Editoria italiana, Andrew Wylie e Amazon
L’agente letterario americano, Andrew Wylie, minaccia: “Attenzione a Amazon, distruggerà i libri” (12 ottobre 2014). Non capisco se dice questo, mister Wylie, perché è realmente così, e nel caso fosse realmente così, dovrebbe però dimostrarlo, oppure dice così perché le grandi fabbriche della carta stampata italiana l’hanno pagato. Penso che quest’ultima sia la cosa più probabile.
Intanto lei, mister Wylie, suppongo che non sappia che l’editoria italiana, e particolarmente la grande editoria, è sovvenzionata dallo Stato (vedere Milena Gabanelli, Report, Rai tre, 27 maggio 2007). Questo usa i soldi dei contribuenti per finanziare e tenere sotto controllo tutti quei cervelli che sotto controllo non vogliono essere. Eppure, con l’aiuto dei signori della carta stampata, ci riesce non poco.
Ora, un’editoria sovvenzionata e influenzata dal Sistema, quale merito può avere? Nessuno. Perché nessuno? Perché non è libera di pubblicare ciò che desidera, ma ciò che l’autorità statale gli impone di pubblicare. Grazie a questo connubio Stato-editoria (eccezioni a parte), il popolo italiano è rimasto l’ultimo in Europa e forse nel mondo intero nella lettura di libri.
Per quello che mister Andrew Wylie dice su Amazon, non sono d’accordo. Compro ormai da tempo libri da Amazon. Li compro con il 15% di sconto. Mi arrivano direttamente a casa entro 2/3 giorni dall’ordine. L’Amazon prende i soldi dal mio conto solo e solo quando ha la merce da me richiesta. Mi dà anche un margine di tempo, nel caso avessi cambiato idea, di disdire l’ordine. Riesce quasi sempre a scovarmi e procurarmi un libro che nelle librerie non c’è più. I suoi impiegati sono preparatissimi e gentilissimi (sono al corrente della politica severa che Amazon applica coi suoi dipendenti, ma questi sono fatti interni suoi, io come cliente voglio solo un buon efficiente servizio e Amazon me lo dà), cosa, allora, potrei chiedergli di più? Se le librerie italiane offrissero un tale servizio, dove sarebbe il problema?
Allora, quando l’agente letterario americano, Andrew Wylie, minaccia: “Attenzione a Amazon, distruggerà i libri”. In realtà, chi li distruggerà veramente i libri, l’Amazon o la grande editoria italiana? Questa domanda ha una risposta chiara tonda e immediata: sicuramente non l’Amazon, tutt’altro, ma gli editori al servizio dello Stato. Sono loro che distruggono i libri e la voglia di leggere. L’hanno sempre fatto. Infatti, ci sono pochissime persone che leggono in questo paese, e queste poche persone che leggono, guarda caso, per la maggior parte di loro, leggono letteratura straniera. Perché? Perché la letturatura italiana, con qualche eccezione, sempre e sempre grazie alla grande editoria, è vecchia, malata, decadente e, in ultimo, inutile, nociva e morta.
E allora, ci chiediamo ancora noi, Andrew Wylie, con quale cognizione parla quando dice “Attenzione a Amazon, distruggerà i libri? … Il mondo intero stia attento ad Amazon, e faccia regole adeguate a difesa dei libri, altrimenti i libri moriranno.” In questo paese, dear mister Wylie, non sono i libri che dovrebbero morire, ma tutti quelli che li stampano indegnamente.