L’incoronazione del divino Cocco del Paese delle meraviglie
Grande, un delirio, un vero delirio collettivo, un evento mondiale, stupendo, tutti i cocchi e tutti i così detti potenti della terra, sono venuti ad onorare il nuovo grande divino Cocco.
“Non abbiate paura, non si stancava di dire il nuovo divino Cocco a tutte le pecorelle impaurite ch’erano venute ad onorarlo, non abbiate paura, perché è ormai da duemila anni che noi cocchi ve la mettiamo nel culo con successo e con piacere e continueremo a farlo in eterno, perché così ha deciso il grandissimo Cocco lassù.”
Popolo allo sbando, popolo alla deriva, popolo senza identità, popolo orfano, popolo che non ha mai avuto una vera guida e mai l’avrà finché popolo resterà. Amen! E come avrebbe potuto avere una guida degna di questo nome? Dove i coccodrilli regnano, i dogmi vincono e le bestie governano.
Non c’è altro. Il succo è questo, il resto è teatro. Vile storia, vile passato. Come li chiami? Non hanno nome, perché non hanno dignità, le loro sono tutte parole, parole che si riducono a bla bla. È la cultura del bla bla, la cultura di pupi e pupari, di burattini e burattinai, cultura di tutto ciò che è nato storto e storto resterà.
Un paese senza testa, un paese senza schiena, un paese invertebrato, un paese che fa pena, un paese zeppo di divini coccodrilli. Grande!
La cupidigia, la menzogna, il prendersi in giro a vicenda, il parlare per dire niente, la carnevalata, la buffoneria, i santi cocchi, tesori di questa specie. Amen!
Che giornata! Tanti tanti deliri, tanti tanti storpi di mente e di corpo, tante tante preghiere, preghiere rivolte al divino Cocco, tante tante baciate di zampe artigliose, tante tantissime parole fatte in memoria dell’uscente divino Cocco, tante tante lacrime, tanti tanti auguri alle pecorelle, quelle che dovranno continuare ad essere pecorelle per poter continuare a produrre tanta tanta lana e tanta tanta carne, tanti tanti stronzi interessatissimi venuti da tutto il pianeta, da tutto il sistema solare, da tutta la Via Lattea per onorare il nuovo divino Cocco. Grande!
Popolo allo sbando, popolo alla deriva, popolo senza identità, popolo orfano, popolo che non ha mai avuto una vera guida e mai l’avrà finché popolo resterà. Amen!. E come avrebbe potuto avere una guida degna di questo nome? Dove i coccodrilli regnano, i dogmi vincono e le bestie governano.
Le campane ormai da tempo suonano a morte, ma non le sente più nessuno. Povere campane, poveri animali, povere scimmie diventate umane, magia della natura e del grande Bogududù!
Oggi, signori miei, si celebra l’incoronazione del divino nuovo Cocco. Grande festa, grande parata, grande adunata. Pecore venute da tutto il mondo, pecore pagate per belare, per riempire il luogo delle menzogna ufficiale urlata ai 4 angoli della galassia, pecore che si sono riunite per osannare con il loro belato il loro nuovo divino Cocco. Grande grande grande! In questo luogo, le cose, quando si fanno, si fanno alla grande. Spettacolo indimenticabile. Alla storia dei coccodrilli si aggiunge un altro coccodrillo, il divino Cocco.
La chiamano questo e la chiamano quest’altro e alla fine la chiamano arte, arte mistificatoria, arte barocca, arte contorta, arte santa, arte grottesca, bizzarra, assurda, arte del bla bla, ma la vera arte si vergogna di questo tipo di arte, un’arte degna solo dei divini coccodrilli che ti fissano con occhi che non spillano mai una lacrima e con il loro divino sguardo della morte.
Cos’hai detto? Ho vergogna. Vergogna di cosa? Vergogna di… Non dire più niente. Basta così. Ho capito. So cos’hai in mente. Quante volte ti ho spiegato che il luogo in cui si nasce, come i genitori, non lo si può scegliere. Se non ti piace, fai qualcosa, non a parole, queste non servono a nulla, sono solo inutili esternazioni verbali e nulla più.
Hijo mio, povrecito mio, que vuelo, que muerte, que tragedia. La justicia en este mundo de mierda non existe, existen solo y solo los Machos Cabrio. Gracias a ellos se el nuestro paìs se es vuelto en un paìs de fabelas y de cartoneros! Y ahora estos señores quieren transformar el globo intero en fabelas y cartoneros. Pobre hijo mio, povrecito mio, que vuelo, que muerte, que tragedia.
Popolo allo sbando, popolo alla deriva, popolo senza identità, popolo orfano, popolo che non ha mai avuto una vera guida e mai l’avrà finché popolo resterà. Amen!. E come avrebbe potuto avere una guida degna di questo nome? Dove i coccodrilli regnano, i dogmi vincono e le bestie governano.
Adesso basta, adesso mi sono stufato, adesso voglio anch’io celebrare, celebrare la verginità del mio divino Cane. Musicisti, cuochi, ballerini, camerieri, cos’aspettate!? Sì, amici miei, sì, è giunta l’ora di festeggiare. Mangiate, bevete, divertitevi e che l’ombra del mio divino Cane sia sempre con voi. Amen!