La fisica come esercizio spirituale, 4 (+1) post, il quarto
L’invenzione come fuga
Quando del reale è stato detto tutto, ecco apparire la strega, la prostituta di ogni tempo e di ogni luogo: l’invenzione. Questa crea altri mondi. E, guarda caso, in questi nuovi mondi, tutti, nessuno escluso, possono costruirsi quello che desiderano e come lo desiderano. Qui, in questi nuovi mondi, tutti hanno ragione, nessuno può essere contraddetto, anche se la sua ragione è una ragione che sragiona. I prodotti fantastici nessuno può smentirli. E come si potrebbero smentire i deliri della mente, perché, in realtà, di deliri si tratta. Forse c’è stato qualcuno dopo il suo volo pindarico o dopo la morte che è tornato dal suo mondo immaginario per dirci com’è e come funziona realmente?
Ci sono invenzioni e invenzioni. L’invenzione dell’aratro ha migliorato la vita; l’invenzione di Dio ha insanguinato la vita; l’invenzione della penicillina ha salvato milioni di vite, l’invenzione del peccato originale ha ucciso milioni di credenti; l’invenzione della tecnologia ha migliorato la vita, l’invenzione dell’inferno e del paradiso ha rimpinzato le casse della Chiesa. Per secoli, e particolarmente nel Sedicesimo e Diciassettesimo secolo, la Chiesa vendeva a carissimo prezzo questi due aborti della mente, inferno e paradiso e, in un modo o in un altro, lo sta facendo ancora oggi.
Da quando siamo apparsi su questo pianeta, l’abbiamo popolato di nomi, nomi e basta. Prima di chiamare la luna Luna, avremmo potuto chiamarla Bruna, e così oggi chiameremo la Luna Bruna e non Luna; prima di chiamare dio Dio, avremmo potuto chiamarlo Bogù, e così oggi chiameremo Dio Bogù e non Dio; prima di chiamare la società società, avremmo potuto chiamarla giungla sociale, e così oggi chiameremo la società giungla sociale e non società. E così per ogni altra cosa a cui solo noi abbiamo dato un nome e un’esistenza. Niente e nessuno nasce con un nome scritto su se stesso. C’è qualcuno che ha visto un bambino, un albero, un uccello nascere con un nome stampato addosso?
Ora, alcuni di questi nomi corrispondono a realtà, altri no. Un cane, ad esempio, è un animale a quattro zampe e corrisponde a realtà; la Medusa coi serpenti per capelli è solo un’esternazione mentale che non corrisponde a realtà. Può darsi che per alcuni l’invenzione sia più suggestiva del reale, rimane però il fatto che è solo un’invenzione e nulla più. Potrei, grazie alla mia immaginazione, inventarmi un milione di mondi zeppi di ogni bene e di ogni cibo, però, nel caso avessi fame, tutti i miei mondi, dal primo all’ultimo, varrebbero meno della buccia di una patata marcia per quello che riguarda la mia fame e la mia sopravvivenza. Lo stesso vale con Dio, gli dei, i santi. Potete implorarli tanto quanto volete, alla vostra disperazione loro non risponderanno mai. E come potrebbero? Non esistono, sono un’invenzione, una fiction e nulla più!
Se la nostra ragione non ci aiuta a capire la differenza tra le parole e le cose, tra il reale e il fantastico, tra filosofia e superstizione, tra scienza e religione, ci sono dei buoni motivi per pensare che, forse, non comprenderemo mai la realtà che ci circonda e di cui siamo fatti, e questo, una volta ancora, confermerebbe la prevalenza delle scimmie fra noi, scimmie che riescono ad imparare qualcosa solo fino ad un certo punto, e poi diventa tutto buio pesto nella loro testa.
Ne prossimo post, l’ultima parte de “La fisica come esercizio spirituale”
UN INVITO: passate parola, condividete, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, confrontarci, dire la nostra brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più! Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani! È questo ciò che raccomanda agli amici del Web, Orazio Guglielmini.
Stà prorio quì il bindolo della matassa:
creare illusioni per distogliere l’individuo dalla realtà.
Chi inventa qualcosa pertinente alla “vera” verità viene trattato subito come un mattoide (balordo, bislacco, dissociato, eccentrico, folle, imprevedibile, matto, originale, pazzo, pazzoide, picchiato, sballato, squilibrato, squinternato, strambo, strano, stravagante, suonato, toccato) e tutto per allontanare il vero stato delle cose, che potrebbero trasformare “la giungla sociale” nella pericolosa “civiltà”.
Non ci sarebbe più posto per i milioni di millantatori che, come un cancro, dilaniano il tessuto civile.
Mai prima di oggi, caro Roberto, è così chiaro il tessuto sociale: tenuto in piedi, non con giustizia e democrazia, ma col pugno di ferro e il crimine legalizzato.