La vita sulla Terra è UN AUT AUT – in 2 post, il primo

Gli esperti (Hubert Reeves, Richard Leakey, Marvin Harris, tanto per fare qualche nome) parlano di diversi scenari apocalittici sul destino della terra e dell’umanità. Tre di essi ci riguardano da vicino: quello di Venere: si presume, grazie all’effetto serra, alla deforestazione e altro, che la temperatura sul nostro pianeta potrebbe raggiungere i 500 gradi com’è successo, appunto, a Venere e, quindi, si ritornerebbe alla Terra dell’origine, quella di 4 miliardi di anni fa; il secondo scenario è quello che prevede che la temperatura raggiungerà i 100 gradi e quindi la vita sul Blu Pianeta sarà impossibile, si estinguerà; il terzo scenario, il più ottimista, ipotizza che la temperatura raggiungerà i 60/70 gradi. Questo significa che potrebbero esserci dei luoghi sulla Terra dove la vita, se non quella dell’uomo, almeno quella di alcune specie, potrebbe esistere.

Questo è quanto gli esperti prevedono riguardo al destino di questo pianeta e dei suoi abitanti.

Fino adesso, come si sa, le estinzioni di massa sul nostro pianeta, l’ultima quella del vulcano Toba in Sumatra circa 70mila anni fa, si sono verificate a causa di cataclismi naturali come la caduta di meteoriti, l’abbassamento della temperatura, l’eruzione di vulcani giganti, epidemie e altro; ora, invece, il fenomeno naturale non c’entra affatto, ora è l’homo che distrugge la Terra e se stesso, è lui il protagonista della sua fine, lui, il così chiamato homo sapiens sapiens!

Lo sappiamo, e anche fin troppo bene, il nostro è un mondo che si costruito all’insegna della bestialità, dell’egoismo, dell’ignoranza, dell’incoscienza e della violenza. Sono questi i concetti (ce ne sono degli altri, of course, ma non contano) che hanno dominato e continuano a dominare “gli homo” da quando sono diventati homo e, oggi, come risultato, stanno per distruggere il luogo che gli ha dato la vita e l’ospitalità; stanno per distruggere ciò che avrebbero dovuto proteggere ed amare al di sopra di ogni altra cosa.

Questa prospettiva, lungi d’allietarci, lungi dal dire “après nous le déluge”, questa prospettiva ci rattrista molto, dovrebbe! Noi, noi i creatori di quest’inferno! Ecco il nido che ci siamo costruiti col nostro fare, il nido in cui viviamo, il nido che lasceremo ai nostri figli, quelli che ci malediranno per averli messi al mondo!

Nella seconda parte vedremo se ci sarà una via d’uscita da questo annunciato inferno e se c’è, quale sarà.

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