Einstein, un pilastro di cartapesta della fisica moderna 2*

ovvero

La mia chiacchierata a Singapore

 

 “Per una nuova visione

dell’universo e della vita.”

Orazio Guglielmini

 

Parte seconda

In questa chiacchierata, “il vero inizio dell’universo”, parlerò delle sue radici.

La specie umana, da quando è diventata umana, non ha fatto altro che cercare le sue origini. Non le ha trovate. Piuttosto, nel corso dei secoli, si è inventata un sacco di cose irrazionali e dannose per la sua salute fisica e mentale. Un ristretto numero d’individui, cioè i furbi, ben comprendendo il potere di queste invenzioni, se ne è appropriato e, da allora, ha trovato il modo d’imporre queste assurdità mentali e d’imporsi alla maggior parte dell’umanità, soggiogandola al suo volere.

Quello che qui ci riguarda non è questo, è la storia dell’universo. Perché ci riguarda? Perché la sua storia è la nostra storia. Questa, stranamente, ha molti finali – grande implosione, grande strappo, grande congelamento, grande rimbalzo, ecc. – ma non un solo inizio. Nessuno osa andare oltre il muro di Max Planck o, più facilmente detto, oltre il big bang. Tutto è iniziato in questo momento. Ma il big bang non è l’inizio dell’universo. Assolutamente no. È ridicolo anche solo pensare che il big bang sia apparso dal nulla così, tutto d’un colpo. Insomma, un altro tipo di universo stazionario, immutabile e perfetto!

Io, in ogni modo, non la vedo in questo modo. In realtà, quando accadde questo evento, tra i tredici e i quattordici miliardi di anni fa, miliardo più miliardo meno, l’universo era solo a metà del suo viaggio.

(slide 5, l’astronave) **

Visto questa mega falla sapienziale nella nostra cosmologia, è giunto il momento di correggerla. Vi parlerò quindi delle fondamenta del nostro universo e, per rendere chiara e realistica questa base cosmica, vi porterò prima al big bang e, in seguito, non solo ve ne parlerò, ma vi porterò anche lì dove tutto ebbe inizio.

Ho costruito un’astronave, un’astronave molto veloce e confortevole, la più veloce e confortevole al mondo. La nostra astronave va più veloce della luce. La luce percorre più o meno 300.000 chilometri al secondo: la nostra astronave, guidata dalla mente, va molto più veloce: fa anche più di 14 miliardi di anni al secondo!

Einstein ci dice che non c’è nulla di più veloce della luce. Sbagliato, non è così. La mente è più veloce della luce. Dopotutto, la nostra mente – o il nostro cervello, se preferite – è fatta degli stessi fenomeni dell’universo. Il nostro corpo è un’estensione del corpo dell’universo e la nostra mente è una figlia legittima degli elementi che lo compongono. Siamo contemporaneamente materia e mente; ma con questa differenza: prima viene la materia e poi la mente, prima gli elementi e poi il cervello. Detto diversamente, nessuno può dire che dove finisce la realtà fisica, lì inizia quella mentale, perché, per come il mondo è fatto, non c’è l’una senza l’altra. Nei fatti, lì dove la mia mente è, lì c’è anche il mio corpo e viceversa. Se penso a Biella, la città in cui vivo, lì ci sono, nello stesso tempo, il mio corpo e la mia mente. Siamo un piccolo universo in miniatura.

Bene. È tempo di viaggiare, di salire a bordo della nostra nuovissima astronave. Siete tutti seduti comodamente? Non qui in questa sala di Singapore, ma nella nostra astronave? Sì? Okay, allora. Si parte. Vi porterò lì, lì dove è avvenuto il big bang. Andiamo!

Non male, eh? Solo qualche secondo dalla Terra al big bang! Wow! Siamo arrivati! Ve l’avevo detto che siamo molto veloci, grazie alla nostra ben istruita e ben impostata mente: che astronave e che mente!

Andiamo con ordine. Ora voglio farvi vedere prima il big bang, poi farvi toccare con le vostre proprie mani i resti del big bang; in seguito mostrarvi il proto-elementoe, dopo il proto-elemento,portarvi nella zona del nulla del nulla, il luogo da cui noi tutti proveniamo.

(slide 6, il big bang)

Eccoci arrivati. Questo è il luogo dov’è avvenuto il big bang, il big bang che vedete sullo schermo. Ognuno può immaginare questo happeningcome meglio desidera. L’evento del big bang non è fantasia, è accaduto e ne abbiamo molte innegabili prove.

(slide 7, il resto del big bang)

Questi che vedete sono i suoi resti. Pensate che qui, qui davanti a voi, ci sono le spoglie del glorioso bang. E non solo. Potete anche vedere, qua e là, focolai di materia incandescente, polvere cosmica, nuvole di fumo, rovine, relitti cosmici, crateri, montagne di detriti, caos ed è tremendamente caldo, ma fortunatamente non qui sulla nostra astronave. Col tempo (il tempo qui e altrove è sempre visto come concetto), col tempo tutto questo caos scomparirà e, una volta scomparso, nessuno potrà più dire come, dove e quando è iniziato l’universo.

Tuttavia, una volta compreso questo avvenimento cosmico, ci rendiamo conto che il big bang non è il vero inizio dell’universo, ma solo un evento causato dal proto–elemento.Se i miei calcoli sono corretti, la sua età non è di 14 miliardi di anni, come si pensa di solito, ma almeno il doppio, miliardo più, miliardo meno, 14 prima del big bang e 14 dopo.

Qualcuno di voi potrebbe chiedere: “Il nostro è il primo big bang?”

E la risposta è: “Non lo sappiamo. Potrebbe essere, ma potrebbe anche non essere o potrebbe essere il trilionesimo del trilionesimo big bang”.

Un’occhiata a ciò che resta del big bang l’avete data; adesso andiamo, come vi ho promesso, all’inizio dell’universo, all’inizio del big bang. Date ancora, se volete, un’altra occhiata in giro, perché da qui, tra poco, viaggeremo fino alla fonte dell’universo, lì dove tutto ebbe inizio. La nostra astronave è pronta.

(slide 8, il nulla del nulla)

Eccoci arrivati! Benvenuti nel nulla del nulla primordiale! Si chiama proprio così, la base del nostro universo: il nulla del nulla primordiale. Qui, come constatate, è tutto buio, buio pesto. Questo è il mondo iniziale: zero materia, zero particelle, zero luce, zero vita. Non si vede, se volete che la mettiamo in questo modo, niente.Questo sì. E noi chiamiamo questo niente il nulla del nulla. L’ampiezza di questo fenomeno potrebbe essere tanto grande come la punta d’uno spillo quanto infinita, da ogni lato si consideri. Qui, se possiamo pensarla così, è il regno del nulla del nulla più totale e assoluto.

(slide 9, il proto-elemento)

Ad un certo punto, da questo nulla del nulla, è nato spontaneamente l’universo. Non tutto in una volta, naturalmente, ma tutto ebbe inizio con una piccola lillipuziana particella. Proprio così, con una piccola lillipuziana particella. Il magico di questa particella, che noi chiamiamo il proto-elemento,è che, come nell’ovulo c’è tutto l’essere umano, così in essa c’è tutto l’universo. Questo evento primordiale è imprescindibile se si vuol capire il mondo in cui viviamo e se vogliamo dargli anche un senso, un senso umano, ovviamente: l’unico che gli si può dare. Senza un inizio spontaneo e naturale, l’universo sarebbe assurdo. Qualcosa d’inconcepibile.

(slide 10, l’abisso cosmico dei filosofi)

Secondo i filosofi, nel punto preciso in cui ci troviamo ora, c’è un abisso insuperabile, qualcosa che rimane per sempre oscuro da un lato, illuminato dall’altro: e, in mezzo ad essi, c’è una voragine senza fondo. Schopenhauer lo definisce meraviglia scientifica e filosofica, Martin Heidegger angoscia esistenziale, Jean-Paul Sartre il nulla e Albert Camus l’assurdo. Purtroppo non ho il tempo di approfondire questo gergo filosofico. Sarà, forse, per un’altra volta. Ora dobbiamo continuare con l’origine e la nascita dell’universo.

Qualcuno di voi, a questo punto, potrebbe chiedere: “Com’è successo tutto ciò?”A questo proposito, voglio raccontarvi due storie. La prima parla della seconda metà della vita dell’universo e la seconda parla della prima metà della sua esistenza.

Cominciamo con la seconda metà. È più facile. Parla di fatti, di cose vere come siamo noi e le altre specie della terra. A partire dall’homo sapiens, e andando a ritroso lungo l’evoluzione cosmica, prima troviamo l’homo habilis, un antenato della nostra specie. Esisteva due milioni e mezzo di anni fa. Prima che l’homo habilis arrivasse, troviamo i dinosauri e, prima dei dinosauri, il periodo cambriano, 540 milioni di anni fa; e, prima del periodo cambriano, c’è la formazione della Terra, quattro miliardi e mezzo di anni fa. Continuando ad andare indietro, incontriamo il Sole, quindi la supernova che ha dato alla luce il Sole e, con la supernova, siamo già nella nostra galassia, la Via Lattea. Continuando così, arriviamo al big bang e, così facendo, possiamo anche dimostrare che il nostro universo ha la sua storia come noi esseri umani abbiamo la nostra.

Con la prima metà dell’universo, non possiamo procedere come abbiamo fatto con la seconda. Qui, nella prima metà della sua vita, dobbiamo procedere come fanno i paleontologi: con la scienza, con l’intuizione, con l’induzione e la deduzione, in modo logico, ma, purtroppo, non con fatti empirici. Questi mancano. Quello che voglio dire è questo. Per i paleontologi è sufficiente entrare in possesso di una sola prova – un arto, un singolo osso, un teschio – dell’animale sparito e sono in grado di ricostruirne l’intero corpo. Noi non possiamo fare la stessa cosa con l’universo. Non abbiamo reperti, prove, non abbiamo niente di questo periodo della sua vita. Partendo da ciò che sappiamo del nostro universo esistente, dobbiamo ricostruire la vita di quella prima metà che non conosciamo. Ed è quello che faremo. Procederemo in modo razionale e, passo dopo passo, arriveremo al suo inizio. Saremo obbligati a seguire una linea di pensiero rigorosa, direi persino che la nostra linea di pensiero è tanto rigorosa da poterla paragonare sia con quella della scienza sia con quella della filosofia: ed è quello che faremo nel prossimo capitolo.

Nel prossimo post “Tra il nulla del nulla e il proto-elemento”

*         Vedere il primo post.

**       Non fate attenzione alle parole “slide” che troverete lungo questo scritto. Doveva essere una conferenza che purtroppo non c’è stata.

© Francis Sgambelluri

 

 

 

 

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