Einstein, un pilastro di cartapesta della fisica moderna 4*
ovvero
La mia chat a Singapore
Parte quarta
In questa chat, “ha senso l’uomo nel mondo in cui vive?”,parlerò della realtà cosmica e della realtà umana così come sono e non per come vogliamo che siano. Perdonatemi se insisto su questi due modi di vedere il mondo: uno obiettivo e l’altro soggettivo. In altre parole, io divido il mondo in reale e non reale. Particelle, atomi, molecole e tutte le cose fisiche sono reali; teorie, ideologie, norme e concetti sono irreali, nel senso che non sono fisici, esistono solo come idee e solo grazie al mondo fisico. Quest’ultimo è totalmente indipendente dal mondo umano. Certo, noi esseri umani possiamo avere una limitata influenza sul mondo fisico, un’influenza locale, superficiale, epidermica, ma alla lunga il mondo ricomincia a essere sempre il vecchio mondo. Detto diversamente, l’armonia è una cosa temporanea nel nostro universo, il caos e il contingente sono la sua vera natura.
E come se questo non bastasse, c’è da dire anche che l’intero universo è un concetto metafisico, un concetto che va oltre la fisica. La sua essenza non è fatta di particelle, atomi, sostanza, corporeità, la sua essenza, come sappiamo, è fatta del nulla del nulla. Questo è ciò che ha dato vita al mondo. Quindi, quando parliamo dell’universo, dobbiamo tenere a mente che stiamo parlando di qualcosa che va oltre la scienza e noi stessi.
Tutto questo mi porta a parlare, in questa quarta parte, dell’uomo e del suo posto nell’universo. Per farlo scatterò otto brevi istantanee e in questi flash cercherò di descrivere l’universo e la nostra posizione in esso nel modo più obiettivo possibile, proprio come ho provato a fare in questi incontri sin dall’inizio.
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Prima immagine dell’universo.
Proviamo a vedere, per un istante, tutti i fenomeni che compongono l’universo, non nel modo in cui vogliamo vederli, ma per quello che sono realmente: oggetti senza nomi, senza identità, senza scopi, oggetti nudi e crudi in un immenso vuoto. Se li vediamo così, allora li vediamo per quello che sono. È questa la loro realtà, la loro natura, la loro anima. Quindi, se noi, noi esseri umani li vedessimo realmente per tali e quali sono, come ci apparirebbero? Ci apparirebbero come corpi, corpi grandi e piccoli, forti e deboli, di lunga e breve durata, corpi e nient’altro che corpi.
L’universo, quando vogliamo vederlo com’è e non come vogliamo che sia, è un ammasso di fenomeni, fenomeni di tutte le immaginabili e inimmaginabili dimensioni, strutture, proprietà, categorie, e voilàla sua nuda e cruda realtà: una massa di oggetti, di fenomeni, di meraviglie e d’incubi, niente più, niente meno che una massa di elementi fisici che si muovono caoticamente in uno spazio senza frontiere e infinito. Corpi, dunque, corpi che si scontrano follemente e cecamente l’uno contro l’altro, corpi che si sbriciolano, polverizzano e, alla fine, spariscono perdendosi e disintegrandosi nell’immensità in cui si trovano. Questo è il nostro universo, il nostro edificio cosmico e questa è anche la sua verità e la sua realtà ultima.
Qualcuno di voi potrebbe dire: “Non è vero che l’universo è solo una massa di oggetti fisici e niente di più. Basta prendere come esempio il nostro cervello, cultura, creatività per dimostrare che ciò che lei ha appena detto è sbagliato”.
A questa osservazione risponderei dicendo che, se consideriamo la massa degli oggetti che costituiscono l’universo solo a breve termine, allora l’osservazione è corretta. Corretta, ovviamente, fino a un certo punto, poiché tutti i valori che abbiamo dato all’universo sono nostri, glieli abbiamo attribuiti noi a esso e non viceversa. Invece, se vediamo questa massa di oggetti a lungo termine, in milioni e miliardi di anni, allora ci rendiamo conto che, per questa massa di oggetti costantemente in collisione fra loro, noi siamo solo momentanei pus, prurito, polvere, immondizia o, se volete, perché no, passeggera decorazione e nulla più.
Seconda immagine dell’universo.
È tempo di ammettere che ci sono solo due forze dominanti nell’universo, e che queste due forze non sono la meccanica quantistica né la relatività generale. Affatto. Queste due forze dell’universo sono l’espansione e la contrazione: l’espansione e la contrazione sono prodotte dalla materia, dalle cose esistenti, dai fenomeni. Nessun fenomeno, nessuna espansione e nessuna contrazione, quindi nessuno universo. Ma l’universo esiste, quindi anche l’espansione e la contrazione. Tutti questi corpi – meteoriti, pianeti, stelle, galassie, buchi neri – che sfrecciano caoticamente e ciecamente nell’immenso, si attraggono l’un l’altro in base alla loro massa. I grandi corpi diventano ancora più grandi e i piccoli ancora più piccoli. Lo scopo? Nessuno. Obbediscono a una legge che loro stessi producono, la legge della gravità. Questo è tutto. Il resto è secondario o, se preferite, dotto bla bla.
Terza immagine dell’universo.
La verità del mondo in cui viviamo è questa: una volta usciti dal nostro sistema solare, brancoliamo tutti nell’incertezza, nell’ignoranza e nell’oscurità riguardo alla reale conoscenza dell’universo e, nonostante ciò, pretendiamo di conoscerlo come le nostre tasche. Certo, possiamo conoscere alcune cose di base, come il nulla del nulla, le particelle, gli atomi, ma non possiamo sapere esattamente come la materia è disposta e come si comporta al di fuori del nostro sistema solare, e non parliamo poi di distanze ancora più grandi.
Per sostenere questa idea basta un solo esempio tra miliardi di altri esempi possibili, un esempio preso dalla “Teoria del caos”.Prendiamo uno dei tanti “effetto farfalla”.Possiamo dire che, per quanto riguarda la nostra esistenza su questo pianeta, sarebbe bastato solo un piccolo, molto piccolo spostamento dell’asse terrestre e la vita non sarebbe stata più possibile su di esso.
L’uomo è una creatura di questo mondo, di questo luogo, di quest’atmosfera. Fuori da essa, anche nello spazio più vicino alla Terra, la sua vita e la sua esistenza sono in pericolo. La Terra è il suo corpo, il suo cuore, la sua mente, la sua anima, la sua casa, il suo mondo, il suo universo. Fuori da questo cosmo in miniatura in cui vive l’uomo, per lui è il 99% di oscurità e solo l’1% di sopravvivenza, forse! L’uomo è, e lo sappiamo, un prodotto di questa grande pietra che chiamiamo Terra e dei suoi elementi; lontano da loro è un espatriato, un extra-terrestre, se volete. L’uomo è modellato dalla testa ai piedi con gli elementi di questo mondo e a questo mondo lui appartiene, nel bene, nel male e fino a quando non scomparirà.
Quarta immagine dell’universo.
Viviamo, piaccia o no, in un cratere cosmico, il cratere che il Sole ha creato nello spazio con la sua massa, e in questo cratere siamo nati, viviamo e moriamo. Questo è il nostro nido e anche il nostro destino finale prima o poi, perché è così che funzionano le cose nell’immensità in cui viviamo. Il cratere cosmico in cui ci troviamo è per noi come un alveare. Le api nascono, vivono e muoiono nel loro alveare, così noi umani: nasciamo, viviamo e moriamo nel cratere cosmico, il nostro alveare. Non esiste una scorciatoia, siamo prigionieri dall’enorme spazio vuoto che ci circonda e ci separa dagli altri mondi.
Questo ci porta a dire ciò che non piace sentir dire, e cioè che quando ci inchiniamo umilmente al mondo fenomenico a cui apparteniamo, scopriamo che nessuna scienza o filosofia può tirarci fuori dalla nostra gabbia e solitudine cosmica
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Quinta immagine dell’universo.
Sappiamo, ma solo pochi di noi trovano il coraggio di dirlo, sappiamo che uno di questi giorni, proprio così, uno di questi giorni, un enorme asteroide spunterà dal profondo del cosmo e si dirigerà dritto dritto verso la Terra. Passa vicino al Sole, sfiora Mercurio, quindi Venere, evita la Luna, flirt con le armi nucleari dell’uomo e si schianta violentemente contro la Terra.
Cosa dire di questo evento? Niente, niente da dire, solo uno come tanti altri. Nel nostro mondo questi eventi sono di routine, la regola e non l’eccezione.
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Ora pensate allo scontro brutale tra l’asteroide e il nostro Pianeta, uno scontro che ha distrutto tutta la vita e tutto ciò che l’uomo ha costruito su di esso in millenni. Tanto per cominciare, pensate che il nostro Sole abbia notato qualcosa? che Venere, Marte e la Luna abbiano notato qualcosa? che il resto del sistema solare abbia notato qualcosa? che la Terra, la grande pietra che fa i suoi giri e giretti da miliardi di anni intorno al Sole, abbia notato qualcosa? che il mare, i continenti, le montagne, le isole abbiano notato qualcosa?
No, niente. Tutti sordi, ciechi, muti, indifferenti. Nessuno ha visto nulla, nessuno ha sentito nulla, nessuno ha notato nulla, tutto continua come prima, come se nulla fosse successo; tutto, nel sistema solare, continua ad andare per la sua strada, proprio come prima, proprio come se nulla di nulla fosse successo.
Domanda: “La Terra è mai stata abitata?”
Risposta: “No, mai, perché nessuno lo scoprirà mai in un modo o nell’altro”.
Sesta immagine dell’universo.
La nostra vita, in questo pandemonio in cui ci troviamo a vivere, non è fatta di secoli e di anni di vita come si pensa, ma di momenti e tutti schiavi di un eterno qui e ora. Non possediamo altro in questo mondo così plasmato, solo questo qui e ora.Per noi esseri umani, l’eternità significa proprio questo: qui e ora!
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Settima immagine dell’universo.
In una prospettiva cosmica possiamo vederci tutti, nessuno escluso, come un trapezista che cammina su una corda tesa sopra un abisso senza fondo. Non c’è nulla in vista, solo la corda, noi e l’abisso. Questa è la nostra realtà e questa realtà conosce solo il presente, l’eterno presente. Questo eterno presente non ha nulla a che fare con il tempo, ma con la durata per cui il nostro corpo, un fenomeno tra i fenomeni, riesce a sopravvivere bilanciandosi sull’abisso sul quale, dalla nascita alla morte, è obbligato a camminare.
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Ottava immagine dell’universo.
Questa è, in poche parole, la nostra realtà. È da qui che dobbiamo iniziare se vogliamo costruirci una casa e dare un significato reale e vero alla nostra vita, una vita che vale la pena di essere vissuta, una vita, appunto, reale e vera, anche se questo significa costruire su un abisso; una vita, dunque, senza illusioni e totale. Vivere con questa consapevolezza e lucidità mentale è il massimo che un essere umano può raggiungere. Questa visione non è più una visione disperata e assurda, come la vorrebbero certi filosofi, è una visione sana e obiettiva, perché è in armonia con il resto dell’universo. Questa visione, la visione che abbraccia la nostra vita e la totalità dell’universo, ci redime come figli del nulla del nulla e ci rende immortali. Ciò significa, naturalmente, accettare la vita e l’universo per quello che sono e non per come noi vogliamo che siano!
Nella prossima parte, l’ultima, vorrei concludere questa visione sull’uomo e sull’universo con una fiaba.
* Vedere il primo post.
** Non fate attenzione alle parole “slide” che troverete lungo questo scritto. Doveva essere una conferenza che purtroppo non c’è stata.
© Francis Sgambelluri
Pus, immondizia , polvere.
Giordano Bruno si starà rivoltando nella tomba. Lei non ha espresso alcunché di originale. Solo materiale di seconda mano (Platone , Kant, Nietzsche, Husserl) ma spiegato e trattato in modo maldestro e superficiale. Che tristezza.
E’ piu realista del Re. Ma manca di fantasia. Sognare e illudersi e anche lo scopo della VITA.