L’Italia analfabeta – post 17

Forti coi deboli; deboli coi forti

Deboli coi forti:

Churchill può permettersi d’insultare l’Italia chiamandola “il ventre molle dell’asse” Roma-Berlino-Tokyo. Infatti, nell’ultima Guerra Mondiale, sono bastate due piccole divisioni inglesi per sconfiggere dieci divisioni italiane nel deserto d’Egitto; è bastato un pugno di francesi mezzi morti di Carlo VIII, re di Francia, per sconfiggere nella battaglia di Fornovo, nel 1495, tutto un esercito italiano corazzato e ben foraggiato; tra i reali d’Inghilterra e i reali italiani c’è un’enorme differenza. Durante la seconda Guerra Mondiale, mentre Londra veniva bombardata dagli aerei nazisti, la Regina Madre non ha voluto lasciare la città, è rimasta lì, insieme al suo popolo sotto le bombe nemiche, dando un esempio di coraggio a tutti gli inglesi. In Italia, i maschi reali, non le femmine, ma i maschi!, quando sentivano in lontananza il rumoreggiare dei cannoni, fuggivano via come conigli pur di salvare la loro lurida pelle!

“C’è una bella differenza, scrive Oriana Fallaci, tra i militari italiani che l’Otto settembre del 1943 si arresero ai Tedeschi senza combattere, e i Tedeschi che nel 1945 difesero Berlino fino all’ultimo uomo”. Ecc.

Forti coi deboli:

Ora fai attenzione, Rossi, perché qui, qui in terra meravigliosa, per quello che riguarda la forza, il coraggio, l’eroismo, credimi, ne abbiamo da vendere. Figurati che si arriva a sparare coi cannoni, non coi fucili ma coi cannoni persino su degli innocenti che manifestano per un tozzo di pane, come ha fatto il grande grandissimo “generale Fiorenzo Bava-Beccaris il 7 maggio (1898 a Milano) (che) fece sparare i cannoni contro centinaia di cittadini disarmati che chiedevano la riduzione del prezzo del pane: il numero esatto dei morti, enormemente falsato da subito, non si è mai saputo perché governo e militari fecero di tutto per cancellare le prove della carneficina. Si crede circa quattrocento …”, Giordano Bruno Guerri, “Antistoria degli italiani”, da Romolo a Giovanni Paolo II, p. 253.

Dopo questo atto di grande coraggio ed eroismo da parte del grande grandissimo generalissimo Bava-Beccaris, sai cos’è successo, Rossi? Non ci crederesti. Non ci crederesti e basta. Eppure devi! È successo quello che doveva succedere secondo l’etica, la morale, le leggi e i prerogativi di questi illustri signori al potere. All’intrepido generale, il generale Fiorenzo Bava-Beccaris, per quest’eroico atto, per aver sparato, non coi fucili ma con dei cannoni su degli inermi manifestanti che chiedevano un tozzo di pane, a cotesto intrepidissimo generale, venne riconosciuta una medaglia al valor militare!

“Era il 1935, scrive Gino Strada ne i Pappagalli verdi”, quando gli italiani arrivarono fino a Dessié (in Etiopia). I nostri aerei bombardarono con cura la città, e diedero prova di grande ardimento volando perfino a bassa quota, per fare il tiro a segno sugli abitanti del luogo, sprezzanti del pericolo rappresentato dagli indigeni armati di bastoni”, p. 82. Ecc.

Se vuoi capire la storia del tuo paese, e dovresti capirla!, mio caro amico Rossi, allora sappi che questo è il concetto che meglio la descrive: forti coi deboli, deboli coi forti.

 

Nel prossimo post: L’assassinio storico e culturale del popolo italiano

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