Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato
Che film! Peter Jackson, il regista di questo colossale fantastico, questa volta (dico questa volta, perché nel Signore degli Anelli ci aveva risparmiato tante mostruosità, e poi lì c’era la poesia, l’umanità, diciamo un’arte cinematografica sempre al limite dell’inaccettabile, questo sì, ma comunque tollerabile), questa volta invece non ci ha risparmiato nulla della sua fertile immaginazione, costringendoci, tutti noi spettatori (io per primo), ad un pasto cinematografico zeppo di immagini incredibili e grottesche. Più volte ho tentato di alzarmi e andarmene, ma poi non l’ho fatto. Ero seduto nel mezzo d’una fila, avrei dovuto disturbare gli altri, e poi ero andato a vedere questo film perché me l’aveva chiesto Sarah, queste ragioni e altre razionalizzazioni mi hanno trattenuto dall’andarmene e così l’ho visto tutto!
Siamo ritornati ai Titani di Esiodo della mitologia greca, al Polifemo dell’Odissea di Omero. Insomma a creature montagnose che si prendano a colpi di montagna! Queste assurdità si potevano digerire agli albori della nostra storia, ma oggi, oggi nel 2013, è tutt’altra cosa! Ma lo è poi? Evidentemente no! È vero, c’era poca gente in sala ieri pomeriggio, era il primo dell’anno. Comunque, voglio risparmiarvi qui tutt’una sfilza di assurdità e la trama del film. Andate a vedere questo film per rendervene conto. Dico solo questo, se l’uomo ha bisogno di questo cibo infernale, irreale, spazzatura per nutrire la sua mente, allora non c’è speranza per quest’essere.
I pensatori, i filosofi, gli storici benpensanti e naives, con qualche eccezione, credono che l’uomo cambi, cresca, maturi, divenga sempre più realista. Non è vero. L’uomo fondamentalmente non cambia, è un essere malfatto, maledettamente malfatto, è un bambino cattivo e delirante che si cerca nell’assurdo che lo circonda. L’uomo, da quando è diventato uomo, si è sempre nutrito di incongruenze mentali (per me è un’incongruemza mentale tutto ciò che ci distoglie dalla nostra realtà, perché ci spinge a vivere nel fantastico, quindi nell’irreale e questo è un crimine contro la vita reale!), perché sono queste le uniche vie che gli danno uno stimolo alla vita.
L’equazione è, e questo ci riguarda tutti, che più il nostro mondo ci fa schifo, e ci fa proprio schifo politicamente parlando, più l’immaginario ci ghermisce, ci tiene, ci strozza, più noi, quindi, ci impegniamo a costruire un altro mondo, uno ideale, anche se è orrido come quello de Lo Hobbit, ecco cosa ci obbliga a fare il nostro immaginario per sopravvivere.
Tutti i mondi fantastici costruiti dalla mente umana sono per lo più di due tipi (lasciamo perdere gli altri): utopici e distopici. Tra i primi ci sono i mondi perfetti, ideali, meravigliosi, mondi dove tutto funziona alla perfezione, come quello dei cristiani; tra i secondi quello de Lo Hobbit, un mondo dell’orrore.
Sono uscito dal cinema stravolto da tanto nonsenso, pattume e squallore mentale. Buona visione!