L’arte di morire – post 1
Cenno introduttivo
Questi post sull’ “arte di morire” (e diciamolo pure sin dall’inizio che non c’è un’arte di morire senza un’arte di vivere e viceversa) dovrebbero supplire a ciò che le nostre scuole sono incapaci di fornirci: un’educazione illuminante ed emancipatrice. Detto in nuce, tutta la nostra impostazione scolastica è falsa. Infatti, i mali, le incomprensioni, la barbarie, la mancanza d’amore, l’assenza d’una vera fratellanza a livello planetario, d’un vero altruismo umano e sentito, tutto questo e molto altro è dovuto ad insegnamenti sbagliati, bigotti, nazionalistici, truccati, dogmatici; insegnamenti della violenza organizzata, insegnamenti che spiritualizzano la guerra, i campi di concentramento, i forni crematori, le bombe atomiche; insegnamenti che non hanno altro obiettivo eccetto quello di creare discriminazione, odio e confusione mentale.
Il nostro problema sull’arte di vivere e morire, e possiamo definirlo “il Problema” con la P maiuscola, è che le nostre scuole, collegi, università tutto insegnano eccetto la cosa più importante: appunto, come vivere e morire. Ci consegnano invece nelle mani delle religioni che sono un milione di volte peggio delle superstizioni, cioè sono superstizioni legalizzate, istituzionalizzate, imposte dalla legge!
Dunque, ci buttano in pasto ai fondamentalismi, ai maghi, ai preti, agli strizzacervelli e a guru di ogni sorta; ci buttano in pasto a tutti quelli che sono più stolti e più ciechi di noi. Questi, a gestire le nostre anime e le nostre vite: che cinismo! che infamia!
Le nostre fabbriche scolastiche si concentrano, non sull’arte di vivere e morire, ma sul guadagno, sulla creazione di bisogni fittizi, inutili, sulle bugie, sulla spiritualizzazione della violenza, su nuovi idoli della vuotaggine ragionata e sul delirio diabolico e vacuo del vivere. È questa, al nocciolo, l’istruzione per vivere che riceviamo dalle scuole ufficiali. Fucine, non del buono e sano vivere, ma di ignominie e di sfruttamento.
Per l’uomo avveduto, per il filosofo rivoluzionario, per uno spirito libero, per questi signori del pensiero, non c’è dubbio, loro sanno, sanno fino alla nausea che i primi nemici da abbattere in un sistema sociale degno di questo nome sono proprio loro, le scuole: fonte di ogni guaio e di ogni problema quando non sono gestite con saggezza e amore.
I nostri post sull’arte di morire nascono proprio da questa aberrante e disastrosa mancanza istituzionale.
Vorrei ringraziare in anticipo tutti quelli che condividono i “nostri” post e tutti quelli che passano parola: Thank you very very much.
Inizieremo con “Essere sempre pronti!”
Sì ma… il problema si sposta. Se abbiamo avuto insegnanti bigotti, oscurantistici… Chi ha insegnato ciò a questi insegnanti? E chi ai loro maestri, e ai maestri dei loro maestri… ecc.? Non è che la religione sia nata come un fungo cresciuto nella testa di qualche buontempone eppoi da lui si è diffuso sul resto del mondo e venuto a confliggere con altri funghi scaturiti da altri buontemponi. La religione, piaccia o meno, è un fenomeno incardinato profondamente nella nostra natura di scimmioni evoluti. Per venirne a capo – se mai se ne verrà – occorre non definirla un guaio che ci è venuto tra capo e collo in un dato momento perché qualcuno ha avuto la bella idea di ingannarci, ma di riconoscerla come un fenomeno, pericoloso quanto si vuole, ma del tutto umano, al quale si dovranno opporre modelli culturali alternativi senza però farne una calamità, fatta eccezione per i fanatismi, i cascami e le prevaricazioni che ne derivano
Condivido quasi tutto. E allora? E allora ognuno cerchi, nel suo piccolo o grande che sia, di illuminare quelli che illuminati non sono, quelli che subiscono una barbarie da quelli che si fanno passare per dei santi.