La morte della politica (4)

Come Nietzsche ha annunciato “la morte di Dio”, io annuncio “la morte della politica”. È un aut aut: o lei o noi. Il genere umano, se vuole sopravvivere, non ha scelta in questo affare: o s’inventerà qualcos’altro per gestire la sua vita sociale o sarà la sua fine. Qui 2 + 2 fa 4!

La politica, mio caro lettore, non è scienza, ma è un insulto alla scienza; la politica vuole una scienza di tornaconto, una scienza che fa impoverire sempre più quelli che già sfrutta e abbruttisce, quelli senza cui nulla nasce, cresce o fiorisce; la politica è l’altro lato della religione: insieme sfruttano l’anima al mondo e sono il flagello di tutto ciò che si muove, geme e respira sulla faccia della terra.

La politica mente e sa di mentire. Dice sempre quello che non dovrebbe dire, ma lo dice unicamente per raccogliere consensi, voti e potere. La politica è belle parole, però parole false e truffatrici. La sua storia è una montagna di bugie e di atrocità, una montagna di misfatti e iniquità, un mare di sangue in cui ogni bambino che nasce, se non sa fare il suo sporco gioco, annega.

La politica è il male assoluto tra gli uomini, è zizzania, discordia, infelicità, miseria, obbrobrio, giungla, schifo, è, è, è.

Non reggo più, non ce la faccio più, mi viene da vomitare. Ci sentiamo la prossima volta se siamo ancora in vita. Intanto leggiti anche cos’ha scritto Proudhon sull’argomento in questione:

“Esseri ‘governati’ significa essere controllati a vista, ispezionati, spiati, diretti, legiferati, regolamentati, parcheggiati, indottrinati, pregati, controllati, soppesati, apprezzati, censurati, comandati, da esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere ‘governati’, significa essere, a ogni operazione, a ogni transazione, a ogni movimento, annotati, registrati, recensiti, tariffati, timbrati, tosati, quotati, patentati, diplomati, autorizzati, ammoniti, impediti, riformati, raddrizzati, corretti. Significa, col pretesto dell’utilità pubblica e in nome dell’interesse generale, essere messi a contribuzione, addestrati, taglieggiati, sfruttati, monopolizzati, concussi, spremuti, mistificati, derubati; poi, alla minima resistenza, alla prima parola di protesta, repressi, multati, vilipesi, braccati, strapazzati, picchiati, disarmati, legati, imprigionati, fucilati, mitragliati, giudicati, condannati, deportati, sacrificati, venduti, traditi e, come se non bastasse, presi in giro, beffati, oltraggiati, disonorati. Ecco il governo, ecco la sua giustizia, ecco la sua morale! E dire che ci sono tra noi dei democratici che pretendono che il governo abbia del buono; dei democratici che sostengono, in nome della Libertà, dell’Eguaglianza, della Fraternità, quest’ignominia …”, citato da Jean Préposiet in “Storia dell’anarchismo”, p. 66.

Per capire la politica, per conoscere la sua storia, il suo spirito, la sua anima, per essere cittadini informati e avveduti, leggere  Lo  Stato predatore

 

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