Carne alla griglia *
Questa mattina sono uscito con l’idea di non scrivere nulla sul mio taccuino da passeggio. Non ce l’ho fatta. L’idea irruppe nel mio cervello quando sono arrivato allo stadio e l’ho trovato pieno di ragazzi e ragazze tra i 18 e i 20 anni, tutti che correvano, saltavano, giocavano, facendosi così ammazzare dal tempo a modo loro.
Poi, pian piano, mentre entravo in quell’atmosfera giovanile, tutto si è trasformato in una griglia piena di carne arrosto. E perché poi mi è saltata quest’idea in testa? Non lo so. Sentivo persino l’odore, lo sfrigolio e l’acquolina in bocca! Era odore di carne, non di maiale, non di hamburger, ma di carne umana alla griglia! Mi è venuto in mente che la carne umana e la carne di pollo alla griglia emanavano più o meno lo stesso odore.
Tutti cuocevano, dunque, mentre parlavano, correvano, saltavano, giocavano e suppongo che non lo sapessero neppure! Non sapevano ch’erano già stati condannati a bruciare lentamente e costantemente (da quando si nasce, e anche prima, ogni secondo che passa è un secondo meno di vita!) per tutta la loro esistenza. “No, la vita non è uno scherzo, ragazzi!”, volevo urlargli, ma non l’ho fatto, l ho solo pensato.
Io? Ero lì con loro, sulla griglia, ma era già da un bel po’ di tempo che mi ero abituato a cuocere e a sentire quell’odore. Mi ero fatto anche, agli albori della mia consapevolezza e presenza sul braciere, qualche illusione sul mistero che mi avvolgeva e se c’era un perché. Dovette ammettere ben presto che tutto il mio cercare si riduceva ad una triste e ineluttabile realtà e questa sarebbe stata confermata da quel nulla e da quel mai trovare. Così, forse, ho pensato, avrebbe detto anche Govinda, l’amico di Siddhartha nel libro di H. Hesse.
*Io pessimista? Negativo? Neppure per sogno. Adoro la vita quando la vita è degna di essere vissuta. Nei miei post dico, quando ci riesco, solo quello che non dicono coloro che avrebbero dovuto dirlo. Odio le falsità e da qualsiasi pulpito vengono, ecco tutto.