La morte della politica (1)
Come Nietzsche ha annunciato “la morte di Dio”, io annuncio “la morte della politica”. È un aut aut: o lei o noi. Il genere umano, se vuole sopravvivere, non ha scelta in questo affare: o s’inventerà qualcos’altro per gestire la sua vita sociale o sarà la sua fine. Qui 2 + 2 fa 4!
Cerchiamo di capire meglio. Intanto, che cos’è, non a livello superficiale, volgare, banale, popolare, ma ad un livello profondo, vero, storico, reale, che cos’è la politica?
Giusto, sentiamo, sentiamo che cos’è, secondo lei, dici tu lettore, la politica?
Non è quella che spesso si pensa, mio caro amico. Sicuramente non è il meglio espresso degli esseri umani. E non parliamo di benevolenza verso i propri simili.
Che cos’è allora?
È una storia lunga, una storia costellata di crimini e nefandezze.
Sì, però…
È tutto, eccetto quello che dovrebbe essere, la politica.
E cosa dovrebbe essere?
Te lo dirò domattina, se troverò il tempo. Intanto leggiti cosa diceva Nietzsche dello Stato, quindi del politico, in “Così parlò Zarathustra”:
“Stato si chiama il più freddo di tutti i gelidi mostri. Mentisce anche a (sangue) freddo: e questa menzogna esce strisciando dalla sua bocca: “Io sono lo stato, sono il popolo … Ma lo stato mente in tutte le lingue del bene e del male; e qualsiasi cosa esso dica, mente; e qualsiasi cosa esso possieda, l’ha rubata. Tutto è falso in lui: esso morde con denti rubati ad altri, quel mordace. Anche le sue viscere sono false”, p. 87.
Per capire la politica, per conoscere la sua storia, il suo spirito, la sua anima, per essere cittadini informati e avveduti, leggere Lo Stato predatore