Illustre scienziata del CERN scrive: “…non è la fisica che darà risposta”
E se non è la fisica (la materia, gli atomi, gli elementi), ci chiediamo noi, che “darà risposta”, che cos’altro la darà?
Ecco cosa scrive su Wikipedia l’illustre scienziata italiana, Fabiola Gianotti: “Quello che io vedo nella natura, la sua semplicità, la sua eleganza, mi avvicina all’idea di una mente intelligente ordinatrice”. In un’altra intervista ha risposto: “Sì, io credo. La scienza è compatibile con la fede e non ci sono contraddizioni. L’importante è lasciare i due piani separati: essere credenti o non credenti, non è la fisica che ci darà risposta.” Ci vuole coraggio per dire certe cose e la scienziata Gianotti, quando dice che “non è la fisica che darà risposta”, dimostra di averne tanto.
Ormai, da quando Brian Greene ha pubblicato nel 1999 il suo libro “L’universo elegante”, molti fisici e astrofisici hanno iniziato a dire, seguendo la tesi principale dell’autore, che le stringhe sono armonia anche se né l’autore del libro “L’universo elegante”, né nessun altro fisico o cosmologo al mondo hanno mai visto una sola stringa armoniosa o meno. Sappiamo fin troppo bene che del cielo e sul cielo si può dire e scrivere di tutto e i nostri astrofisici, in questi ultimi decenni, si sono proprio scatenati, se le sono inventate e continuano a inventarsele di tutti i tipi e di tutti i colori.
Io vorrei almeno che mi spiegassero una cosa questi signori astrofisici. Ci sono 7 miliardi di esseri umani sul pianeta terra e nessuno di loro ha lo stesso Dna d’un suo simile. Come mai, allora, dato che si tratta sempre di atomi e del loro fare, e questo ovunque nell’universo, come mai che in altre parti del grande cosmo si riescono a creare universi paralleli e multiversi e addirittura copie identiche a me stesso, al mio gatto Piuto e persino copie esattamente uguali all’intero sistema solare? Sulla terra ogni Dna è unico in assoluto, mentre nel multiverso tutto è identico o può essere identico a tutto? Come mai la materia si prende queste libertà, fa questi scherzi, produce queste differenze? Si contraddice? E perché poi lo fa in un luogo dove nessuno ci è mai stato o mai potrà esserci? Insomma, please, vi prego, signori astrofisici, datevi una calmata! Se avete qualcosa da mostrarci, fatelo e vi saremo grati, altrimenti, per favore, chiudete quella vostra bocca sputa equazioni vuote e senza senso! Abbiamo già avuto un medioevo, dobbiamo adesso confrontarci con quello degli astrofisici?
Il cielo è sempre stato e continua ad esserlo la fortuna e il paradiso dei deliranti: il paradiso dei preti, il paradiso degli ideologi, il paradiso della fantascienza, il paradiso degli acchiappa nuvole e il paradiso di tutti quegli scienziati che in realtà scienziati non sono. Non possono esserlo e non possono esserlo perché la scienza, la vera scienza dice che non si può sostenere l’esistenza d’un fenomeno se non sia prima dimostrata, se non vieve certificata la sua presenza materiale. Però, loro, gli astrofisici, sapendo che nessuno può contraddirli – e chi potrebbe dire con certezza cosa c’era prima del big bang? chi può parlare di universi paralleli e di wormholes nella realtà? nessuno! -, si riempiono follemente la testa di concetti teorici, di particelle mai viste, di astri sognati, di note musicali armoniose. Infatti il violino, l’arpa, il violoncello, l’armonia sono diventati, in quest’ultimo tempo, parte del vocabolario di questi illustri signori scienziati, oltre che paragone dei fenomeni celesti. E così tutti parlano di universi eleganti, sinfonici, musicali, super organizzati e accordati.
Vorrei proprio vedere, io, vedere quanti di questi signori sapienti direbbero, non mentre sono in laboratorio o a tavolino e con la pancia ben nutrita e ben protetta e al caldo, ma dopo essersi trovati nell’esplosione d’una supernova, o vicino a un buco nero, o ancora nell’occhio d’un ciclone o se avessero un tumore al cervello all’ultimo stadio e, per caso, fossero ancora vivi, vorrei proprio vedere quanti di loro direbbero ancora che l’universo è elegante e armonioso. E la nostra illustre scienziata, la signora Fabiola Gianotti, of course, segue l’organetto scientifico del mondo (oltre 3000 scienziati si comunicano l’un l’altro giorno dopo giorno tutto quello che si possono comunicare del loro lavoro) segue il corso delle scoperte, segue la moda delle idee e, in ultimo, segue anche la sua arroganza e la sua ignoranza, naturalmente.
Dire che “non è la fisica che ci darà risposta” sull’esistenza di Dio o di qualsiasi altra cosa inventata, è pura cretinaggine o follia, ma non scienza. La tesi principale di Kant è che prima di lui i filosofi (Cartesio, Leibniz, Spinoza, ecc.) sostenevano che prima veniva Dio e poi l’uomo; Kant, invece, dimostrò, fatti alla mano, il contrario: prima, dice lui, viene l’uomo e poi l’uomo s’inventa Dio. È l’uomo che parla di Dio, è l’uomo che descrive Dio, è l’uomo che gli ha dato tutti gli attributi e tutti i nomi che conosciamo, quindi non è Dio che parla dell’uomo ma è l’uomo che parla di Dio. Tutto quello che è stato scritto e detto su questo personaggio inventato, è stato detto e scritto dall’uomo. Dio è una sua invenzione, una sua creazione e nulla più. Scrive il filosofo di Konigsberg nella sua “Critica della ragion pura”:
“Ora io sostengo che tutti i tentativi di un uso meramente speculativo della ragione in relazione alla teologia sono radicalmente infecondi, e, per la loro stessa natura intima, VUOTI e VANI (il maiuscolo è mio); e sostengo inoltre che i principi dell’uso naturale non conducono in alcun modo a una teologia; con la conseguenza che, se non si assumono a fondamento e a guida le leggi morali, non è in alcun modo possibile che sorga una teologia della ragione. Tutti i principi sintetici della ragione pura sono di uso immanente, mentre la conoscenza di un essere supremo esige invece un uso trascendente di essi, uso a cui il nostro intelletto non è per nulla predisposto”, p. 470.
Dopo Kant, nessun altro filosofo o scienziato che si rispetti, ha osato contraddire la sua tesi. Anzi, l’ha sostenuta e fortificata al punto che oggi qualsiasi scolaretto delle elementari sa esattamente come stanno le cose. Solo i fondamentalisti, gli arroganti e gli ignoranti non si arrendono all’evidenza riempiendosi così la bocca, con ogni parola che dicono, di aria fritta, di aria priva di particelle. *
Perché, perché, perché, allora, perché tutti questi scienziati divulgano tutte queste teorie non dimostrate, tutti questi postulati orfani di sostanza, tutto questo bla bla impastato e imbottito di black magic? Sono diventati pazzi tutti in una volta o strumenti ciechi del potere mafioso che governa il mondo? No, no, no, questi signori, non sono dei veri scienziati, e soprattutto la nuova direttrice del CERN, la signora Fabiola Gianotti, non lo sono affatto, sono, se vogliamo dirla tutta in una volta e correttamente, sono degli aborti di Leucippo e di Democrito. Insomma, mostri e fallimenti scientifici.
Illustre scienziata Fabiola Gianotti, se desidera proprio saperlo, ma io glielo dico lo stesso anche se non lo desidera, lei offende la scienza quando scrive che “la scienza è compatibile con la fede”, perché, in realtà, non lo è affatto. Not at all, per nulla. La scienza è nata proprio per questo: per combattere la superstizione religiosa, quella in cui lei crede. La scienza è nata coi presocratici e i presocratici erano scienziati (l’acqua di Talete, il fuoco di Eraclito, l’infinito o la materia indeterminata di Anassimandro, l’aria di Anassimene, la terra di Empedocle, l’atomo di Leucippo e di Democrito avevano forse a che fare con la natura fisica o con la sua superstizione religiosa?). La scienza non ha nulla a che spartire con la fede. Questa, la fede in Dio, è un’invenzione, un’impostura, una mostruosa manipolazione umana e lei, con la sua credenza e la sua aderenza alla superstizione religiosa, sta partecipando proprio a questa: alla manipolazione umana nel peggiore dei modi possibili. Inoltre, quando dice che “non è la fisica che darà risposta”, lei sta veramente veramente insultando la scienza, la vera scienza, quella che ha sempre, lungo i secoli di oscurantismo (creato per lo più dai fanatici religiosi: Saulo di Tarso, Cirillo, papa Borgia, Torquemada), combattuto la superstizione religiosa. Lei offende anche i veri scienziati, e ce ne sono tantissimi che non la pensano come lei, fortunatamente. Per conto mio, se lei ama e rispetta la scienza, dovrebbe dimettersi da questa disciplina e dovrebbe farlo almeno per due ragioni: la prima perché quelli che pagano il suo stipendio, e io sono uno di questi, sono i lavoratori, quelli senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce; la seconda ragione è perché lei non può inquinare con la sua credenza superstiziosa una disciplina di pensiero così nobile e pura com’è la scienza. Si dimetta, allora, si dimetta signora Gianotti, perché nessuno è indispensabile in questo mondo, e mi creda, neppure lei!
* “Sai, dice Orazio Guglielmini a Rossi ne “L’Indifferenza divina”, sai che in ogni luogo dell’universo dove c’è il vuoto, lì ci sono anche particelle, atomi, ecc., perché, in realtà, il vuoto non esiste. Ebbene, nel modo in cui io intendo “aria fritta”, Rossi, lì non c’è proprio nulla, neppure il vuoto, atomi o particelle: solo “aria fritta” prodotta dall’immaginario. Insomma, il nulla assoluto. Un altro modo d’intendere questa espressione potrebbe essere fiction, pura fiction, un prodotto estratto dall’immaginario.”
UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, allora passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che parla agli amici del Web, Orazio Guglielmini.
La scienza non potrà mai dare risposte esaustive su Dio e similia.
La scienza si occupa delle cose reali e non delle stronzate metafisiche … non si possono dare risposte a cose che non esistono … sennò l’avrebbero già fatto da un pezzo …!
Gentile Signore ,
Mi permetta di osservare che i due piani sono distinti.
La scienza si occupa di spiegare come il Mondo funziona ma non risponde alla domanda perché esso esiste , ovverosia quale sia la causa prima, la fede risponde a detta domanda ed è quondi pienamente compatibile con la scienza , atteso che risponde ad un bisogno ed a una domanda distinta.
Gentile signor Ranieri, tra credenza e conoscenza c’è molta differenza. La prima appartiene a quelli che hanno solo parole, solo flatus vocis; la seconda parla di fatti e i fatti appartengono alla scienza. Lei, signor Ranieri, ha mai visto Dio negli atomi, nelle cellule, nei neuroni? La materia, mio caro signore, è atea.
Se lei avesse letto quello che segue qui sotto, sicuramente avrebbe capito che la religione è solo invenzione.
La tesi principale di Kant è che prima di lui i filosofi (Cartesio, Leibniz, Spinoza, ecc.) sostenevano che prima veniva Dio e poi l’uomo; Kant, invece, dimostrò, fatti alla mano, il contrario: prima, dice lui, viene l’uomo e poi l’uomo s’inventa Dio. È l’uomo che parla di Dio, signor Ranieri, è l’uomo che descrive Dio, è l’uomo che gli ha dato tutti gli attributi e tutti i nomi che conosciamo, quindi non è Dio che parla dell’uomo ma è l’uomo che parla di Dio. Tutto quello che è stato scritto e detto su questo personaggio inventato, è stato detto e scritto dall’uomo. Dio è una sua invenzione, una sua creazione e nulla più. Scrive il filosofo di Konigsberg nella sua “Critica della ragion pura”:
“Ora io sostengo che tutti i tentativi di un uso meramente speculativo della ragione in relazione alla teologia sono radicalmente infecondi, e, per la loro stessa natura intima, VUOTI e VANI (il maiuscolo è mio); e sostengo inoltre che i principi dell’uso naturale non conducono in alcun modo a una teologia; con la conseguenza che, se non si assumono a fondamento e a guida le leggi morali, non è in alcun modo possibile che sorga una teologia della ragione. Tutti i principi sintetici della ragione pura sono di uso immanente, mentre la conoscenza di un essere supremo esige invece un uso trascendente di essi, uso a cui il nostro intelletto non è per nulla predisposto”, p. 470.
Dopo Kant, nessun altro filosofo o scienziato che si rispetti, ha osato contraddire la sua tesi. Anzi, l’ha sostenuta e fortificata al punto che oggi qualsiasi scolaretto delle elementari sa esattamente come stanno le cose.
Pensare, se me lo permetta, è prima di tutto pensare il proprio pensiero e poi, se necessario, avere il coraggio di dire anche no al proprio pensiero. Kant diceva qualcosa del genere: dimostratemi che quello che dico è errato e io non lo dico più.