La colonna del disonore

 

Propongo che venga eretta una colonna, LA COLONNA DEL DISONORE, in ogni piazza che fa parte dei capoluoghi delle Regioni Italiane, e su questa colonna venga inciso il nome, non solo quello del generale Cadorna (vedere Paolo Gaspari, “Le bugie di Caporetto”, Ferdinando Camon, “Cadorna, generale da dimenticare”, Emilio Lusso, “Un anno sull’alto piano”, lo storico Marco Mondini, ecc.), ma di tutti quelli che hanno, oltre che mandato al macello milioni d’Italiani, anche distrutto e infangato il nome del Paese.

E non solo. Propongo, inoltre, che in tutte le stazioni ferroviarie dei capoluoghi venga costruita una latrina e, all’entrata, ci sia per terra un’effigie di tutti quelli che finiranno sulla COLONNA DEL DISONORE, di modo che ognuno entrando e uscendo possa calpestare il nome del disonorato.

Di più. Propongo che una COLONNA DEL DISONORE venga anche eretta all’entrata del parlamento italiano, affinché ogni politico che varca quella soglia, si ricordi di non finire lui stesso su quella COLONNA!

Qual è lo scopo di questo monumento eretto al disonore? Dovrebbe essere già chiaro con quello che è stato detto. Comunque, lo scopo è questo. Se vogliamo cambiare in meglio la bestia umana, una bestia capace di caricarsi di onori e di diritti astronomici immeritati; una bestia capace di distruggere mezzo mondo grazie al suo egocentrismo; una bestia mai sazia di averi e poteri; allora, per fermare questo suo mostruoso fare, dobbiamo avviare nuovi metodi di educazione e LA COLONNA DEL DISONORE è uno di questi. Come la tagliola nella bocca dei cavalli li rende mansueti e governabili, così LA COLONNA DEL DISONORE renderà la bestia umana più sapiente e più equa, almeno si spera!

In Italia ci sono quasi solo monumenti eretti al nome di una retorica vuota, roboante, falsa, malsana e indegna, come, ad esempio, il monumento eretto nel deserto d’Egitto El Alamein. Una testimonianza questa, non al valore militare, non a una vittoria guadagnata con dignità, sacrificio e coraggio, ma a una terribile scottante sconfitta! È ora di mettere fine a questo scempio nazionale, è ora di costruire monumenti, se proprio si devono costruire, a quelli che ne sono degni e di tirare giù tutti gli altri.

LA COLONNA DEL DISONORE vuole essere, ovviamente, non un monumento eretto in onore dei valorosi, non per quelli che hanno apportato onori e benefici alla Patria, ma un monumento della vergogna, dell’ignominia e del disprezzo verso tutti quelli che la Patria la insultano e non la onorano. Questi figli dell’obbrobrio devono essere trattati per come meritano!

Ora, per fare in modo che quest’idea non sia solo un’idea, propongo di fare una petizione a livello nazionale e una volta raccolte le firme, iniziare a costruire LE COLONNE DEL DISONORE in tutto il Paese. I costi dovranno essere sostenuti dallo Stato.

Per quello che riguarda i candidati che saranno incisi sulla COLONNA, sappiamo che il Bel Paese ne ospita tantissimi. Io ne proporrei, oltre a quello già proposto sopra, almeno altri due. Il primo che mi viene in mente è Papa Alessandro VI, il Borgia. Roma, sotto la sua diabolica guida, è diventata la capitale mondiale, non del sano vivere e del progresso, ma della prostituzione! Più del 70% dei bambini nati durante il suo papato, erano figli dei preti. Un bordello vero e proprio. Il secondo è quello del generale Bava Beccaris per avere ordinato di sparare con fucili e cannoni (8 maggio 1898) su una folla di poveretti milanesi che chiedevano un tozzo di pane provocando una strage che ancora oggi non si sa di preciso il numero dei morti, forse 100, forse 500. Per un tale vile, spregevole e inumano atto, per un tale macello d’innocenti, l’intrepido generale Bava Beccaris è stato decorato con una medaglia d’oro al valor militare oltre ad ottenere un seggio al Senato!

Gli altri, quelli che seguiranno il destino di questi esecrabili individui, saranno gli storici e il popolo a deciderlo in un plebiscito nazionale.

Chi ha e desidera suggerire altri candidati, lo faccia.

 

UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che Orazio Guglielmini parla agli amici del Web.

 

 

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  1. By Roberto Filiberto Gorelli

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