Filosofia spicciola Archive
Francamente no, non riesco, affatto. È da tempo ormai che non posso più prendermi sul serio. Fare progetti? Per carità, non ne parliamo neppure. Sì, certo, a corta distanza, come tutti i mortali, ad esempio, cosa mangerò oggi a pranzo, cosa farò la settimana prossima. No, non sto prendendo in giro me stesso e il
Filosofi non si diventa, si nasce. La filosofia è innata. I bambini sono filosofi per natura. Fanno domande su tutto e vogliono spiegazioni di tutto, vogliono capire e questa voglia di capire ce l’hanno dentro di loro. Per istinto chiedono: Perché? Come? In che modo? Spiegami. E quella cosa che luccica nel cielo, che cos’è?
Bisogna amare, imparare ad amare per apprezzare ogni miliardesimo di secondo della nostra Vita. Guai a sprecarlo. È un miliardesimo di secondo perduto ed è un enorme e imperdonabile spreco, perché ogni istante ha un valore cosmico. Dobbiamo imparare a dischiuderci, a sbocciare come un fiore e spargere i nostri pistilli e petali profumati nell’immenso.
Io mi identifico, se proprio devo farlo, con il passeggero. Mi identifico con le nuvole che transitano nel cielo, con le stagioni che vanno ma non vengono, con gli uccelli che volano nell’aria senza lasciare traccia, con i fiori selvaggi che si schiudono nei campi e, come loro, temo la mano fatale di un passante
Questa è importante, anzi, importantissima, Rossi. È uno strumento meraviglioso per avvicinarsi all’arte di vivere. È la sensibilità estetica che ti fa apprezzare l’istante, godere delle cose che ti circondano e che ti rendono umano. Immagina, immagina di essere sdraiato sulla cima di una collina in un caldo pomeriggio d’estate. Attorno a te ci sono
Non i miei dogmi, Rossi, che li ritengo tutt’altra cosa, ma la mia credenza. Questa è semplice. L’ho sempre nutrita di cose concrete. Quest’abbraccio totale e sentito con l’universo dei fenomeni ha formato la mia credenza, la mia fede, la mia visione delle cose e del mondo e, in ultimo, i miei imperativi e la
Quando andiamo al nocciolo delle cose, ci accorgiamo che brancoliamo tutti, chi più, chi meno, nel buio più profondo. Quando pensiamo e parliamo di cose metafisiche, di cose che vanno oltre la fisica, oltre il mondo fenomenico, quando superiamo un certo limite del nostro orizzonte conoscitivo, quando andiamo oltre il nostro sistema solare, oltre la
Sì, esiste. Non esiste come esiste un albero, una pecora, un pianeta, ma esiste come cosa impalpabile, spettro, agente invisibile. Non parla una lingua, ma tutte le lingue; non ha una conoscenza, ma tutte le conoscenze, non ha una forma fissa, perché non ha, all’apparenza, nulla di solido, ma può prendere, per contro, tutte le
La noia, Rossi, non la noia alla Pascal, alla Schopenhauer, ma la noia alla Guglielmini; la noia, dunque, questo sentimento di vuoto e di insoddisfazione, è una specie di malattia metafisica. Ce la troviamo dappertutto. Non ci abbandona mai. Ogni volta che spegniamo un desiderio, eccola apparire, insidiosa e carica di sbadigli, pronta ad avvolgerci,
Se cerchi di vedere l’uomo nello scorrere del suo flusso naturale, dice Guglielmini a Rossi, che poi è il suo vero movimento, corrente, ordine, e cioè big bang > espansione dell’universo > evoluzione chimica > evoluzione biologica > evoluzione delle specie > evoluzione antropologica dall’homo habilis all’homo sapiens > evoluzione culturale, evoluzione scientifica ecc., se
La biologia e la cultura sono diverse per molti aspetti, anche se si appartengono. La prima, la biologia, ha una storia di miliardi di anni; la seconda, la cultura, solo di alcuni milioni di anni. Biologicamente parlando, ogni parte del nostro corpo è ben distribuita, compatta, perfetta, pronta. Non è la stessa cosa con la