Il mio pensiero sull’atto suicida e anticapitalistico di Andreas Lubitz
Un ventisettenne, ancora un bocciolo, il 24 marzo 2015, ha sacrificato la sua vita e quella di altre 150 persone, in protesta della società ferina e priva di valori in cui viviamo.
Andreas Guenter Lubitz, il giovane copilota dell’Airbus della Germanwings, che ha deciso di mettere fine alla sua vita e a quella di altre 150 persone sulle Alpi francesi il 24 marzo 2015, non l’ha fatto perché era un folle, un depresso, un kamikaze, un ammalato mentale o come lo si vuol definire, tutt’altro, l’ha fatto perché era nauseato di dover vivere in una società mostruosa, una società priva di valori umani, una società dominata dalla vuotaggine ragionata e dell’assoluta mancanza d’una comprensione esistenziale della vita e del mondo, una società priva di veri valori “democratici”, “altruistici”, “umanistici”, partoriti dall’ “essere umano” e dall’ “amore per i propri simili e per il mondo”.
I veri responabili di questa tragedia sono il capitalismo, il globalismo e i negrieri che governano e guidano il mondo. Noi non viviamo, ed era questo sicuramente il pensiero di Andreas Guenter Lubitz, noi non viviamo in una società di benificienza, di welfare, the human understanding, per nulla, la società in cui viviamo è un mostro dai mille volti: il mostro di tutti gli immaginabili e inimmaginabili mostri. Una società che vuole farci intendere a tutti i costi e con ogni mezzo che valori assassini, criminali, di esproprio, di sfruttamento, d’imbarbarimento, di schiavismo, di annientamento della specie umana e di tutte le altree specie e del Pianeta stesso, sono valori giusti, ragionevoli, comprensivi, democratici, ideali. Valori assassini, quindi, che ci sono imposti come valori ideali.
Il mio cordoglio va a tutte le famiglie di questa sciagura che, indubbiamente, se vivessimo in una società meno inumana e bestiale, non sarebbe accaduta.
Mi chiedo con quale presunzione l’Autore di questo articolo possa ritenere di conoscere le vere motivazioni del gesto di Lubitz.