Fides et ratio ovvero Lettera enciclica circa i rapporti tra fede e ragione, di papa Karol Wojtyla – parte quinta

Comunque, mentre uno continua con la lettura di “Fides et ratio”, spesso si sente oppresso da una sensazione di vuoto: parole, parole, parole, solo belle vuote parole e, mentre ha l’impressione di precipitare, di perdersi in questo mare di parole vuote, di nonsense, di volgarità mentale, gli viene meno il respiro, gli viene voglia di scaraventare nel cesso il “coso” che tiene in mano, ma non lo fa, non lo fa! Continua a leggere a forza di volontà. È ovvio, che così facendo, uno fa violenza su se stesso. Lo sa, però lo fa lo stesso. Solo la volontà ha la forza di spingerti a fare un tale sacrificio, perché sai in anticipo quello che il papa dice, ha detto e dirà. Ma, allora, perché continuare a leggere? E la risposta è: per rinforzare e riconfermare a te stesso che nulla è cambiato nella Chiesa, che l’Indifferenza divina non si contraddice mai, che continuerà a parlare, parlare, parlare, che dirà sempre le stesse identiche parole, cioè parole vuote e prive di senso. Tutta “Fides et ratio” ovvero Lettera enciclica circa i rapporti tra fede e ragione, di papa Karol Wojtyla, al nocciolo, è un monologo: Giovanni Paolo II emette gorgoglii con Giovanni Paolo II, non con gli uomini, le donne, gli esseri umani. Questi, ahimé, rimangono soli, come lo sono sempre stati, soli coi loro affanni, problemi, paure.

“Fides et ratio” di papa Giovanni Paolo II, oltre alle contraddizioni in cui annega, alle banalità e alle assurdità in cui affoga, è anche un’apologia dei padri della Chiesa, cioè di persone morte e stramorte per il pensiero moderno. Oltre a questi punti dominanti del suo pensiero, papa Giovanni Paolo II ha anche un chiodo fisso per la filosofia che, ahimè, non afferra affatto. Vuole a tutti i costi sposarla con la fede, ma non ci riesce. La filosofia è nata per combattere le superstizioni e la religione cristiana è pura superstizione.

In ogni modo, mentre tu continui a leggere il suo “coso”, Rossi, hai l’impressione di vedere il papa sforzarsi in modo micidiale per farci capire quanto sia importante questo connubio: sposare fede e filosofia. Però, nonostante tutto il suo sforzo, non si rende neppure conto che la fede, per come lui la intende, non ha nulla a che vedere con la filosofia. Basta leggere i testi filosofici con mente libera per capire questo, ma, la sua mente, tutto è eccetto che libera. E come potrebbe una mente dogmatica come la sua essere una mente libera? Il dogma, per sua natura, esclude ogni libertà di pensiero.

Quante volte si deve dire che la filosofia è nata coi presocratici, non per sposarsi con le superstizioni religiose, ma per combatterle? L’acqua di Talete, il fuoco di Eraclito, la terra di Empedocle, l’aria di Anassimene, l’essere di Parmenide, l’atomo di Democrito avevano forse a che fare con la natura o con il divino? Ma, insomma, questo signore del Vaticano non vuole proprio capirlo che tra filosofia e religione non c’è mai stato, né mai ci sarà connubio! Lui i connubi può farli con gli Stati predatori, col nazismo, col fascismo, col franchismo, col comunismo, ma non con la filosofia che lo ritiene responsabile di infinite volgarità sociali e mentali.

Detto in nuce: la religione è confusione mentale, la filosofia è ordine mentale; la religione è buio pesto, la filosofia luce; la religione ti ruba la vita, la filosofia ti dà più vita; la religione ti instilla un comportamento immorale; la filosofia ti insegna a vivere moralmente; la religione ti vuole ignorante, la filosofia colto; la religione promette assurdità, la filosofia verità esistenziali; la religione vuole il popolo sottomesso, la filosofia emancipato; la religione discrimina, la filosofia no; la religione agogna ricchezze, la filosofia conoscenze; la religione storpia la mente, la filosofia la cura; la religione ti dice che il nero è bianco e il bianco nero, la filosofia che il nero è nero; la religione parla di una metafisica fantastica, la filosofia d’una metafisica immanente; la religione è schierata con le potenze del male, la filosofia con le potenze del bene; la religione è dogma, la filosofia i dogmi li combatte; la religione divide, la filosofia unisce; la religione uccide, la filosofia da vita; la religione dice che 2+2 fa 5, la filosofia 4;

la religione sostiene le scelleratezze e le uccisioni di Dio: Dio vuole la morte di bambini, e la religione è d’accordo; Dio vuole che alcuni uomini siano ricchi e altri muoiano di fame, e la religione è d’accordo; Dio vuole uccidere gli omosessuali, Dio vuole che i kamikaze si schiantino con degli aerei contro a degli edifici, Dio vuole lapidare le meretrici, Dio vuole passare a fil di spada atei infedeli eretici agnostici scettici fisicalisti e chiunque altro non creda in Lui; Dio non vuole l’aborto, vuole che il mondo divenga superabitato così poi Lui manda il flagello, Dio vuole la peste, l’Aids, l’Alzheimer, il morbo di Parkinson, la schizofrenia, il cancro fulminante, il dolore, la psicosi maniaco-depressiva e la religione è d’accordissimo con Lui; la filosofia, invece, è contro tutti questi desideri di Dio e da ultimo, Dio vuole la fine del mondo, la filosofia vuole che il mondo viva e prosperi per sempre. Come, allora, come ci può essere un connubio tra religione e filosofia? Non funziona così, però, nella testa del papa polacco.

Vedere  L’Indifferenza divina

Nel prossimo post, sesta e ultima parte

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