Il Titanic affonda, così l’Italia

I parassiti al potere, e diciamocelo tutto in una volta, non sono all’altezza della situazione politica attuale. Continuano, senza vergogna e senza coscienza, a menare il can per l’aia, a giocare, come sempre, sulla pelle del popolo. Tutto qui. Perciò, chiunque di loro, partito o parassita che sia, lo si metterà sul cadreghino nel Palazzo dell’Eldorado, sarà un fiasco, e sarà un fiasco perché non ha né la cultura né la professionalità né la capacità né il carattere e la grinta di confrontarsi con rivali agguerriti e preparatissimi.

In altre parole, un paese che è nato, cresciuto e pasciuto di superstizioni, di provvidenza divina, di dogmi, di oscurantismo di ogni tipo; un paese pesta petto, un paese abbeverato con l’acqua santa, un paese zeppo, non di una cultura e di un’arte realista, ma di una cultura e di un’arte fatta di madonne, di cristi e di Bogududù, un paese in cui domina il nepotismo, la truffa legalizzata e la mafia, non ha nessuna chance di farcela nel mondo della competizione e della scienza in cui viviamo. I “fatti” sociali e della vita non sono cose per santi, per mezzi-uomini, quarti di uomini, nulla di uomini. Il “ventre molle” d’Europa non ha alcuna possibilità di restare a galla quando si deve misurare coi paesi dal “ventre duro”.

Cercare le cause, le ragioni che hanno portato l’Italia in un mare tempestoso e senza pietà è fondamentale. Certo è un lavoro minuzioso obiettivo duro questo e il lavoro duro, ma anche soft, come si sa, ai parassiti non piace affatto. E allora? E allora niente. Come non detto. Solo questo: l’Italia affonda!

Ora, lettore, in questa drammatica situazione, se tu potessi salvare solo 3 cose de Il Paese delle meraviglie, cosa salveresti? Io ci ho già riflettuto. Salverei per prima cosa il Parmigiano Reggiano, poi il vino Barolo e in ultimo la Ferrari. E tu?

Deciditi prima che sia troppo tardi!

 

 

 

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