I dieci comandamenti! – 2 post, il secondo
Posted in Attualità, Cronaca, L'Indifferenza divina, Religione By Francis Sgambelluri On Dicembre 19, 2014Questi due post sono dedicati a Roberto Benigni
Il decalogo e il libro dei morti
Per quello che riguarda i plagi, voglio riportarti un passo, amico Benigni, de “Il Vangelo secondo la Scienza” di Piergiorgio Odifreddi.
Scrive il professore di matematica:“Il Libro dei morti egiziano raccoglie una serie di formule funerarie e di istruzioni alle anime dei defunti, affinché possano superare positivamente il giudizio. La seguente dichiarazione di innocenza, rivolta ai quarantadue dèi che compongono la corte di Osiride, e risalente almeno al 1500 a. C., è tratta dal capitolo CXXV, e mostra una evidente somiglianza con il successivo decalogo biblico, non a caso riportato nell’Esodo (XX, 2-27), il libro che narra l’esilio del popolo ebraico in Egitto:
O corridore, che vieni da Eliopoli,
1) non ho commesso iniquità.
O splendente, che vieni dalle sorgenti del Nilo,
2) non ho rubato.
O faccia tremenda, che vieni da Rosetau,
3) non ho ucciso.
O spezzatore di ossa, che vieni da Eracleopoli,
4) non ho detto falsa testimonianza.
O malvaggio, che vieni da Busiri,
5) non ho desiderato la roba d’altri.
O vedente, che vieni dal macello,
6) non ho fornicato con la donna d’altri.
O comandante, che vieni da Nu,
7) non ho bestemmiato.
Ma ho dato pane agli affamati,
acqua agli assetati,
vestiti agli ignudi”, p. 86.
I numeri sono miei.
Nel decalogo della Chiesa Cristocatto, il primo comandamento è: “Non avrai altro dio fuori di me”; il terzo e il quarto: “Ricordati di santificare le feste” e “Onora il padre e la madre”. Solo questi, forse, appartengono al Vecchio Testamento, ma non gli altri. La prima formula funeraria del Libro dei morti, “Non ho commesso iniquità”, potrebbe equivalere al quarto comandamento biblico, “Onora il padre e la madre”. In altre parole, non essere cattivo coi tuoi. Le altre formule sono state quasi tutte copiate alla lettera dal Libro dei morti egiziano e riportate nel decalogo biblico.
Proseguiamo con ordine.
Il secondo: “Non ho rubato” risulta il settimo nel decalogo biblico: “Non rubare”.
Il terzo: “Non ho ucciso” risulta il quinto: “Non uccidere”.
Il quarto: “Non ho detto falsa testimonianza” risulta l’ottavo: “Non dire falsa testimonianza”.
Il quinto: “Non ho desiderato la roba d’altri” risulta il decimo: “Non desiderare la roba d’altri”.
Il sesto: “Non ho fornicato con la donna d’altri” risulta il nono: “Non desiderare la donna d’altri”.
Il settimo: “Non ho bestemmiato” risulta il secondo: “Non nominare il nome di Dio invano”, detto diversamente, non bestemmiare contro Dio.
Ecco, Rossi, questi sarebbero i comandamenti biblici, quasi tutti, uno per uno, copiati dal Libro dei morti egiziano.
Hai notato che nel Libro dei morti, sono le anime defunte che confessano di loro spontanea volontà il loro comportamento in vita, mentre nel decalogo biblico, le stesse parole vengono trasformate in ordini: “Tu non avrai …; tu non nominare …; tu non desiderare …” Ordini, ordini, ordini: tu non devi, tu non devi, tu non devi! Divieti, divieti, divieti! Baruch Spinoza ha ragione. Non c’è una ragione persuasiva nella Bibbia, ma solo ordini trasmessi da padroni a schiavi.
Tratto da L’Indifferenza divina