Josè Mujica, il “Presidente più povero del mondo”
C’è un solo politico, per quello che ne so, su tutta la Terra, che sia degno di questo nome e va scritto con la P maiuscola, e questo politico si chiama José Mujica, il presidente dell’Uruguay, e cioè il presidente più povero, più umano, più dignitoso, più onesto e più politicamente avveduto e democratico al mondo. Il resto dei politici, per come la vedo io, e poco m’importa per come la vedono gli altri, è solo una volgare congrega di banditi legalizzati e nulla più.
Agostino d’Ippona, almeno per una volta nella sua vita, aveva visto giusto quando scrisse:
“Una volta che si è rinunciato alla giustizia, che cosa sono gli Stati, se non una grossa accozzaglia di malfattori? Anche i malfattori, del resto, non formano dei piccoli Stati? Si tratta infatti di un gruppo di uomini comandati da un capo, tenuti assieme da un patto comune e che si spartiscono un bottino secondo una legge tacita. Se questo male si allarga sempre più a uomini scellerati, se occupa una regione, fissa una sede, conquista città e soggioga popoli, assume più apertamente il nome di regno, che non gli viene dalla rinuncia alla cupidigia, ma dal conseguimento dell’impunità”.
Ecco cosa c’è scritto su José Mujica su Wikipedia:
“Dal 2005 è sposato con la senatrice e leader storico del MPP Lucía Topolansky, dopo una lunga convivenza. Mujica riceveva dallo Stato uruguaiano un appannaggio di 260 259 pesos (8 300 euro) al mese per il suo lavoro alla guida del Paese, ma ne donava circa il 90% a favore di organizzazioni non governative e a persone bisognose. La sua automobile è un Volkswagen Maggiolino del 1987, donatagli da alcuni amici e che si è rifiutato di vendere nonostante offerte cospicue.
“Vive in una piccola fattoria a Rincón del Cerro, alla periferia di Montevideo. Anche durante il suo mandato aveva rinunciato a vivere nel palazzo presidenziale. In riferimento alla piccola quota di stipendio che tratteneva per sé (circa 800 euro) che lo fece soprannominare anche il “Presidente più povero del mondo”, Mujica dichiarò in un’intervista al quotidiano colombiano El Tiempo che tale quantità di denaro gli era sufficiente, alla luce del fatto che molti suoi connazionali devono vivere con meno.”
Né più né meno che come i nostri signori politici, i più nefasti e i più ingordi della Terra, nonché i più incapaci e i più irresponsabili. Sanno solo accapigliarsi per chi può acchiappare più soldi dalle casse dei lavoratori, dalle casse di quelli senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce.
E con quale coscienza poi?, ci chiediamo noi. E ancora. Ne siamo sicuri che ne hanno una? Non direi. Non per come si comportano. Infatti, non si rendono neppure conto che, grazie a loro, il paese che manovrano è uno degli ultimi della comunità europea. Perché, allora, almeno per una volta, invece di accapigliarsi per chi può arraffare più quattrini, più poteri, più onori, più pensionamento, più vitalizi (il loro unico obiettivo da quando entrano in politica), perché non si accapigliano per chi potrebbe governare il paese nel migliore dei modi possibile, sempre ammettendo che ci sia qualcuno fra di loro che sia all’altezza?
José Mujica, il “Presidente più povero del mondo”, ovvero il Politico con la P maiuscola, che per me è il presidente più ricco al mondo, non ricco di escrementi nel senso freudiano del termine come lo è la ricchezza della nostra fauna politica, ma il più ricco di comprensione, di umanità, di spiritualità, di tutti quei valori che il genere umano, lungo la sua penosa storia, ha sempre sognato di realizzare; José Mujica è il primo politico della Terra che non ha predicato bene e razzolato male, tutt’altro; José Mujica, il “Presidente più povero del mondo”, dovrebbe essere di esempio per tutti quelli che rispettano e amano il genere umano e vogliono fare politica.
Lunga vita a José Mujica!
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Beati i semplici, che permettendo la libertà saranno liberi, e beati i poveri che sanno vivere, essendo già ricchi nel cuore.