Editori e scrittori del Bel Paese – 5 post, il terzo
A mio modo di vedere, gli scrittori e gli editori italiani, consciamente o inconsciamente, sono i responsabili dell’analfabetismo in cui il popolo affoga. Il popolo di Charles Dickens, nel diciannovesimo secolo, leggeva molti più libri di quanti ne legge il popolo italiano oggi nel 2013. Qui, in questo paese, gli scrittori non conoscono il popolo; il popolo non conosce i suoi scrittori. Non per nulla non legge, è rimasto illetterato, e se legge, legge Topolino; e se legge, legge scrittori stranieri. Quelli italiani li legge a scuola perché non può farne a meno: gli vengono imposti! E così, scrittori ed editori raccolgono i frutti che hanno seminato: non vengono letti né vendono libri. Il boomerang ha svolto il lavoro che prima o poi, inevitabilmente, avrebbe dovuto svolgere: gli è arrivato in testa.
Ho iniziato a scrivere quand’ero ancora un ragazzo e pascolavo il gregge sulle colline e montagne calabresi e ho imparato, a mie spese e in terre straniere, a distinguere, lungo la mia vita, tra cavoli e pegaso. L’Italia, la vera Italia, e chi non vuol sentire il suo lezzo si turi il naso, non vende letteratura né cultura di emancipazione, ma propina una letteratura e una cultura di oscurantismo e di schiavismo mentale e medioevale (Voltaire, Flaubert, Goethe, questo l’avevano già capito). Il popolo, ahimè, conferma questa triste realtà. È rimasto schiavo e ignorante, pesta petto e sentimentale, credulone e bigotto, meschino e morto di fame. Non per colpa sua, ovvio, ma per colpa di quelli che vogliono tenerlo così, condizionato e baciasanti! Niente di più degradante, niente di più infamante per un paese che pretende di essere civilizzato.
Culturalmente parlando, cosa esporta, divulga, diffonde l’Italia in giro per il mondo? Che tipo di idee? Non idee emancipatrici, non scienza e filosofia, non una letteratura con una spina dorsale. Il popolo che abita questo paese lo sta dimostrando giorno dopo giorno che una spina dorsale non ce l’ha. Che tipo di politica esporta? Una politica indegna e vergognosa che più indegna e vergognosa non si può. Cos’altro esporta? La religione? E cos’altro è la religione eccetto che superstizione e oppio dei popoli? Quando il papa va in altri paesi, non va a portargli scienza, conoscenza, illuminismo, democrazia, affatto, va a portargli l’incultura, va a portargli medioevalità, oscurantismo, fondamentalismo, ecco cosa esporta all’estero il papa. Qual è, allora, il gioco dell’Italia sulla scacchiera internazionale, quello di emanciparsi ed emancipare i popoli o quello di affogare il mondo e se stessa in un medioevalismo e oscurantismo abissali?
Tutto questo e molto altro è lavoro dell’élite, della sovrastruttura, della casta dominante, lavoro, soprattutto, di scrittori ed editori. Le eccezioni, in questo paese di gomma, tanto care alla signora Mirella Tenderini, non contano!