I lavoratori e i parassiti (6)

La polizia, gli avvocati, i giudici, i tribunali, le corte d’assise sono lì, lì per difendere il crimine legalizzato, istituzionalizzato, sostenuto dalla legge. È tutto predeterminato, prestabilito. Nessuno ruberebbe, ucciderebbe, farebbe male agli altri, diventerebbe un ladro, un criminale, un killer, un pedofilo, uno psicopatico se potesse fare altrimenti. È la società, cioè i parassiti al potere, che spingono quelli che non sono al potere alla violenza. Assassini non si nasce, si diventa. Non c’è scelta, non c’è scampo, non c’è via di migliorarsi per coloro che si trovano nella miseria. È stato sempre così, è così e sarà sempre così a meno che non si metta fine a questo inferno sociale, a questa giungla organizzata. In passato, l’ignoranza in cui erano tenuti i lavoratori, non gli permetteva di vedere l’inganno. Oggi è tutto chiaro. Anche se questa è una misera consolazione, i lavoratori oggi sanno come stanno le cose, sanno chi sono i loro boia.

Se gli esseri umani devono vivere insieme, e pare che non possano evitare questa fatalità, allora che lo facciano con giustizia e amore, altrimenti che s’impicchino e lo facciano al più presto, così ci guadagneranno il pianeta e le altre specie!

Svegliati, oh giustizia, altrimenti vai alla malora!

 

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