La commedia dell’arte

Quando Papini scriveva sul buffonismo, non stava scrivendo solo sull’opera buffa del Paese delle meraviglie, stava scrivendo anche sulla commedia dell’arte, un fiore all’occhiello della Santa Santissima Terra Meravigliosa.

Ma poi, la commedia dell’arte, è veramente un fiore all’occhiello? Trasformare tutto ciò che arriva sul palcoscenico in una buffonata è l’obiettivo della commedia dell’arte; far ridere i mezzi dei mezzi più indegnamente pagati al mondo è l’obiettivo della commedia dell’arte; trasformare ogni attore in un buffone è l’obiettivo della commedia dell’arte; scrivere farse per divertire i parassiti è l’obiettivo della commedia dell’arte; scrivere libri sul bambin Gesù è l’obiettivo della commedia dell’arte. In nuce, lo scopo della commedia dell’arte è di divertire i lupi a due zampe e dimenticare o prendere in giro coloro che essi sfruttano: ecco il nobile obiettivo che si è data questa gran signora dell’arte del Paese delle meraviglie!

Questo ci ricorda “Il libro del cortegiano” di Baldesar Castiglione. Il cortegiano doveva essere istruito per diventare un perfetto servo dei signori: ecco la nostra cultura liberatrice, rivoluzionaria! Questo ci porta ai Promessi Sposi, dove la Provvidenza è capace di trasformare anche i cuori più duri in santi, in pecorelle, agnellini: ecco la nostra letteratura liberatrice, rivoluzionaria! Questo ci porta a riflettere sulla Divina Commedia dove l’inferno il purgatorio e il paradiso decidono chi deve bruciare per l’eternità, chi deve trascorrere l’eternità facendosi sempre, notte e giorno, le stesse fantastiche seghe in paradiso, chi deve aspettare in purgatorio prima di arrivare a godere delle delizie del paradiso: ecco un altro tipo di letteratura liberatrice, rivoluzionaria! Per non parlare poi del cinema alla Sordi, alla Peppone e don Camillo, alla Benigni, l’ultima trovata del genio meraviglioso.

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