La coppia
In primo luogo, il sangue dell’uomo e il sangue della donna scorrono ognuno per conto suo e, nonostante ciò, sono un unico flusso. In questo flusso scorre un codice, il codice della trasmissione genetica e questa la sa lunga, molto lunga. In secondo luogo, l’anima gemella non esiste, è fiction, è mancanza platonica, è ignoranza; l’anima gemella se la costruiscono i protagonisti se sono all’altezza. In terzo luogo, la coppia è un gioco di specchi: lei permette a lui di vedersi per quello che è; lui permette a lei di fare altrettanto. Il vedersi a vicenda per quello che si è e non per quello che si è immaginato di essere mette i protagonisti nudi l’uno di fronte all’altro. In quarto luogo, con la coppia nasce una micro-società, quindi nascono delle regole. Queste possono diventare un gioco piacevole o spiacevole: lui e lei si creano una morale, un’etica, una ragione per stare e vivere insieme. In quinto luogo, una coppia sprovvista della conoscenza reciproca, rischia il naufragio al primo scontro-confronto.
A questo punto del rapporto, les jeux sont faits: la coppia, da un pezzo di marmo rozzo e senza forma, si è scolpita la propria statua, immagine, simulacro, ologramma. Si riconosce in una sua storia. I protagonisti si sono costruiti su misura l’uno per l’altro, si sono fabbricati la propria credenza, religione, fede, amicizia, sentimenti, amore; una loro ragione d’essere, un contratto a due. Romperlo, a meno di non essere dei superficiali, non è facile.
A questo punto la coppia si è anche creata, e con le proprie mani, una gabbia, una gabbia dorata o infernale?
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