratico.
Non è certo il tuo. In realtà tu sei un integralista lontano anni luce dal pensiero del fondatore dell’UAAR. Nessuno ti impedisce di inseguire i tuoi fini, ma non farlo a scapito del gruppo a cui appartieni!