Racconti Archive
ERA UNA SARTA. Aveva un negozio di abbigliamento. Era sposata. Aveva tre figli, due maschi e una femmina. Li aveva cresciuti come aveva potuto. Il marito lavorava nel tessile. I lavori di casa non erano il suo forte. Rossella portava avanti, prima da sola e poi insieme a sua figlia quand’era un po’ cresciuta,
“Considero Francis Sgambelluri uno degli autentici narratori trascurati dalle grandi case editrici”, Giuseppe Possa. È giorno. Rumori di motociclette, vespe, biciclette, muli, carrette, somari, qualche macchina: gente di Calvario e dei paesi circostanti che si reca al lavoro. Nicolò giace sul letto tutto vestito. Ha dormito poco e male. Si scuote, si alza. Si sente
Quella notte Walter fece un sogno. Sognò prima una, poi due, poi tre e poi tutto uno stormo di cornacchie che gli volavano sulla testa mentre stava facendo un picnic in montagna con moglie e figli. Ad un certo punto le cornacchie avevano iniziato ad aggredirli. Tentò di colpirle con un bastone. Ne buttò
Dedico questo racconto a tutte le donne. Era primavera e gli orti i campi le colline le montagne erano tutti coperti di verde e di colori; era primavera e i fiori sbocciavano, gli insetti pullulavano e gli uccelli cinguettavano; era primavera e tutto prendeva vita, cresceva, maturava. La giornata era bella, piena di
I due fratelli avevano trascorso quasi tutta la notte, e non era la prima volta, a discutere sul loro padre. Non era un esempio di padre, il Ferrelli, per nulla. Aveva lasciato morire le loro due sorelline poco dopo la nascita, aveva mandato via di casa il loro fratello maggiore, aveva spinto giù dalla
La giornata è stupenda, piena di sole, di verde, di vita; così la veranda, piena di piante e di fiori dappertutto. Fuori, sulla strada, un pullulare di gente che viene, gente che va, gente che entra nei bar e nei negozi e altra che guarda le vetrine. Passa un gruppetto di giovani rumorosi e
Questo racconto, oggi primo maggio 2017, è dedicato a tutti i Popoli Lavoratori del Pianeta. Orazio Guglielmini si trova in Sudafrica, a Durban, davanti a lui un ragazzo quasi trasparente, pelle e ossa e dallo sguardo fiero che gli chiede l’elemosina. Non gliela dà. Gli viene voglia di parlargli e gli parla. L’altro
Non appena si sentì male, prese l’elicottero parcheggiato insieme al suo pilota fuori in giardino che lo portò all’istante alla clinica del rinomato chirurgo, il professor Gardelli. Il professor Gardelli, vedendo arrivare il Personaggio, piantò in asso il paziente che stava visitando e si precipitò da lui. Dopo un breve esame, gli diagnosticò un
Un sabato pomeriggio, mentre la fidanzata di Marco, Ilaria, era dalla parrucchiera, lui era andato ad aspettarla a casa sua. Quand’era entrato (aveva le chiavi), la madre della sua fidanzata, Emilia, separata, era nella sua camera. Ciao. Ciao. Posso? Certo. La trovò con le spalle contro la spalliera del letto, una gamba allungata su
Vi saluto. Ci sentiamo a settembre. A proposito, se qualcuno di voi desidera andare in vacanza con “francis”, prenda una copia de “Il contratto” pubblicato in questi giorni dalle Edizioni Demian. “Il contratto” è il racconto d’una metamorfosi esistenziale. Può succedere a tutti di alzarsi un mattino e di non essere più d’accordo coi valori
Cultura – in 2 parti (I) Questo racconto, Cultura, pubblicato nella collezione di racconti “Ribelli non si nasce” nel 2000, s’inserisce nella raccolta di post che sto pubblicando sul mio blog dal titolo “L’Italia analfabeta”. “Signor Davos,” chiese una mattina Cipollina a Davos mentre si stava vestendo nella sua camera, “lei spesso usa
Si racconta che all’inizio del 2000, in un luogo di montagna del Nord, non si sa esattamente, ma pare nel Biellese, si dovette traslocare temporaneamente una madonna nera da una chiesa di montagna dov’era confinata ad una località a valle. Questa vicenda, per quanto innocua e banale, aveva creato molti problemi, danni e dolori alla
Inizi a sentire che le tue energie vengono meno, ti senti in balia del nulla, il vuoto ti prende, non puoi più liberarti, metterti al riparo, sei ormai nel regno del buio più disperato. Tutto sotto i piedi diviene scivoloso, insicuro, fragile, non c’è più via di scampo, cadi cadi cadi. Non stai facendo, mentre
Mi capita, non spesso, ma mi capita di essere attaccato da sbruffi, sbruffi di smarrimento, d’ansia, d’angoscia. Non perdo tempo. Corro subito al controattacco. Per prima cosa faccio un bagno, un bel bagno profumato ascoltando musica, musica non romantica; canto anche, non canzoni rompi cuore, ma canzoni come “Here I am” di Prickily; poi mi
Maria Era una ragazza candida, cresciuta per essere moglie, avere figli, prendersi cura della casa, della famiglia. Maria avrebbe potuto essere la donna ideale per un uomo senza ideali. Dopo alcune volte che era uscito con lei, Max capì che era il perfetto prototipo della donna dei paesi in via di sviluppo. Era culturalmente determinata.
Ann Ann aveva un viso malinconico, gli ricordava Dorothy. Max aveva un debole per questo tipo di ragazze, una specie di attrazione incosciente per i moribondi prematuri. L’aveva incontrata una sera durante l’intervallo in un teatro di Carlton. Ambedue erano andati a vedere Amleto. Ad Ann piaceva molto Amleto, l’aveva visto parecchie volte e lo
Ophelia Si chiamava proprio così: Ophelia. L’aveva incontrata ad una conferenza di psichiatria. L’oratore era un notissimo psicoanalista melbourniano. Il titolo della sua conferenza: “Disturbi mentali e disagio sociale”. Quando l’oratore finì di parlare, Max chiese perché tanti maschi australiani cercavano donne di altri paesi e particolarmente donne indonesiane. Lo psicoanalista rispose dicendo per prima
Tenny Era sofisticata, intelligente, ambiziosa, al passo con le idee del suo tempo, emancipata culturalmente e sessualmente. Aveva ventinove anni, era insegnante d’inglese e una femminista convinta. Era stata in America, Europa, Africa, Indonesia e in altre parti del mondo. Era molto bella. Aveva gambe tornite e lunghe da far sbavare anche un eunuco. I
Edith Edith aveva una testa piccolina sotto un’enorme zazzera di capelli ricci e neri come la pece, portava stivali lunghi lucidi a tacco alto e una giacca elegante e attillata di pelliccia, anch’essa nera come la pece. Era il tipo di donna che faceva di tutto per non passare inosservata. Voleva essere sempre al centro
La tirannia del tempo Il tempo non esiste, il tempo è vita, il tempo è consapevolezza, il tempo è indifferente, però quando si firmano contratti, il tempo vola, il tempo, col suo silenziosissimo tic tac, avanza, avanza alla velocità della luce e senza tregua. Erano già trascorsi parecchi mesi dalla sera del suo trentunesimo compleanno
Vorrei, amici di Internet, nei prossimi post, pubblicare un lungo racconto scritto tantissimi anni fa quand’ero a Melbourne, in Australia, in un periodo molto difficile e problematico della mia vita: volevo, volevo a tutti i costi trovarle, darle un senso. Il risultato è stato questo scritto: “Il Contratto”. Ne sono uscite parti un po’ lunghe,
Quando dissi questo la prima volta a Camille, mi guardò male, stupita, pensava che la stessi prendendo in giro. No, no, mi affrettai a dirle, non ti sto prendendo in giro, non sto neppure scherzando, affatto, sto solo cercando di ragionare con la testa dei maschi, les mâles. Quando questi vedono un culo come il
Né a casa né a scuola qualcuno gli aveva mai detto che l’uccisione, la guerra, la ferocia, l’ingiustizia, l’assurdo facevano parte del nostro modo di vivere tanto quanto leccarsi un gelato in un caldo giorno d’estate. Enrico, fino ad una certa età, aveva conosciuto solo la realtà del gelato, non quella della barbarie umana, questa
Era ormai da alcuni anni che Enrico faceva delle strane cose: si caricava di oggetti pesanti e s’infilava come una talpa in vani angusti e stretti. Quand’era in questi buchi avanzava piano e con sforzi e si fermava solo quando sentiva la pressione che proveniva dal suolo e dalla volta rompergli le ossa. A casa
Paolo il muratore aveva ascoltato con interesse la lunga tirata dell’Onorevole. Si era morso più volte le labbra mentre lui parlava e continuava a trovare difficoltà a credere a quello che sentiva. Si era illuso, quindi, se quello che diceva l’Onorevole era vero, di vivere in un paese democratico, giusto, dove tutti i cittadini erano
Gli operai che lavoravano alla costruzione della villa dell’Onorevole, si dimenavano più del solito a causa della presenza dei signori. Non si sapeva mai, avrebbero potuto riferirlo al loro padrone se non si fossero dati da fare. Paolo, però, aveva iniziato a far finta di lavorare, ma in verità non faceva che ascoltare con attenzione
Paolo era un muratore. Durante la bella stagione costruiva in montagna ville per i signori. Stava per andare in pensione. Tutta la sua vita era stata percorsa da questo desiderio: smettere di lavorare e prendersi la così meritata pensione. Le belle stagioni, lo sbocciare dei fiori, il canto degli uccelli, il mormorio dei ruscelli in
Ecco una cosa che non ho mai capito: perché dovrei io avere rispetto per uno come te? Le combini di tutti i colori, raramente ne azzecchi una, avveleni tutto ciò che tocchi, distruggi la mia vita e la vita dei miei figli, e io dovrei avere ancora rispetto per uno come te? E dove sta
Si raccontava in quei tempi, al tempo dei Mubatta, d’un paese abitato da un popolo acchiappa Schidiburì (una razza di fantasmi invisibili), e da qui il suo nome “il popolo Shidiburì”. Si raccontava anche che la classe dominante, stufa marcia di governare questo popolo, stufa marcia di fregarlo, di bastonarlo, di ingiuriarlo, di sputargli
Oggi ho visto, nel Palazzo dell’Eldorado, un fracco di topi, topi che correvano da tutte le parti, topi che squittivano, topi spaventati, topi col pelo ritto, topi con gli occhi impauriti, topi che si muovevano con circospezione, pronti a svignarsela in caso di pericolo, topi che si riunivano intorno alle loro tane, buchi, fogne e
Mi sono svegliato questa mattina, primo maggio 2012, di malumore. Nulla mi consolava, nulla m’invitava a sorridere, nulla m’incitava a continuare a vivere. Ho pensato ch’era giunta l’ora, l’ora di farla finita. Come? Il tritolo, una bella carica di tritolo avrebbe risolto il mio caso. Certo, avrei sporcato un po’. Pazienza. L’idea mi è piaciuta.
“Non aspettare neppure un istante, se puoi, per carpire ciò che desideri”, mi disse quella volta Nino con gli occhi pieni di lacrime, “perché ogni istante potrebbe essere l’ultimo”. Eravamo seduti sulla terrazza d’un caffè. Le tazzine vuote. “Se ne andò vergine, finì per dire, se ne andò vergine!, capisci?” Io lo guardavo, non parlavo,
Ti sei mai trovato, Rossi, ad assistere persone in fin di vita, in un ospedale, in un ricovero per anziani? Insomma, ti sei mai trovato di fronte a un moribondo? Io ho fatto questa esperienza in un pronto soccorso. Ero andato per farmi medicare un dito dopo avergli dato, per sbaglio, un colpo di
Qualche tempo fa, una signora di alta classe, ad un certo punto della sua vita, dato il suo status e i suoi miliardi, decise di darsi, tra tantissime altre cose, anche alla scrittura. Non scriveva lei. Questo, quelli che avevano fiuto, l’avevano subito capito. Faceva fatica a tirare giù una sola riga senza sbagli e
Orazio Guglielmini scrive a Rossi. Vorrei iniziare questo racconto, Rossi, raccontandoti, anche se brevissimamente, per quali vie ardue sono arrivato a conoscerti. Lo so, ti avevo dato altre spiegazioni, ma questa, credimi, è stata determinante. Tu sei, e non ci crederesti, tu sei la mia fortuna! Sì, Rossi, è stata una vera fortuna incontrarti. Se
Gli homo camminavano per le strade tesi e circospetti. Se qualcuno si avvicinava a qualcuno, il suo cuore era già in subbuglio. Ai semafori, gli automobilisti, nonostante avessero i finestrini ermeticamente chiusi, si guardavano nervosi intorno, pronti a passare anche col rosso. Quando uno entrava in un negozio, in un bar, ovunque, se non
Era nata e cresciuta in una famiglia di periferia. Dura da bambina, dolce da adulta. Anche se era carina con lei, la madre non le piaceva, adorava il padre. Una volta gli chiese, doveva avere dodici anni, di insegnarle cos’era il sesso. Lui, come risposta, le aveva dato uno schiaffo. Non se l’era presa, aveva
Sogni. Sogni che stai cadendo. Prendi coscienza. Stai cadendo di brutto. È già confusione. Ti senti invaso dall’ansia, scattano le mani. Si dimenano. Cercano di afferrare qualcosa. Non trovano nulla. Cadi. Sei già nel vuoto. Tutto il tuo corpo entra in azione alla ricerca d’una presa. Niente, non trova niente. Ti dimeni, ti contorci, precipiti.