Il Paese delle meraviglie (4)

La storia “stile” il Paese delle meraviglie


Chi ha ucciso il Duce?

Mettiamola così, Rossi, nello stile dei meravigliosi. Allora, chi ha ucciso il Duce? Tanto per cominciare, diciamo che l’ha ucciso il partigiano Giacomo. E tanto per contraddire, diciamo che non è stato lui, che è stato il colonnello Valerio. Neppure per sogno! Né l’uno né l’altro. L’ha ucciso, non il partigiano Giacomo, né il colonnello Valerio, ma il partigiano Roby. No, forse l’ha ucciso il partigiano Johnny. Neppure lui. L’ha eliminato il canadese Lauren. No, il meraviglioso Giacomino l’ha fatto fuori. Chiacchiere. Se volete sapere veramente chi ha ucciso il Duce, ve lo dico io: Hitler, ecco chi l’ha ucciso! No, no e no, è stato un australiano a dargli il colpo di grazia. Not at all! Chi allora? Aspetta, è stato catturato a Dongo. Giusto? Pare. Fucilato a Como. Giusto? Pare. Appeso gambe in aria e testa in giù in una piazza di Milano come un maiale al macello. Giusto? Pare. Pare pare pare, è vero invece! Se lo dici tu! Sì, lo dico io! Calma! Insomma, chi l’ha ucciso: gli americani, i russi, gli inglesi, i francesi, i tedeschi, gli arabi, i meravigliosi, i cannibali della terra del fuoco, chi? Chissenefrega chi l’ha ucciso! Come chissenefrega?

Non si sa esattamente. Come non si sa? E non si sa! E poi, anche se era un fascista, era tuttavia un pezzo grosso. Non vuol dire. Si dice che a lui piacesse mangiare fagioli e polenta come ai contadini della sua terra e che avrebbe preferito essere impiccato a Londra, piuttosto che processato nel Pdm o dagli americani. Stronzate. Vuoi proprio sapere chi l’ha ucciso? Dimmelo! Walter Andisio l’ha ucciso. E chi è costui? Walter Andisio. Vai a cacare! Al cesso ci vado solo il mattino, io. È così, è stato proprio lui! E tu come lo sai se non eri neppure nato? C’è scritto così. Dove? Sui libri. Scritti da chi? Non lo so. È stato Churchill a scriverlo, l’amico intimo di corrispondenza del signor Mussolini. Da dove salta fuori questo “signor”? Andiamo avanti. No, aspetta. Vuoi dire quella palla di lardo inglese che ha fatto bombardare, non le fabbriche tedesche che costruivano armi, non le caserme, non i luoghi delle SS, ma i luoghi popolati da gente inerme? Di questo “Churchill” stai parlando? Sì, proprio di lui! E tu come fai a saperlo ch’era lui il mandante? Me l’ha detto un uccellino. Vai a … Te l’ho detto, ho già risposto al richiamo della natura: vacci tu, se ne hai bisogno. Restiamo in argomento, signori. Ordine! Ordine! È stato il re savoiardo a farlo fuori. No, Hitler abbiamo detto. No, Stalin. No, Franco. No, Roosevelt. Questi ha incaricato un mafioso americano, il mafioso americano ha incaricato un mafioso siculo, questi, un quaquaraqua, il quaquaraqua non avendo nessun altro al di sotto di lui, dovette per forza sporcarsi le mani: lasciò la terra dei siculi, andò a scovare il duce, lo fece fuori, voilà! Tutte balle! Il suo vero uccisore è re Vittorio Emanuele III, il savoiardo. Gli ha fatto una bella imboscata e poi bum bum bum. No, è stato De Gaulle, perché pare che il Duce abbia pugnalato la Francia a tradimento: vendetta alla Edmond Dantès. Scemenze! Invece è vero. Come vuoi. Comunque è stato il papa a farlo fuori. No, è stata la Chiesa. E che differenza c’è tra il papa e la Chiesa, genio? Ma chi ha ucciso il duce, volete dirmelo sì o no? I bolscevichi; no, i nazisti; no, i monarchici; no, i parmigiani. Chi? Scusa, mi sono confuso. Volevo dire i parchigiani. Chi hai detto? E di nuovo un lapsus. Mi scuso due volte. Volevo dire i… Vai al diavolo! Ve lo dico io chi l’ha ucciso. Dillo, su, dai! I mezzi-uomini, parola di Bogududù. No, non sono stati i mezzi-uomini, ma i mezzi dei mezzi più pagati al mondo ad ucciderlo, parola di Barabba. Sicuro, proprio loro! Ma perché poi ucciderlo? Era così buono. Buono un fascista? E come può esserlo? Smettetela con le chiacchiere! Secondo il feroce Ciurcio dall’altra parte della Manica, quello che aveva fatto bombardare le città tedesche, non era necessario ucciderlo, dato che il Pdm non era all’altezza di uccidere neppure un pollo allo spiedo e, dunque, lo si poteva lasciare sguazzare nel suo brodo fascista per l’eternità. Siamo seri, per favore! Lonati, comunque, sostiene di aver ucciso il Duce. Chi è costui? Lonati. Vai a … Volete smetterla, per piacere? Yes, capo! Sapete cosa dice Lungona? Chi è Lungona? Una donna. Una donna? Sì, una donna. E allora? Lungona dice di aver visto qualcosa di pelato che camminava su due piedi, Mussolini aveva una testa pelata e due piedi, quindi era Mussolini. Ma che dici!? Beh, ci sono tante persone che camminano con la testa in giù e i piedi in aria. Sbagliato. Noi facciamo meglio: camminiamo col culo. Cos’hai detto? Quello che ho detto. Vai al diavolo! Dopo di te. E comunque così ha detto la Lungona. E con ciò? E con ciò cosa? Una testa pelata non è una fucilazione, non ti pare? Ah, sì, giusto. Volevo dire però ch’era una testa pelata che si avviava verso la fucilazione! Un merlo che aveva sbirciato un verme sopra la testa pelata, si fiondò su di essa, lo beccò, lo mangiò, volò via. Addio verme! C’è stata una raffica. No, ce ne sono state due. No, tre. No, quattro. Vai all’inferno. Sempre dopo di te. Dovevano essere all’incirca le undici del mattino quando l’hanno fatto fuori. No, di sera. La Petacci, la cara caretta compagna del Duce dice di no. Lei non ha detto niente di niente: è stata fatta fuori insieme a lui. Prima o poi? Ho detto insieme. E poi che importanza ha? Sai dove hanno mirato? Al cuore, dov’altro? Dieci colpi al cuore: bum bum bum bum bum bum bum bum bum bum! Non dieci, uno solo. Insomma, ho capito, sulla morte di Mussolini non c’è nulla di chiaro! Evviva! Invece no, invece è tutto chiaro: morto ammazzato, più chiaro di così! Milioni di persone l’hanno visto appeso testa in giù e piedi in aria, proprio come i macellai appendono i porci nei loro grandi frigoriferi dopo averli scannati e puliti. Meritava una fine del genere? Non chiederlo a me. Ma allora è vero che c’è stata una doppia, tripla, quadrupla, quintupla fucilazione? Così pare. Ma quella vera qual è? E di nuovo? Ma quella che l’ha fatto fuori, le altre erano simboliche, coglione! Fai attenzione a come parli! Volete smetterla di fare gli scemi una volta per tutte, sì o no? Sissignore! La macchina della verità americana dice che l’ha ucciso un rospo. Vuoi dire un uomo vestito da rospo. No, voglio dire un rospo, rospo e basta. Tu dai i numeri. E tu? Ma si può gabbare quell’aggeggio degli yankee? Forse. Andiamo avanti. Cerchiamo di scoprire chi ha ucciso il Duce. È quello che stiamo facendo. Bruno Lenticchia dice di averlo fatto fuori lui personalmente. Anche il colonnello lo dice. Certo, anche il partigiano. Lasciamo perdere. Non ci credo. Neanch’io. A cosa? A quello che dicono questi signori. Per me, tutti i presunti uccisori del Duce sono dei mitomani. Te lo dico io chi l’ha eliminato. Che aspetti a farlo? È semplice, l’ha ucciso uno chiamato Stiltottone di Vaginaglia che, dopo avergli fatto elencare tutti i suoi sbagli e tutti i suoi crimini partendo dal delitto Matteotti, dall’uccisione dei fratelli Rosselli a Parigi e dal suo ignobile connubio con la Chiesa, e il suo mischiarsi con il Führer e in seguito diventare il suo cagnolino, e il suo aver drogato le masse coglione per vent’anni, eccetera, eccetera, eccetera, lo stroncò con una cannonata. Con che cosa? No, volevo dire con una roncolata. Stop! Ma, insomma, chi ha ucciso il duce? “Io non lo so”. Neppure io. Storia style il Pdm.

 

Cronaca del proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani

È partito da un manifestante. No, è partito da un agente. No, è partito da dietro un gruppo di persone che facevano merenda sulla terrazza di un ristorante. No, è partito da un cacciatore sardo. No, è partito da un poligono. No, è partito da qualche parte dove si stava svolgendo una competizione di tiro al piattello e uno dei proiettili, non avendo fatto centro, è finito, guarda caso, tra i manifestanti di Genova. Non è vero. La realtà è che il proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani è partito dalla pistola di un poliziotto che si trovava su una defender, una camionetta piena di sbirri. È stato sparato a bruciapelo. Nossignore! È stato sparato da lontano. Almeno da cento metri di distanza. Nossignore! È stato sparato a cinquanta centimetri di distanza dal bersaglio. Nemmeno per sogno! Non è corretto! È stato sparato da cinque metri di distanza. Non raccontiamo balle. È stato sparato da un metro. Nulla di tutto questo. Il proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani è partito dalla sala dov’era riunito il G-Otto. Uno di quella sala, un po’ nervoso per tutto quello che stava succedendo lì fuori, ha estratto il suo cannone e ha fatto fuoco. Su, dai, non raccontiamo storie. Il proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani è stato sparato dalla pistola di un giovane falco. Questa è la santa verità. Dovete credermi. Neanche per sogno! Il proiettile, appena fuori dalla canna, appena respirata l’aria della libertà, era fuori di sé dalla gioia. Liberté Liberté Liberté! Dunque, si scontrò subito con un estintore, poi … Non è vero neppure questo! Forse si è scontrato con un calcinaccio. Non è vero, si è scontrato con un pulcino. No, la vera storia del proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani, è tutt’altra. La realtà, se volete conoscerla, è questa: il proiettile è partito da settantacinque centimetri di distanza, né un millimetro di più né un millimetro di meno, dalla pistola di un giovane carabiniere inesperto, si è subito scontrato con un crocifisso, che lo ha deviato dal suo bersaglio. Il proiettile allora è uscito dall’orbita terrestre, ha fatto il giro della Luna, si è riposato su una delle sue dune, ha preso la tintarella e poi è ripartito, rimbalzando da un pianeta all’altro del sistema solare. Arrivato a Plutone, si è fermato di nuovo, ha dato una sbirciata in giro, ha visto il pianeta che gli umani non vedono dalla Terra, è andato a salutarlo e poi ha lasciato l’orbita solare ed è finito sulla stella Proxima Centauri, poi sulla galassia Andromeda. Qui ha sostenuto una breve conversazione con gli andromediani e, dopo aver abbracciato alcuni confratelli cosmici, è ripartito, è arrivato al big bang, poi, dal big bang è rimbalzato fino al big crunch e, prima che questo lo schiacciasse e chiudesse una volta per tutte il gioco degli atomi, il proiettile lo ha bloccato, evitando così una catastrofe cosmica. Dopo questa grande fatica, il proiettile che ha ucciso Carlo Giuliani, si è trovato sulla Nube di Hoorte, ha sfiorato l’Ayers Rock, poi si è scontrato con un meteorite, guarda caso, proprio con quello che presto colpirà la Terra (deve colpirla, secondo alcune voci sante, a causa dei peccati di lussuria dei suoi abitanti). Subito dopo lo scontro con il futuro meteorite killer è ripartito in fretta e furia ed è andato a scontrarsi con la cupola di san Pietro, il papa in persona ha dato la santa benedizione al proiettile che, tranquillo, ha proseguito il suo viaggio, quindi di nuovo a Genova dove i manifestanti erano incazzatissimi con il G-Otto, cioè coi rappresentanti del globalismo, cioè del nuovo capitalismo. E non solo. Erano anche incazzati con le farfalle, coi leoni marini, con i loro diretti nemici, gli sbirri (questi erano tutti armati di manganelli, di bombe lacrimogene, di pistole, di mitragliatrici, di carri armati e di bombe atomiche) che scarrozzavano come cellule pazze per le vie della vecchia città portuale distruggendo tutto ciò che trovavano sul loro passaggio. I manifestanti urlavano parolacce contro la globalizzazione il cui obiettivo, secondo loro, è lo sfruttamento del mondo intero e infine la distruzione del Pianeta terra. I portavoce di questa organizzazione fascista nazista imperialista capitalista fondamentalista si trovavano tutti nel G-Otto. Così andavano gridando per le strade i non-globali. Spaccavano anch’essi tutto peggio dei loro nemici, gli sbirri. Questi non se la prendevano coi loro supposti rivali, i black block, ma con gli indifesi manifestanti riempiendoli di botte, spaccandogli la testa con manganellate e stritolandoli coi cingolati. Nulla più li fermava. Bububu! Bububu! Bababa! Bababa! Bibibi! Bibibi! E mentre i manifestanti continuavano a sgolarsi nonostante le botte che ricevevano, il G-Otto a raccontarsi e i falchi a menar le mani, il proiettile, approfittando di quella situazione così confusa, è andato a farsi vedere prima dal G-Otto, poi a farsi benedire dal prete di turno, poi, dopo essere rimbalzato da un edificio all’altro, sfiorato l’orecchio destro di Hitler, il naso di Mussolini, la testa di Bush, le labbra e il seno della Piriotti intensificati dalla chirurgia estetica, continuando così da un corpo all’altro, da una manganellata all’altra, è andato infine a farsi una lavata di cervello con le parole Liberté, Égalité, Fraternité. A questo punto, il proiettile, dopo aver cozzato frontalmente con una pietra tirata da uno sbirro, stufo di questi scontri, stufo di vagare nel nulla, stufo di vedersi sbatacchiato a destra e a sinistra, ha preso una decisione ed è andato dritto dritto a ficcarsi con violenza nel corpo di Carlo Giuliani. Fine della storia, storia style il Pdm.

 

Gli eroi di Nassiriya

Ne viene fuori proprio una melodia, Rossi, quando certi individui aprono bocca. Cacano, scoreggiano, rumoreggiano sempre e in ogni circostanza secondo le disposizioni del loro amato culo. Che musica! Prendi i soldati del Pdm morti in Iraq. Tutti quelli intervistati, con rarissime eccezioni, sostenevano che erano andati in Iraq in missione di pace. Ma è vero? No, non è vero! Vero è che i soldati meravigliosi sono stati inviati lì, primo: contro la volontà del popolo, l’80%; secondo: contro il volere delle Nazioni Unite; terzo: contro ogni comportamento dignitoso che ci si può aspettare da una nazione; quarto: contro ogni buon senso, e via di seguito. Sono stati inviati lì, quindi, perché il paese dei mezzi dei mezzi più pagati al mondo si è schierato a fianco degli aggressori americani, coloro che hanno bombardato Baghdad e l’Iraq uccidendo migliaia e migliaia di civili, tra cui vecchi, donne e bambini. È ovvio, dunque, che i soldati meravigliosi, andando in Iraq come alleati degli aggressori, erano considerati anch’essi aggressori, come gli americani e tutti gli altri alleati di Bush. Questi, George W. Bush, per gli iracheni è il “terrorista” per eccellenza. Altro che Osama Bin Laden! L’aggressione americana in Iraq è criminosa. Gli americani non sono andati lì per cercare armi nucleari, ma il petrolio. È una guerra post-coloniale, una guerra infame. Se qualcuno venisse ad invadere il nostro paese, Rossi, cosa faremmo? Se qualcuno bombardasse da diecimila metri d’altezza le nostre città, le nostre case, uccidesse senza una ragione i nostri cari, i nostri figli (non si sono trovate le armi del crimine, le armi chimiche, nucleari per cui si è fatta la guerra all’Iraq), cosa dovremmo pensare? Cosa dovremmo fare? Quale colpa avremmo noi per subire un tale attacco a casa nostra? Ci avrebbero detto, eventualmente, che avevamo un tiranno al governo e che lo facevano per questo. Molto bene. Prendetevela con il tiranno allora e lasciate in pace il popolo! Insomma, quale colpa avevano tutti quei morti ammazzati dalle bombe americane? Se gli americani volevano il tiranno di Baghdad, Saddam Hussein, perché non sono andati a prendersela, appunto, con lui? Perché prendersela con quelli che subiscono la violenza e la potenza dei prepotenti? Come ci saremmo comportati noi, Rossi, se ci fossimo trovati al posto degli iracheni? Te lo dico io come: esattamente come loro! Come si può pensare che i meravigliosi siano andati in Iraq in missione di pace? E poi si va in missione di pace vestiti in divisa militare, armati di tutto punto, corazzati, mitra in mano e quindicimila euro al mese? Questo è lavoro da mercenari non da missionari! L’imbarazzante è che la mente di questo paese non riesce più a ruminare oltre il bel buco del culo, con il quale ormai ha imparato a camminare e a pensare, grazie al feroce condizionamento subito per secoli da parte dell’Indifferenza divina e dello Stato confessionale. Ho visto piangere in televisione, Rossi, la moglie intervistata di un mercenario morto in quella fatidica esplosione. Poi, sicuramente dietro ordini ben precisi dell’intervistatore, è andata a prendere il Vangelo, cioè gliel’hanno messo in mano, l’ha aperto, l’ha fatto in un modo che faceva pensare che non avesse mai prima aperto un libro in vita sua e ha detto: “Noi viviamo secondo il Vangelo”. A qualsiasi asino della Terra viene subito da pensare dopo aver udito quelle parole: “Ma se vivevate secondo il Vangelo, come mai tuo marito è andato in Iraq armato fino ai denti?” È deprimente constatare la debolezza mentale di certi uomini e particolarmente di quelli che li guidano, di quelli che colgono ogni opportunità per farsi propaganda, di quelli che le hanno messo quel libro tra le mani. E cosa pensare quando dicono: “Adesso anche noi abbiamo “ground zero!” E lo dicono come se fossero orgogliosi di sentirsi vittime come i loro alleati, gli aggressori. Ma poi è così? Prima di tutto, coloro che ruttano “ground zero” non sono loro né i loro figli che ci hanno lasciato la pelle in Iraq, e poi i terroristi, quelli che si sono uccisi contro le Torri Gemelle, non sono venuti nel Paese delle meraviglie per schiantarsi contro qualche simbolo imperialista del Pdm, come le Torri Gemelle americane. Siamo stati noi ad andare in Iraq in veste di aggressori. Come, come possiamo dire che anche noi abbiamo il nostro “ground zero?” Che ground zero è il nostro? Quello di andare ad ammazzare innocenti in un paese straniero? Ecco come l’irrazionale diventa razionale qui da noi. Vergogna! È sconvolgente ma è così: i veri assassini dei soldati meravigliosi, in realtà, non sono stati gli iracheni, pas du tout, sono stati quelli che li hanno inviati lì; i mezzi dei mezzi più pagati al mondo! E non solo loro. Sono stati anche quelli che non hanno saputo proteggerli dai loro nemici. Sono questi i loro boia! E la cosa non è finita qui. Si vuole erigere un momumento a dei mercenari! Ma ti rendi conto a che punto di decrepitezza mentale siamo arrivati? Presto ne erigeranno uno anche a Mussolini, a Hitler, a Stalin, a Franco, al Filibustiere! Al vero assassino dei soldati! Tutto quello che possiamo dire di questa vergognosa vicenda, è che ci dispiace molto per quei giovani che hanno perso la vita pensando di essere in missione di pace, mentre erano mercenari, forse senza neppure saperlo, grazie ai loschi traffici dei mezzi dei mezzi più pagati al mondo, quelli che non pagano per la loro morte e tanto meno per il loro mantenimento. Ah, a che punto sono arrivati il cinismo e l’ignominia sociale di questo luogo! Ecco un altro brandello di storia style il Paese delle meraviglie!

 

Il vascello alla deriva

Tutti lo sanno, tutti lo vedono, tutti lo capiscono e, nonostante ciò, tutti si prendono per il culo l’uno con l’altro. Che vascello! Che capitaneria! Che equipaggio! Che team! Eppure è stato tutto così chiaro sin dall’inizio. La cosa è andata più o meno così: tutta la ciurma ha votato con scarsa conoscenza di pirateria mandando al potere un filibustiere. E perché? Perché questi, durante la campagna per la capitaneria, aveva promesso oro e ricchezze a non finire a tutto l’equipaggio. Questo, of course, ci aveva abboccato. Ecco allora il risultato: una volta eletto capo del vascello alla deriva, ha dimenticato le sue promesse, cosa molto diffusa nel suo milieu, e ha iniziato a fare tutto ciò che conveniva a lui. Tra le centinaia di cose stolte che ha combinato il nuovo pirata capo, una specie di pitbull di grossa stazza, la più macroscopica è stata quella di aver coinvolto il suo equipaggio in una guerra senza ragione e senza gloria. Lo ha fatto riuscendo a convincere, in cambio di un misero compenso, i giovani marinai a lasciare il vascello alla deriva e ad andare a combattere in acque straniere e profonde per alcuni dei suoi amici predoni. Questi giovani combattenti, ancora imberbi, che non avevano un lavoro fisso sul vascello alla deriva, hanno accettato l’offerta per disperazione. L’equipaggio, però, quello che aveva eletto il capo pirata, questa volta si era opposto, non voleva mandare i suoi figli a combattere in acque straniere e profonde. “Che ci vada lui, avevano detto. Che ci vada il pirata capo con i suoi figli a combattere in acque straniere e profonde e lasci in pace i nostri”. Troppo tardi. L’avevano ormai votato. Era il capo pirata. Questi, nonostante la dura opposizione dell’equipaggio, era riuscito, insieme ai suoi compari, the scum of the drift vessel, a mandare la giovane carne da cannone a combattere in acque straniere dicendo ch’erano in missione santa, promettendo loro gloria e onori. La giovane carne da sparo è partita al rullo dei tamburi; partita non in missione di pace, ma ad uccidere in acque straniere e profonde che non le appartenevano. Il pirata capo questo lo sapeva, of course, ma non loro. Quelli che non sanno da che parte sta il culo e da che parte sta la vagina, ovvio, non sanno mai niente! Loro credono e basta. Infatti credevano che i loro figli andassero in missione santa, proprio come l’aveva definita il pirata: missione santa. Ma non lo era. Non si va in missione santa, di pace, per conquistare gloria, ricchezze e onori e tanto meno con la sciabola in mano. Come c’era da aspettarselo, ahimé, questa vicenda è finita male. Qualche tempo dopo la loro partenza, parecchi giovani del vascello alla deriva hanno lasciato le penne in quelle acque straniere, profonde e gelide. Allora, il pirata capo, il pitbull di grossa stazza, che doveva pure spiegare l’accaduto all’equipaggio, se l’è cavata egregiamente inventandosi una boiata veramente grande, da non crederci. Era riuscito a far credere all’equipaggio che i missionari erano morti con onore, da eroi! Di più. Era riuscito addirittura a fare di questo atto senza senso e senza gloria un atto patriottico, coinvolgendo tutto l’equipaggio in un avvenimento stomachevole e sentimentale. Di più, di più, di più! I servi del pirata capo, the scum of the drift vessel, hanno immobilizzato un taglialegna di bordo, uno di quelli che si spacciano per artisti, dicendogli di scolpire un monumento ai caduti! Così, ora, Rossi, sul vascello alla deriva, si è aggiunto un altro simbolo della sua intrepida nomea! Storia style il Pdm.

 

Tanzino agli arresti domiciliari

Durante la Santa Santissima Pasqua dell’aprile 2004, il truffatore Cafisto Tanzino ritorna a casa. Proprio come Baldassarre Cossa, papa Giovanni XXIII che, dopo aver massacrato e infettato obbrobriosamente tutto il Pdm, tutta l’Europa e il mondo intero con la sua esecrabile condotta, se ne è ritornato a Firenze da Monaco di Baviera per riprendere la sua funzione di ecclesiasta. Così Tanzino. Questi, dopo aver derubato “legalmente” i piccoli risparmiatori, dopo aver gettato sul lastrico migliaia di famiglie, dopo aver infamato non solo il nome del paese in cui è nato, ma la razza umana, anche lui, proprio come Baldassarre Cossa, ritorna a casa, alla dolce casa. Sorpresa, Rossi? Ma neppure per sogno! Tutti lo sapevano che sarebbe ritornato. Era solo questione di tempo, di mese più mese meno. E non solo. Anche lui, come Baldassarre Cossa, va in Chiesa e chiede perdono per i suoi crimini e il perdono gli viene concesso, of course! Anche se avesse ucciso sua madre, stuprato sua figlia e massacrato mezza Europa, il perdono gli sarebbe stato concesso. Sorpresa, Rossi? Per nulla. Niente ci sorprende più nel Paese delle meraviglie. Qui la regola sacrosanta è: ruba una mela e vai in galera, ruba miliardi e diventi signore. E poi si sa che l’Indifferenza divina perdona tutti i grandi criminali, solo le pecorelle non perdona, quelle che rubano una mela. Comunque, l’affare Tanzino era stato pianificato tutto fino nei minimi dettagli. E quali erano, chiedi tu, questi dettagli? Eccoli: un’eminenza grigia disse a Tanzino poco prima di essere messo in prigione ciò che segue. L’ho sentito io con le mie orecchie, Rossi. Fidati. Ecco come lo apostrofò l’eminenza grigia: “Adesso che è scoppiato il bubbone, adesso che non abbiam…, scusa, che non hai più potuto tenerlo sotto controllo, mio caro Cafisto, te ne vai per un po’ in prigione, ti mettiamo in prigione e te ne stai lì dentro per un breve periodo, il tempo che quelli che abbiamo truffa…, no, scusa, volevo dire, quelli che hai truffato, cioè i cretini piccoli risparmiatori, si calmino, ti dimentichino. Sai, loro, purtroppo, anzi, fortunatamente per noi, non riescono a ricordare a lungo. Hanno, come si dice, la memoria corta. Disgraziatamente per loro. No no, volevo dire: fortunatamente per noi. Sai, dimenticano tutto; dimenticano facilmente. Non puoi farci niente. Le nostre scuole fanno di tutto e, alla fine, ci riescono quasi sempre. Niente da dire. Allora, capisci, Tanzino, piccolo grande Tanzinino, caro mio, allora, capisci, quando loro avranno dimenticato, ti avranno dimenticato, allora e proprio allora sarà il momento di tirarti fuori. E noi lo faremo. Puntualmente. Ci puoi contare. È così che funzionano le cose con noi, tra di noi, qui da noi. Naturalmente per un po’ resterai agli arresti domiciliari, come per un po’ resterai in prigione. Poi, e solo poi, ritornerai ad essere libero come prima, come un uccello di bosco, come un eroe. Capisci? Sono stato chiaro? Ti piace l’idea? È tutto ok? Noi, amico mio, non dimentichiamo colui che ci ha sborsato soldi per le campagne elettorali, soldi per i nostri giornali, per le nostre squadre di calcio, per le nostre riviste, soldi per i nostri piaceri, che ci ha invitati ai suoi party, che ha messo a nostra disposizione il suo aereo privato e con il pilota! No, noi non dimentichiamo tutto questo. A proposito, per quanti anni abbiamo tenuto… Scusa, volevo dire per quanti anni hai tenuta nascosta tutta la faccenda? Più di quindici anni. Incredibile! Siamo … Volevo dire che sei proprio un genio. Non per i nostrani. A questi non serve un genio per fregarli, basta un idiota; ma per gli altri, quelli al di fuori delle frontiere del nostro paese. Sei riuscito a fot… Bravo! Niente, siamo tutti orgogliosi di te. Stavamo dicendo, stavo… Stai tranquillo, allora. Anzi, adesso riposati in prigione per un po’. Ne hai bisogno dopo tutto il buon lavoro che hai fatto in questi anni. Riposati, Tanzino, amico mio. Piccinino mio! E poi lo sai che qui tu puoi ordinare tutto ciò che desideri: donne, champagne, musicisti, attori e attrici. Tutto puoi avere qui. Non devi sentirti in prigione, ma a casa tua. Tutto il personale, a partire dal direttore del carcere, è a tua completa disposizione. Naturalmente tutto ciò con con con…, come dicono i francesi, ah sì, ricordo, ma certo, sto diventando vecchio, con savoir faire, capisci, savoir faire! Mi raccomando, acqua in bocca su certe cose. Sarà per te un albergo a cento stelle, altro che prigione! È ovvio che queste cose non le diremo in giro e soprattutto non le diremo al popolino, quello che cammina con la testa nel sacco. Figurati! A questo diremo altre cose, quelle che vuol sentire. Ah ah ah! Allora, stattene calmo e che non ti venga voglia di dire ciò che non devi dire! Le cose devono rimanere sempre tra noi. Mi sono spiegato? Bene, adesso ti lascio. E mi raccomando, Tanzino, riposati! Hai lavorato molto e bene in questi ultimi anni. Cercheremo di tirarti fuori, metterti agli arresti domiciliari per la prossima Pasqua, se tutto va bene. Ciao, ciao, ciao!” Ecco un’altra pagina, Rossi, di storia style il Pdm.

 

Il bigliettino

I mezzi dei mezzi più pagati al mondo non sono all’altezza di parlare di un argomento senza il testo scritto davanti agli occhi. Riescono a farlo solo quando si tratta di difendere il loro culo, il loro falso orgoglio, la loro busta paga, ecco quando riescono a parlare liberamente e senza il bigliettino sotto gli occhi. Quando non si tratta della loro pellaccia, allora hanno bisogno di leggere il bigliettino che qualcun altro ha scritto per loro. Lo fanno addirittura quando ci sono disgrazie nazionali, quando tante persone hanno perso la vita in qualche disastro che, spesso, loro stessi hanno ordito. In queste circostanze, il loro falso orgoglio li porta ad esibirsi sulle disgrazie altrui, sul tragico destino dei malcapitati. Ma perché, poi, hanno bisogno di leggere il bigliettino? La risposta è semplice: perché non riflette il loro sentire, il loro pensiero. Questo prova che sono falsi rappresentanti del popolo. In quei momenti di dolore, quando dovrebbero essere coinvolti fino in fondo nell’accaduto, i mezzi dei mezzi più pagati al mondo non provano proprio nulla. Per spiccicare parola, hanno bisogno che qualcuno scriva ciò che devono dire, scriva loro il bigliettino che leggeranno di fronte alle telecamere: orgogliosi pomposi e gravi. Che commedia! Ma c’è qualcosa, Rossi, qualcosa di più lampante di questa prova, di quanto questi signori siano un bluff, di quanto siano falsi, falsi perché non provano proprio nulla e non sanno dire proprio nulla di fronte alle disgrazie di quelli che li votano, loro, loro che sono i capi!? Ma perché non sanno dire niente? E di nuovo la risposta è banale: perché non provano niente. Pensi, Rossi, pensi che un padre, il più incolto e analfabeta al mondo, pensi proprio che abbia bisogno del bigliettino per esprimere il suo sentimento, il suo dolore sul cadavere del figlio?  Certo che no, ma loro sì! Niente, amico mio, i nostri mezzi dei mezzi più pagati al mondo sanno commuoversi solo quando qualcuno della loro risma tira le cuoia, per il resto leggono il bigliettino. Anche questa è storia meravigliosa!

 

Il terremoto in Iran e le isole del Pdm

Inizio gennaio 2004. Un ufficiale meraviglioso, in Iran, si vanta dicendo che i meravigliosi sono stati i primi a portare soccorsi e aiuti alla popolazione colpita dal terremoto e ha puntualizzato che sarebbero stati anche i meravigliosi gli ultimi a lasciare il luogo del disastro. Tutto questo mentre qui nel Pdm la burrasca e il mal tempo hanno isolato completamente l’isola di Lampedusa e le isole Pelagie, lasciando la popolazione priva persino dei generi di prima necessità. Ed è qui, Rossi, proprio qui che le cose non combaciano più. Questo paese che tanto si vanta per gli aiuti umanitari internazionali, non è poi in grado di aiutare la propria gente. Questo non vuol dire, of course, soprattutto se abbiamo le possibilità economiche, che non dobbiamo portare aiuto alle altre popolazioni in difficoltà, assolutamente no! Vuol dire semplicemente che abbiamo anche dei doveri verso i nostri concittadini. Perché farsi belli all’estero e lasciare il proprio popolo al suo destino? Perché non progettare un’imbarcazione che abbia le caratteristiche adatte per affrontare il mare in burrasca e portare aiuto, in caso di necessità, alla gente che vive in luoghi isolati? A qualsiasi uomo ragionevole, di buon senso, sarebbe venuta quest’idea da tempo, ma non ai mezzi dei mezzi più pagati al mondo. Ormai questi non sentono, non vedono e non fanno più nulla. Sono diventati muri di gomma, tutto ciò che gli lanci contro ti ritorna sul muso. Proprio così. E, però, qui il paradossale salta agli occhi anche agli asini: sono i primi, tra tutti i mezzi-uomini del mondo, ad arrivare e aiutare gli altri popoli in difficoltà! Ma perché questa competizione? Cosa vuol dire? E anche questa volta la risposta è disarmante. Prima di tutto vuol dire una cattiva politica in patria e poi i vari complessi di inferiorità che i nostri boss hanno nei confronti dei loro colleghi esteri. Così, per mitigare il loro senso d’inadeguatezza, per farsi accettare e sentir parlare di sé, cercano di essere i primi della classe e lo fanno, of course, a spese dei contibuenti!

 

Le due eroine

È un vero piacere sentire cianciare queste due scimmiette dopo la loro liberazione. Figurati, Rossi, che vorrebbero ritornare in Iraq dov’erano state rapite dai terroristi! Non si rendono neppure conto che, per causa loro, è stato pagato un riscatto, un riscatto di cinque milioni di euro, non da coloro che hanno ordito una guerra insensata, mostruosa, indegna, ma dai contribuenti, da coloro che lavorano per davvero! No, loro non si rendono conto di tutto questo. E come potrebbero? Non si rendono nemmeno conto che i terroristi, coi soldi che hanno intascato per colpa loro, si compreranno migliaia di kalashnikov e rapiranno e uccideranno altre centinaia e migliaia di gente innocente. No, queste due scimmiette non si rendono conto di questo. Anzi, tutt’altro, vogliono ritornare laggiù e vogliono farlo con la speranza di farsi rapire di nuovo così continueranno a dare spettacolo al Paese delle meraviglie. Tanto, comunque, qualcuno pagherà di nuovo per il loro riscatto. Saranno i contribuenti, quelli che non sanno ancora da che parte sta il culo e da che parte sta la vagina che, une fois de plus, le tireranno fuori con il loro sudore, dai guai che avranno combinato. I contribuenti continueranno, almeno fino a quando ci saranno i soldi, a pagare il riscatto per loro, beate e contente come pasque. No, no, no, è proprio incredibile! Invece di far pagare a loro fino all’ultima lira tutti i soldi che i contribuenti hanno sborsato per il loro riscatto e di farle sentire una merda per essersi fatte sequestrare come delle cretine, ecco che invece diventano eroine! No, no, no, è proprio incredibile! Ah, però, quanto è stato bello, quanto è stato bello vedere le due bertucce, addobbatissime per l’occasione, avvicinarsi all’orangutan, inginocchiarsi di fronte a lui e baciargli la zampa grondante di oscurantismo e stregoneria. C’est du cinema! dicono i francesi. No, è commedia style il Pdm! diciamo noi. Però, Rossi, la realtà non è questa. La realtà è tutt’altra. La realtà è che le scimmie, le vere scimmie, non sono le due bertucce. Loro sono strumentalizzate, lo erano ancora prima di essere sequestrate e, sotto lo stimolo e l’orgasmo generale, dicono coglionate. È inevitabile. Viene naturale dire coglionerie in queste circostanze. Le vere scimmie, però, quelle pelose sataniche affamate stolte criminali, non sono le due bertucce, ma quelli che hanno fatto di loro due scimmie. La nostra, che storia!

 

 

 

 

Comments

  1. By GODRANK

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *