L’Universo e La Vita
Einstein pubblicava, nel 1905, i suoi famosi articoli sulla rivista scientifica “Annalen der Physik” dove solo pochi scienziati e con fatica riuscivano a capirci qualcosa; io pubblico i miei articoli sul Web, su Facebook, su Twitter e chiunque, data la loro realtà e semplicità scientifica, può leggerli e capirli nel mondo intero.
In quello che segue in questo articolo, cercherò di abbozzare la vera base dell’universo e della vita. Non fraintendetemi. Non sono un folle e tanto meno uno che va alla ricerca di riconoscimenti deliranti, sono uno che cerca il cuore e l’anima della realtà che ci ha messo al mondo ed è questa che tenterò di illustrare nelle sette principali definizioni sull’origine e sull’evoluzione dell’Universo.
Partiamo con la prima definizione. All’inizio c’era solo “il nulla del nulla”. Oltre al nulla del nulla non c’era altro. In quel tempo solo esso esisteva. Il nulla del nulla lo si può vedere grande quanto la punta d’uno spillo o immenso tanto quanto uno riesce a immaginarlo. In esso però non c’era niente, neppure la punta d’un ago. Noi chiamiamo questo vuoto cosmico il nulla del nulla, la prima base dell’universo.
La seconda definizione. È dal nulla del nulla che si è generata spontaneamente “la prima particella”, quella che poi, dopo miliardi e miliardi di anni, ha dato vita all’universo che conosciamo oggi. È questa la sua origine e la sua nascita, e cioè la seconda base dell’universo. Certo, potremmo scrivere un’intera enciclopedia riguardo a questo inizio, ma non progrediremmo d’una sola virgola per quello che concerne questo momento fisico iniziale.
La terza definizione. “Il big bang” non è l’origine dell’universo. Affatto o, se preferite, è solo uno dei tanti errori scientifici. Prima del big bang, a dir poco, l’universo aveva almeno 15 miliardi di anni ed era già pronto a scagliare nello spazio che lo circondava tutta la sua massa fisica ed esplosiva. La terza base dell’universo.
La quarta definizione. “La materia è vita e la vita è materia”: non c’è l’una senza l’altra. Le due si trovavano già nella prima particella. Chiedersi dov’è nata la vita è una domanda inutile oltre che banale, perché la vita può nascere ovunque c’è materia. La materia, però, domina in quantità sulla vita, ma perde sulla qualità. La materia è il contenuto dell’universo. La sua quarta base.
La quinta definizione. “L’universo non ha senso”, ha un corso, uno svolgimento, un’evoluzione, ma non ha un senso. La materia che lo compone si divide in materia inanimata e materia animata, anche se quest’ultima è rarissima. Noi, comunque, la rappresentiamo. Il tutto si svolge in modo casuale e naturale. Quinta base dell’universo.
La sesta definizione. Ci sono tante speculazioni su come finirà l’universo. Le due dominanti sono “il big crunch e il big chill”, e cioè che l’universo, quando non avrà più la potenza di espandersi, crollerà su se stesso oppure, se questo non avvenga, le galassie si allontaneranno l’una dall’altra così tanto da sgretolarsi e perdersi nello spazio infinito. Sesta base dell’universo.
La settima definizione. “La vita e l’universo hanno un inizio e una fine”. Alla fine della loro esistenza, in un modo o in un altro, spariranno. La domanda delle domande è: rinasceranno? A questa domanda ognuno si deve dare la propria risposta, perché nessun altro può farlo per lui o per lei. Settima e ultima base dell’universo.
Queste sette principali descrizioni dell’universo e della vita dovrebbero soddisfare il problema dei problemi degli esseri umani, e cioè come sono apparsi, come sono stati creati, come sono diventati ciò che sono e come finiranno, cose queste che per millenni e millenni impegnarono le teste più brillanti del pianeta, ma, purtroppo, con risultati deludenti e poco credibili. Oggi, finalmente, sappiamo da dove veniamo, chi è l’autrice del nostro universo e come ci siamo evoluti e le sette principali basi lungo il percorso di questo fenomeno cosmico.
A questo punto devo dire alcune cose. La prima è che io sono un apolide, la seconda che non ho né dogmi, né assoluti né ideologie e che non sono mai appartenuto a un partito. Mi piace però, e anche tanto, conoscere la realtà del mondo bella o brutta che sia, ma la “realtà”. Un’altra cosa che ci tengo a dire è che colui o colei che imparerà queste sette realtà cosmiche, si approprierà d’una conoscenza immortale, che non morirà mai, sarà eterna, e cioè una conoscenza virtuale, in potenza, realistica. Realistica nel senso che noi sappiamo che anche se non ci siamo per vedere le cose accadere, queste in realtà accadono e accadono come le pensiamo che accadono. Come le stagione si susseguono una dopo l’altra fino a quando il sole resterà quello che conosciamo oggi, così i cicli cosmici si susseguiranno uno dopo l’altro per l’eternità: ecco cosa intendo per immortalità virtuale.
Dopo questo schizzo sulla nascita dell’universo e della vita, vorrei dire ancora un paio di cose non meno importanti, spero, di quelle che ho detto fino adesso.
La prima. La vita e l’universo hanno un’essenza metafisica. Questa loro base è inconoscibile, va al di là della fisica. Ma la loro comprensibilità, anche se la scoprissimo e la toccassimo con mano, non ci porterebbe da nessuna parte, perché rimarrà seppellita nel mondo del nulla del nulla.
La seconda cosa che vorrei chiarire, e l’ho già accennata questa idea, è che l’universo, e so che la parola che sto per dire non vi piace, ma devo dirla perché è l’unica che lo descrive realisticamente: l’universo non ha uno scopo, un senso, un significato, è solo un insieme di fenomeni buttati lì nello spazio senza un “ma” e senza un “perché”. L’universo, se volessimo utilizzare una parola aderente alla sua natura, questa parola sarebbe la seguente: l’universo è un’assurdità unica insieme a tutto ciò che lo compone e questo dal suo inizio alla sua fine. Solo le specie intelligenti scopriranno questa sua assurdità; solo loro, volendo, possono dare un senso alla loro vita e al signore che li ospita.
Non c’è altro da dire riguardo all’universo e alla vita. Abbiamo detto tutto ciò che è importante di sapere su questi due fenomeni, l’universo e la vita e in modo semplicissimo. In ogni modo, comunque voi la pensiate dopo aver letto questo scritto, non sprecate questo appuntamento con la vita, perché il fenomeno che noi chiamiamo “vita”, e possiamo dirlo a voce alta, almeno per noi, è il più importante e il più bello in assoluto di tutto l’universo. Non per nulla ogni uomo che nasce è un vero dio che nasce e un vero dio che muore.Finisco dicendo che se qualcuno, fra tutti gli Einstein, gli scienziati, i sapienti, i filosofi e la gente creativa, geniale e comune del mondo ha una versione dell’inizio dell’universo e della vita migliore della mia, si faccia avanti, la dica, la dimostri. Se non c’è nessuno che ce l’abbia, allora dobbiamo iniziare a riscrivere la storia della cosmologia. Basta con tutto il nonsenso e le volgarità che insegniamo ai nostri figli nelle scuole, nei collegi e nelle università, è ora di cambiare musica!
Detto questo, se l’articolo l’avete trovato interessante, passate parola, inviatelo a chi volete, anche a riviste e giornali, ovviamente lasciando il mio nome e il mio copyright, grazie!
Mi soddisfa quasi per intero. È come se mancasse un qualcosa che mi liberi del tutto una volta per tutte…è come se mancasse quel qualcosa che faccia scomparire ogni costrizione, barriera, che mi faccia sentire finalmente e completamente libero…insomma quel qualcosa che”mi faccia percepire come una esplosione dentro di me.
Lo troverà, signor Rino Zarrelli, questo “qualcosa che mi liberi del tutto una volta per tutte…”. Abbia fiducia in se stesso e vedrà che il suo cervello non la deluderà; abbia anche un po’ di pazienza perché certe esperienze intellettuali a volte si prendono il loro tempo. Auguri!
La teoria è interessante, senza dubbio, e sono d’accordo anche con una pre-esistenza al big-bang. Quello che, invece, lascio sul piatto delle probabilità ma che non è così “pesante” è la definizione di nulla. Voglio dire, potrebbe anche darsi che ci siano, e ci sono stati, altri universi che interagiscono, e interagivano, con il l’universo che noi conosciamo in qualche modo che ancora non sappiamo, dando così il LA alla prima particella del “nostro” universo.
Oppure che era il nulla e in questo nulla, per qualche motivo, si sono messe in moto delle forze/una forza/una reazione che hanno portato alla formazione di quella prima particella.