Il mondo creato dai piccoli uomini
Si sta sbriciolando, sfilacciando, cadendo a pezzi da tutte le parti. È in crisi, una crisi cronica, devastante, senza fine. Non si sa più come curarlo. Si è incancrenito così tanto che il bisturi non basta più. Ci vuole altro e altro sta arrivando. Non c’è più il minimo dubbio. È arrivato ormai l’inevitabile. È il boomerang che colpisce la testa dei piccoli uomini che l’hanno lanciato, che hanno creato questo piccolo mondo, specchio della loro meschineria e ignominia.
Siamo stati educati e guidati lungo i secoli della nostra evoluzione storica da piccoli uomini, uomini che hanno creato la storia secondo il loro egoismo. La nostra, infatti, è la storia dell’egoismo. I piccoli uomini non sono mai riusciti a liberarsene e hanno scolpito il mondo a loro immagine e somiglianza. Il genere umano è nelle mani di questi esseri, creature sempre alla ricerca di potere e di averi. Non ne hanno mai abbastanza e l’unico senso che riescono a dare alle loro vite è quello di succhiare il sangue ai loro simili.
Vedo, io che non sono un profeta, vedo città in subbuglio, città devastate, isolate, vuote, morte, città relitti, testimonianza del fare dei piccoli uomini; vedo gente che corre, gente che va in cerca di cibo, gente che ammazza e si ammazza, gente che muore di fame, gente assetata, assetata di giustizia e giustizia non trova; vedo gente che corre verso le campagne dove spera di trovare qualcosa per nutrirsi. È la giungla, è ormai la legge del più forte. Il darwinismo è una potenzialità costante. Non più uno per tutti e tutti per uno, ma tutti contro tutti. Hobbes aveva letto bene il cuore dell’uomo. La 194esima scimmia di Desmond Morris, la scimmia bianca e senza peli, ritorna ad essere più scimmia che mai.
Pozze, rivoli, ruscelli, fiumi, fiumi di sangue, montagne di ossa, un panorama sinistro e allucinante. È l’apocalisse e l’apocalisse è un prodotto dei piccoli uomini, di quelli che tengono il coltello pronto e ancora gocciolante di sangue dalla parte del manico. Il mondo è il loro specchio, specchio di scarafaggi, appallottolatori di sterco. Infatti ogni castello, palazzo, cattedrale, reggia che infesta la terra, li rappresenta.
Il popolo non è mai esistito, il popolo non ha storia. Questa è il prodotto dei piccoli uomini. Il popolo non lascia niente dietro di sé, solo la sua miseria e la sua desolazione. Se uno cercasse qualche sua traccia nel passato non la troverebbe, troverebbe solo gli strumenti di tortura che l’hanno brutalizzato e massacrato. Oltre ai palazzi che ha costruito per i signori, altri segni di lui non ce ne sono. La sua è la storia del 90% dell’umanità: storia che non si vede, storia piena di pianti e di dolore.
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