La Morte è la cosa più Importante e Preziosa che abbiamo – 3 post, il secondo
Apologia della Signora delle tenebre
Questi scritti s’indirizzano a tutti quelli che vogliono vivere bene, vivere in eterno e mantenersi sani di mente, Orazio Guglielmini
La morte non vuole essere accettata, la morte vuole essere capita, perché solo così può essere accolta con naturalezza. Avvicinarsi a lei con occhi aperti, è vedere la grandiosità di tutto, dall’atto più ignobile a quello più illustre. La morte è più grande della vita. Questa, a confronto, è poca cosa. Pensa, lettore, pensa alla vita incosciente d’un animale e alla sua morte e avrai la risposta. È la morte che fa nascere la poesia, la religione, la musica, l’amore, la filosofia, la scienza; senza la morte, questi utensili della mente e del cuore non esisterebbero. È lei che accende il lampadario celeste; è lei che illumina tutto. Se il mondo esiste, lo si deve alla Signora delle tenebre.
Tutti gli dei – indù, egiziani, cinesi, cristiani, africani, scandinavi, sud-americani – l’uomo li uccide con la sua morte. In questo istante, unico e decisivo, l’uomo diventa il Signore del grande tutto: non è dio che lo uccide, è lui che uccide dio; non sono gli dei che lo uccidono, è lui che uccide gli dei; non è la Signora delle tenebre che lo uccide, è lui che uccide la Signora delle tenebre; non sono gli elementi che lo compongono che l’uccidono, è lui che uccide loro: la sua morte trasforma in un camposanto tutto ciò che è stato inventato, tutto ciò che si vede, striscia e respira.
L’attimo in cui i nostri occhi si chiudono per sempre, è l’attimo più pieno e totale della vita: non c’è nulla, per noi, di più grandioso e luminoso di esso. Quest’attimo, il più spettacolare, drammatico, personale, assoluto e tragico, è il re di tutti gli attimi. L’universo è sorto da un atto cieco e nelle tenebre; la morte d’un essere umano avviene in un oceano di luce. È questa che riscatta la vita dalla morte. Senza la morte, l’uomo non avrebbe pensato né alla vita, né al mondo, né alla sua stessa finitezza.
È il significato dei significati, perché è lei che dà uno scopo alla vita. La morte è la cosa più importante e preziosa che abbiamo in questo così fatto mondo. Senza di essa nessun sole brillerebbe, tutto sarebbe monotono e privo di brio. È lei, la Signora delle tenebre, che dà valore a tutto, che ci fa apprezzare ogni secondo della vita; è lei il sale di ogni cosa; lei che ci tiene attenti, ci illumina la strada e valorizza il nostro cammino.
Fortunati coloro che assaporano a occhi aperti il terrore della morte; che assaporano il suo apocalittico avvicinarsi, perché solo così sapranno fare, come abbiamo già detto, d’un secondo un’eternità e vivere l’eternità come se fosse fatta d’un secondo.
La forza, la vera forza, non sta nel carpire le cose senza grazia e brutalmente, sta nel capire le cose fino in fondo. Questa visione oceanica ha profumo di eternità. Le tenebre, viste con queste lenti cosmiche, s’irradiano di luce.
Per crescere e maturare, l’uomo deve affratellarsi con la Signora delle tenebre. Più la teme, la esorcizza, la ignora, più è alla sua mercé, e questo vuol dire che è più dominato dall’egoismo e dall’animale. Grazie al terrore della morte, il mondo è stato costruito metro per metro, non sull’immagine dell’altruismo, dell’umanità e dell’amore, ma sull’immagine dell’egocentrismo, della barbarie e dell’odio. La vita si vive con amore solo quando ci liberiamo dall’egocentrismo e dalla paura della morte; la vita va vissuta positivamente e non sprecata in falsi ideali: si vive una sola volta. Guai ad arrivare a questo appuntamento finale senza prima essersi sintonizzati con la morte.
UN INVITO: Se l’articolo è stato di vostro gradimento, allora passate parola, condividetelo, criticatelo, dite ciò che pensate. Per crescere e maturare culturalmente (non biologicamente, di questo si occupa la natura), abbiamo bisogno di comprendere, di comunicare, di confrontarci, di dire la nostra, brutta o bella che sia. Fatelo! La vita è qui e ora e poi mai più. Non perdetevi questo confronto con voi stessi e coi vostri simili. Siamo tutti degli esseri umani. Vale a dire, nessuno uomo è più che un uomo. È così che Orazio Guglielmini parla agli amici del Web.
La morte non esiste per il se’che eterno ma solo per l’involucro esterno del corpo che è nel divenire. Oltre alle realtà materiali esistono quelle immateriali invisibili la morte comporta il riassorbimento degli elementi nell’oceano del tutto il pretendere di sapere cosa c’è dietro la soglia della morte è parlare del nulla ed è una via che come disse Parmenide non percorribile ed inutile il cui percorso e’ impraticabile. Si può morire pur vivendo il corpo che e’ solo materia inerte e priva di soffio vitale.