Dante Archive
Se oggi l’Italia si trova ad essere un paese del “quarto mondo” (i paesi del “terzo mondo” sono in via di sviluppo, quelli del quarto in un’involuzione cronica e l’Italia è uno di questi); se oggi l’Italia si trova ad essere al 72esimo posto nel mondo; se oggi il popolo italiano, senza il quale nulla
“Che sei, dunque,” esclama il filosofo Witold Gombrowicz, “o Divina Commedia? “Opera maldestra del piccolo Dante? “Opera possente del grande Dante? “Un’opera mostruosa dell’ignobile Dante? “Una declamazione retorica dell’ipocrita Dante? “Un vuoto rituale dell’epoca dantesca?” Infatti è proprio questo: “un vuoto rituale dell’epoca dantesca”, un vuoto che riscontriamo ancora oggi in ogni predica religiosa. Ecco
“L’inferno?” s’interroga ancora Gombrowicz, e risponde “Ma se non è che un mito! … I suoi tormenti sono retorici. I dannati recitano. L’eternità è l’indolore eternità delle statue. I gironi ascendenti e discendenti, le maestose gerarchie dei peccati e delle pene, le iniziazioni, le profezie, la luce crescente, le virtù e i cori, la teologia
“Raccolgo da terra,” continua Witold Gombrowicz, “quest’opera vergognosa (anche a me capita a volte di pestare per terra il libro che sto leggendo) e percorro con lo sguardo l’intero poema. Sì, è proprio così, da questa infernale stanza delle torture s’innalza l’incenso del Supremo Amore: non solo Dante accetta e approva l’inferno, ma addirittura lo
Witold Gombrowicz, il filosofo esistenzialista polacco, non esiterebbe un solo istante quando scrive: “La Divina Commedia non vale un fico secco.” Perché, ci chiediamo noi, la Divina Commedia non vale un fico secco? Ed è proprio questo, in quello che segue, che cercheremo di capire. Siamo nel 1969, siamo nel sud della Francia e siamo