Il vero linguaggio del politico
Quando il politico esalta il partito, la democrazia, la repubblica; quando urla viva il socialismo, il comunismo, il capitalismo, in realtà sta esaltando se stesso, sta dicendo viva i miei diritti, viva il mio potere, viva la mia demagogia, viva i miei privilegi, viva la politica; quando tuona dai pulpiti promettendo questo e garantendo quest’altro ai cretini che lo stanno ascoltando, in verità sta assicurando a se stesso un buon bocconcino, un benessere garantito, un alto posto tra i boss e i parassiti.
A lui, al politico, interessa solo e solo se stesso. Ecco come lui, consciamente o inconsciamente, si vede e si loda: “Viva il mio successo! Viva la mia famiglia! Viva la mia immunità! Viva il mio ego, il mio egoismo, il mio egocentrismo, viva il mio culo e la mia popolarità!”
Quando il politico parla del bene della nazione, del popolo, della prosperità, della solidarietà, dell’interesse comune, sta esattamente parlando del suo bene, della sua prosperità, del suo interesse, della paga più alta che si può portare a casa, perché, in realtà, del suo paese, dell’interesse generale, della miseria del popolo, se ne infischia caramente, non ci pensa neppure.
Da una psicologia del profondo, è questa l’immagine che ne viene fuori. E non solo. Il politico, l’anima del politico, il cuore del politico, il cervello rettiliano e machiavellico del politico, la sua volpinità e la sua mostruosità, sono ancora tutte da scoprire.
E voi, poveri imbecilli che li ammirate, ascoltate, votate, mandate al potere, è mai possibile che non avete ancora capito proprio nulla di questi rettili con camicia e cravatta?