Io e l’immenso

 

una nuova visione dell’universo e della vita

 

non so voi

ma io ho bisogno

prima di morire

di avere una visione del tutto

e il mio tutto è questo:

 

Quando cerco di dare uno sguardo o di darmi un valore nell’immenso in cui mi trovo a vivere senza un “ma” e senza un “perché”, e non importa come immagino me stesso o che tipo di valore mi dia nei suoi confronti, devo ammettere che non riesco neppure a percepirmi in un modo o in un altro. Mi immagino meno, molto meno d’una particella infinitesimale, inesistente o quasi. Insomma, un nulla e niente più.

La musica cambia se mi vedo in questo immenso come una particella, una particella luminosa, ovvero come una coscienza cosmica armata di occhi che vedono tutto, anche quello che non si vede.

Questa consapevolezza mi trasforma, io non sono più io, divento un fenomeno, un fenomeno più grande dell’universo che mi ospita. L’universo, nonostante la sua grandezza sfiora i 50 miliardi di anni luce, se paragonato alla grandezza dello spazio in cui si muove, non è più grande d’una bolla di sapone, mentre io, io con la mia coscienza cosmica armata di occhi che vedono tutto, anche quello che non si vede, non osservo solo il mio corpo e l’universo intero, osservo anche lo spazio infinito in cui tutto nasce, avviene e sparisce.

È una visione straordinaria questa, un momento in cui sogno e realtà si uniscono in un unico fenomeno, un fenomeno che parla dell’immenso potenziale che è e rappresenta la vita, la vita d’un essere umano.

È il mio essere, infatti, il mio essere per ciò che realmente è: una particella splendente che illumina il tutto e non il tutto che illumina me. Io, dunque, più immenso dell’immenso; io, un dio che nasce e un dio che muore in un mondo fatto di sogni e apparizioni.

Comments

  1. By Foster

  2. By Santino Ferrais

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