L’Italia è un paese teocratico

Tu sai, Rossi, tu sai che è parte integrante della storia del Paese delle meraviglie, la storia di Roma. Se è così, il Bel Paese ha alle spalle una storia lunghissima e, con un tale passato, dovrebbe essere il paese più progredito e giudizioso, non solo d’Europa, ma di tutto il mondo, ma lo è? Di più. Se la conoscenza storica, come la scienza, è accumulatrice di tesori saggi e umani, allora la nostra dovrebbe essere una delle più nobili del sistema solare, ma lo è?

Nella realtà, e lo sappiamo fin troppo bene, non è così; nella realtà la nostra storia è una delle più retrograde; è “lo zimbello” del continente europeo, se non addirittura di tutto il pianeta. È sempre il fanalino di coda in tutto, eccetto, of course, che nella superstizione religiosa. Questo non perché i meravigliosi siano inferiori agli altri popoli, pas du tout!, ma perché la loro cultura non li aiuta a crescere. È una cultura vecchia e stravecchia che va avanti con la testa volta all’indietro.

Dove va oggi il papa a vendere il suo oppio religioso? Non nei paesi civilizzati, ma nei paesi del Terzo Mondo. È lì che va il boss del Vaticano a dire a quella gente, infestata da mille problemi drammatici e incalzata da una povertà spaventosa, che può fare tutti i figli che vuole anche se è portatrice di Aids e di altre malattie infettive e letali. Ci sono, Rossi, ci sono parole, in tutto il vocabolario umano, più irresponsabili e criminali di queste?

La cultura del Paese delle meraviglie è una cultura molto pericolosa. Già Pasolini l’aveva capito ed evidenziato molto bene quando scriveva: “La storia della Chiesa è una storia di potere e di delitti di potere: ma quel che è ancora peggio, è, almeno per quanto riguarda gli ultimi secoli, una storia di ignoranza. Nessuno potrebbe per esempio dimostrare che continuare a parlare oggi di San Tommaso, ignorando la cultura liberale, razionalistica e laica, prima, e poi la cultura marxista in politica e la cultura freudiana in psicologia (per tenermi a schemi primi e elementari), non sia un atto sottoculturale. L’ignoranza della Chiesa in questi ultimi due secoli è stata paradigmatica, soprattutto per l’Italia. È su essa che si è modellata l’ignoranza qualunquista della borghesia italiana”, “Scritti corsari”, p. 83.

E non solo lui. Anche Indro Montanelli sapeva quando scriveva: “Dopo tanti secoli che la pratichiamo, dietro l’esempio e sotto il magistero di nostra Santa Madre Chiesa, ineguagliabile maestra d’indulgenze, perdoni e condoni, noi italiani siamo riusciti a corrompere anche la corruzione e a stabilire con essa il rapporto di pacifica convivenza che alcuni popoli africani hanno stabilito con la sifilide, diventata nel loro sangue un’afflizioncella di ordine genetico senza più gravi controindicazioni… Un popolo italiano consapevole della propria identità e ben deciso a difenderla, non c’è. E non c’è perché, nei secoli in cui questa coscienza nazionale maturava nel resto dell’Occidente, in Italia veniva soffocata da una Chiesa timorosa che il ‘cittadino’ soppiantasse il ‘fedele’ e creasse un potere temporale laico contrapposto al suo”, Internet da una lettera di Marco Travaglio.

Nessuno, fino ad oggi, ha stroncato l’escalation di “delitti”, di “ignoranza”, di “assurda prepotenza” della Chiesa. Lo Stato  predatore del Paese delle meraviglie, l’unico che avrebbe potuto farlo, non solo non lo fa, ma addirittura la protegge e la inserisce in ogni suo programma. Perché? Perché, essendo uno Stato confessionale, esso stesso dipende dalle labbra della Chiesa. Politicamente e storicamente parlando, Rossi, l’Italia è un paese teocratico.

Pensa che nel 2004 si è voluto togliere addirittura dalle scuole l’insegnamento dell’evoluzione darwiniana! Ma ti rendi conto a che livello di criminalità mentale e istituzionale si è arrivati in questo paese? È pazzesco! L’evoluzione biologica è il nostro Dna evoluzionistico e lo si è voluto eliminare dalle scuole. Ma perché? Perché contrasta con l’insegnamento cadaverico e assassino della Chiesa!

Non c’è nulla da fare, purtroppo. Abbiamo a che fare, grazie al monarca del Vaticano e al suo leccaculo, lo Stato confessionale, con una leadership politica e culturale il cui cervello è ormai scaduto a livello patologico. Qui non si tratta di nazionalismo, di patriottismo, di fanatismo, Rossi, qui si tratta di fatti, di una critica obiettiva e sacrosanta. Si tratta di ragionare, di ragionare, di ragionare! Purtroppo, è proprio questo che manca alla nostra leadership: la ragione.

Vedere L’Indifferenza divina e Il Paese delle meraviglie

 

 

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