Il nemico numero due del popolo
Lo conosciamo. È lo Stato predatore. Questo mette, senza che noi ce ne accorgiamo, mette tutti contro tutti, eccetto i suoi membri, eccetto quelli che lo tengono in piedi con ogni truffa, inganno e crimine.
Mette:
I poverelli contro i poverelli.
I poliziotti contro i loro fratelli di classe, gli operai.
Il proletario contro il proletario: si fa a pezzi per lo stesso posto di lavoro.
Gli artigiani contro gli artigiani: sempre lì a tagliarsi la gola a vicenda per vendere i loro prodotti.
Mette:
I consanguinei contro i consanguinei: la povertà, i problemi, l’ignoranza, i rancori, le frustrazioni, i rapporti ravvicinati li spingono l’un contro l’altro.
Mette: mariti contro mogli e mogli contro mariti.
Mette: i genitori contro i figli e i figli contro i genitori.
Mette: fratelli contro fratelli, sorelle contro sorelle e fratelli e sorelle l’un contro l’altro: il proprio sangue contro il proprio sangue.
In nuce, mette tutti quelli che esso, lo Stato predatore, riduce alla miseria e alla schiavitù, li mette tutti, nessuno escluso, l’un contro l’altro.
E, in ultimo, spinge l’uomo al gioco, alla droga, all’alcool, alla prostituzione, alla criminalità, ad una vita indegna di essere vissuta e, come regalo finale, lo mette contro se stesso: lo spinge alla disistima di sé, a sentirsi un fallito, un nulla. Non conosce altra politica, filosofia, cultura lo Stato predatore: questa la sua linfa, questa la sua ragion d’essere e d’esistere.