Evviva, il presidente della Repubblica delle banane, Cisibibi, scende di nuovo in campo! (1)

Intervista al presidente Cisibibi, padrone assoluto della Repubblica delle banane.

“Signor presidente, so che lei è sempre superoberato di impegni. Le farò solo qualche domanda. Sappia che sono un portavoce del Popolo e che cercherò di porle quel tipo di domande che il Popolo avrebbe voluto porle, se gli fosse stata offerta questa possibilità. Detto questo, possiamo iniziare”.

“Inizi, allora”.

“Se un poveretto le chiedesse l’elemosina per strada, gliela farebbe?”

“Altroché!”.

“E qual è, secondo lei, la differenza tra una persona che chiede l’elemosina e un lavoratore?”

“Tanta, direi”.

“Non sempre. Può darsi che la persona a cui lei ha fatto l’elemosina fosse un ex-lavoratore. Uno di quelli che si trova economicamente all’ultimo gradino della scala sociale”.

“Può darsi”.

“Anche lei pensa, signor presidente, però non lo dice, of course, che il tipo a cui avrebbe fatto l’elemosina, era un poveretto. Quest’ultimo aggettivo l’ho messo io in bocca a lei ma, in realtà, è così che la pensa, vero?”

Touché”.

“È così che lei si esprime nei confronti di questi poveri diavoli che sgobbano da mattina a sera fino a quando hanno un lavoro; poi, quando non lo trovano più, scendono in strada e chiedono l’elemosina?”

“Aspetti, aspetti, il suo modo di fare domande è pieno di trabocchetti. Vuole rifarmi l’ultima?”

“Più avanti. A proposito, ha sentito di quel tipo che si è dato alle fiamme nel capoluogo partenopeo, perché non riusciva a trovare un lavoro e a portare da mangiare ai figli?”

“Orribile”.

“Proprio così, orribile. Signor presidente, mi sa dire chi ha mandato sul marciapiede il poveretto a cui lei ha fatto l’elemosina?”

“Ora è meglio che vada. Ho molti impegni, io”.

“Lo so, signor presidente, ma abbiamo appena incominciato”.

“Non me ne importa un accidente”.

“Queste però sono le domande che vuole farle il Popolo”.

“Non lo metto in dubbio”.

“E, in ogni modo, lei non può uscire dallo studio. È chiuso a chiave. Neppure le sue numerose teste di cuoio possono disturbarci”.

“Se mi ha fatto questo scherzo, la denuncio”.

“Lei fa un cattivo uso della legge, signor presidente, ma prescindiamo. Risponda alle mie domande”.

“Neppure per sogno. Non aprirò più bocca”.

“Non si preoccupi, lo farò io per lei. Sono abituato. Sa, lei manca di coerenza. Eppure, con tutti gli studi che ha fatto …”

“Lasci perdere i miei studi e mi lasci andare”.

“Sì, ma prima risponda alle mie domande”.

“Le sue domande sono insidiose e io non aprirò più bocca. Mi pare di averglielo detto”.

“Veda, la verità è che lei non dà l’elemosina a nessuno e ho paura che presto metterà una tassa anche su quelli che la chiedono, l’elemosina. No, lei non fa l’elemosina a nessuno, non aiuta nessuno, perché, quando è nel suo ufficio, escogita nuove e nuove e sempre nuove tasse e nuove leggi che impoveriscono ancora di più il Popolo. Devo dire che, se continua così, presto i cittadini della Repubblica delle banane si troveranno tutti sul lastrico a chiedere l’elemosina, eccetto lei, signor presidente, e i suoi compari, of course!

“Continua a tacere? Si accomodi. Non ha importanza. Ma poi, con quale pretesa si appropria di tanti privilegi e di tanti onori? Cos’ha mai fatto per meritarseli? Vuole dirmi se c’è una sola cosa, una piccola piccola, nella Repubblica delle banane, che funzioni? Non lo sa? Glielo dico io, non funziona proprio niente. Dalla sanità ai trasporti pubblici, dai tribunali alle pensioni, dall’urbanistica alle scuole, dagli acquedotti all’agricoltura, dalle banche allo sport, insomma dalla “a” alla “z”, fa tutto schifo, signor presidente Cisibibi, eccetto lei e i suoi compari, of course!

“Prosegue nel silenzio? Faccia come crede.

“Si è mai chiesto, presidente, perché non funziona niente? No, certo che no, questo tipo di domande lei non se le farà mai. E perché dovrebbe farsele, se a casa sua funziona tutto? Vuole però saperlo, vuole sapere perchè nelle Repubblica delle banane non funziona niente? Anche se non vuole, glielo dico lo stesso, signor presidente. Io, Orazio Guglielmini, sono nato per dire le cose per come stanno e non per come si vuole che si dicano, ha capito?

 

Continua nel prossimo post (2)

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