L’universo nel taschino
Un brevissimo annuncio
Ho diluito 4 paginette scritte sull’ “universo nel taschino” in 10 post. Spero, se le forze me lo permettono, di pubblicarle su Facebook in questo modo: un giorno un post in italiano e un giorno un post in inglese.
In questi 10 post vorrei abbozzare la storia dell’universo dalle sue origini alla sua fine. La conoscenza delle nostre origini, da quando l’uomo ha preso coscienza della sua vita, non ha mai smesso di cercarle. Si sono impegnate, lungo la storia, le migliori teste, si sono dette e scritte di cotte e di crude a questo riguardo, si sono fatti bagni di sangue combattendo per questa e per quella origine e, ancora oggi, questa idea semina morti e confusioni mentali in ogni angolo della Terra.
Non so come dirlo senza essere preso per un folle o per un arrogante, ma so che noi, noi della specie homo, non possiamo vivere in un mondo che non conosciamo, non tranquillamente, comunque. Questo lo so. Il mio sforzo è un lavoro che la vecchia scienza non poteva fare e non può fare, ma, in un modo o in un altro, andava fatto. L’ho fatto io.
L’universo nel taschino
Einstein pubblicava, nel 1905, i suoi famosi articoli sulla rivista scientifica ‘Annalen der Physik’ dove solo pochi scienziati e con fatica riuscivano a capirci qualcosa; io pubblico i miei articoli sul Web, su Facebook, su Twitter e chiunque, data la loro semplicità e realtà, può leggerli e capirli nel mondo intero”.
La mia intenzione, su ciò che sto per dire, è di rendere il mio concetto di universo facile da capire. Partirei descrivendolo in chiave evoluzionistica. Non in chiave biologica come quella darwiniana, ma in chiave fisica iniziando dal Nulla del Nulla, poi con la prima particella, poi con tutte le altre metamorfosi che hanno preso luogo lungo la sua evoluzione fino al Big Bang e, in seguito, con la prima stella, la prima galassia, la prima supernova, il Sistema Solare, la Terra, i mari, la vita, le specie e, infine, la specie umana. In fondo in fondo, noi siamo ciò che pensiamo e ciò che pensiamo non è nostro, appartiene all’universo che ha creato gli elementi necessari per esserci.
In poche parole, siamo un universo in miniatura, un universo fisico, cosciente, umano. Tutti gli elementi che formano il nostro corpo, si trovano nell’universo. E cosa vuol dire questo? Vuol dire che lo possiamo capire come capiamo nostra madre: veniamo al mondo dalle sue viscere.
Pensate, con la nostra mente, milioni e milioni di volte più veloce della luce, noi possiamo, nel giro di qualche secondo, viaggiare fino al Big Bang, fino alla prima particella e fino al Nulla del Nulla. Perché? Perché le nostre radici si trovano lì e noi rimaniamo in contatto con tutto quello che ci ha proceduto nella vita astratta, fisica e biologica.
In poche parole, il signore universo, è solo un po’ più grande di noi fisicamente, tutto qui
La teoria del “Caso e della Necessità” di Jacques Monod, che si sposa perfettamente con la teoria evoluzionistica darwiniana, potrebbe essere applicata anche alla teoria dell’universo partendo dal Nulla del Nulla e arrivando a noi. Qui, però, in questa teoria, non sono le specie biologiche che arrivano sullo schermo terrestre per Caso e si affermano per Necessità, qui abbiamo a che fare coi fenomeni fisici che si realizzano nell’universo per Caso e si affermano per Necessità partendo dalla loro relativa massa.
La mia teoria sull’evoluzione dell’universo non può essere falsificata. Qui io richiamo il concetto di Karl Popper: una teoria, per essere vera, dovrebbe poter essere falsificata. La mia non può esserlo. Per falsificarla bisognerebbe dimostrare che al Nulla del Nulla si oppone un altro concetto come il Tutto del Tutto, solo questo potrebbe falsificarla, ma fino a quando non troviamo che all’inizio c’era il Tutto del Tutto, non possiamo falsificarla e, quindi, rimarrà una scienza a tutti gli effetti, proprio come fino a quando non si troverà il corvo bianco, il concetto di corvo nero rimarrà tale. Certo, uno potrebbe sempre dire: “Prima c’era l’universo precedente, quindi, il Tutto del Tutto”. Bene, allora un altro potrebbe dire anche: “Prima del corvo nero c’era il corvo bianco”, e così via. Non si finirebbe mai.
Nella teoria di Darwin sono il caso e la necessità a guidare le specie vincenti; nella teoria del Big Bang i fenomeni fisici sparsi nell’universo nato dal Big Bang. Nella mia teoria dell’inizio dell’universo, inoltre, partendo dal Nulla del Nulla e arrivando al Big Bang, è tutto un ragionamento astratto, logico e lo si può solo smentire con un altro ragionamento astratto, logico e più veritiero del mio. Prima del Big Bang, però, non c’è posto per la scienza per come la conosciamo oggi. È un mondo chiuso ermeticamente. Per entrarci, prima bisogna avere una buona conoscenza dell’universo nato dal Big Bang e poi, e solo poi, con l’induzione, la deduzione, la ragione, la scienza astratta ma in realtà concreta hanno l’ingresso libero nel mondo nato dalla prima particella fino all’evento del Big Bang. Chi è privo di queste prerogative, resterà fuori.
E poi, la possiamo mettere anche così, chi mai potrebbe andare oltre il Big Bang e in seguito fino al Nulla del Nulla? Les chances di falsificare il concetto del Nulla del Nulla, sia logicamente che scientificamente, sono quasi inesistenti. Si possono falsificare, non in chiave popperiana, ma in chiave volgare, dal primo all’ultimo concetto mitologico, ma non si può falsificare il Nulla del Nulla. Questo si può considerare in buone mani e considerarlo anche l’indispensabile base dell’universo.
L’articolo che state leggendo, è diviso in 10 post. Con questo secondo articolo io do all’intera umanità, e non vorrei sembrare arrogante!, l’inizio e la fine dell’universo, non fantasticamente, non mitologicamente, non per come i manuali della scienza, gli scienziati, lo descrivono e neppure per come i mangia numeri ed equazioni, i matematici, lo vogliono (non è nella mia intenzione di offendere questi signori, ma lascio a loro l’interpretazione che vogliono dare alle mie parole), ma l’inizio dell’universo per come è avvenuto. La vita del genere umano e di ogni altra specie sulla Terra e nel Grande Tutto, si gioca su questo panorama, altri ci sono ma non esistono.
Un’idea, per essere valida, deve partire da qualche parte. Io parto dal nulla del nulla, che è, in effetti, proprio esso che ha dato il via alla vita di tutti i fenomeni dell’universo, e questa è un’ottima idea di base per iniziare la nostra discussione.
Il nulla del nulla, dunque, è l’inizio dell’universo. Una base metafisica, ma questa base metafisica è inevitabile per sostenere e comprendere la realtà che ci circonda. Non ci sono altre storie qui, questa è la storia, la storia del nostro universo. Prima non c’era niente, un vuoto e basta. Come potrei descrivere questo vuoto? Può essere visto da tutti i suoi lati come uno spazio immenso e infinito, oppure piccolo come la punta di uno spillo. Questa punta, col passare del tempo, si trasforma, casualmente, ma si trasforma in una particella e il vuoto non è più vuoto. Qualcosa ora lo abita. Questa prima particella, come le cellule del DNA e i geni che si raddoppiano, anch’essa si raddoppia e si trasforma costantemente. Alcuni dicono in stringhe, altri in quanti, altri in quark e altri ancora in protoni, neutroni, atomi. Nel frattempo sono trascorsi miliardi e miliardi di anni dal suo inizio e il vuoto si è riempito e si è talmente riempito da creare il materiale adatto e sufficiente per produrre una reazione nucleare e, infine, generare il big bang. Questo, in un lampo, ha riempito una parte del vuoto di materia, e di questa materia oggi è pieno di ciò che noi chiamiamo pianeti, stelle, galassie, buchi neri, buchi bianchi e materia oscura. Voilà la base, l’inizio, la nascita e l’evoluzione dell’universo. Certo, ci sono altre versioni dell’inizio dell’universo, ma non sono scientificamente e filosoficamente convincenti, tanto meno razionalmente, possono essere viste solo come roba inventata da un cervello ancora rozzo e mitologico.
Il nulla del nulla, dunque? Nessuno può impedirci di vederlo come qualcosa e, di fatto, qualcosa è: è il nulla del nulla! Questo fenomeno concettuale viene prima di qualsiasi altro. Senza di esso non sarebbe esistito nulla, nulla di nulla. Il “Tutto” e il “Nulla” si annidano nel “nulla del nulla”. Il Tutto e il Nulla sono la nostra vera prima e ultima realtà. Siamo il Tutto e il Nulla in questo senso: una volta siamo trasformati dal nulla al tutto e un’altra dal tutto al nulla. Se abbiamo un corpo, una testa, un cervello, un pensiero, lo dobbiamo a loro: al Tutto e al Nulla. Senza di essi, nessun universo, nessun sistema solare, nessuna terra, nessuna specie e di nessun tipo. Il Tutto e il Nulla e con la T e la N maiuscole, quindi, sono il nostro essere, il nostro corpo e il nostro modo di pensare e anche la Teoria del Tutto per quelli che ne hanno bisogno di essa.
Il mio obiettivo, in questo brevissimo saggio diviso in 10 post, è di realizzare quest’opera, ovvero conquistare lo spirito e il cuore del fenomeno dei fenomeni: l’Universo nella sua Totalità. Come? Lo sto dimostrando come post dopo post.
Voglio conoscere la realtà di questa massa di oggetti lanciati ovunque nello spazio. Questo è tutto ciò che voglio conoscere. L’ho sempre voluto. Forse, per realizzare un’opera del genere, ci vuole un tocco di follia, di quel fenomeno che ci spinge senza tregua verso l’abisso più profondo dello spazio e della conoscenza. Questa, infatti, ha qualcosa in comune con la prima particella, le due si completano a vicenda: nessuna particella, nessuna conoscenza e viceversa. Così, quando ci si spinge nell’abisso infinito della materia e del nulla del nulla, tutti i mezzi del sapere si uniscono in un unico punto: rendere trasparente l’universo con un’illuminazione cosmica racchiusa in un’unica scintilla e noi, creature coscienti di noi stessi e di ciò che ci circonda, siamo questa scintilla che illumina e vede tutto. Poesia, allucinazioni, follia, direte voi. No, rispondo io, Scienza con la S maiuscola.
Iniziamo ora questo viaggio cosmico in un modo più vicino a noi e iniziamo con le nostre radici mitologiche e storiche, in questo modo:
1 Possiamo considerare il dio egizio Atum, una specie di serpente che viveva sottoterra, come il creatore del mondo?
No.
2 Possiamo considerare il dio dei Maya, Itzamà, il creatore del sole e dell’agricoltura?
No.
3 Possiamo considerare il dio indù, cioè Brahma, il creatore di tutti i mondi?
No.
4 Possiamo dire che Karma e Nirvana siano concetti artificiali e che non abbiano nulla a che fare con la realtà fisica del mondo?
Sì, possiamo.
5 Possiamo considerare la mucca mitologica scandinava come la creatrice del mondo?
No.
6 Possiamo vedere gli dei greci – Zeus, Apollo, Dioniso – come creatori del mondo?
No.
7 Possiamo vedere il dio cristiano, colui che ha creato il mondo in 7 giorni alcuni millenni fa, come il creatore del mondo?
No.
8 Possiamo essere d’accordo con la teoria secondo la quale l’intero universo è stato creato solo e solo per la specie umana e che l’universo sia stazionario, com’è sostenuto dai famosi astronomi britannici Hermann Bondi, Thomas Gold e Fred Hoyle?
Per nulla.
9 Possiamo vedere il Big Bang, com’è visto e rappresentato dai fisici e dagli astronomi oggi, come l’inizio dell’universo?
No.
10 Possiamo vedere il nulla del nulla, cioè un vuoto infinito, come la base dell’universo, un universo che ha sempre fluttuato e fluttuerà lungo tutta la sua esistenza circondato dal vuoto?
Sì, possiamo.
11 Possiamo vedere la prima particella sorta dal nulla del nulla per caso, spontaneamente, come l’inizio dell’universo?
Sì, possiamo.
12 Possiamo vedere questa prima particella duplicarsi e moltiplicarsi infinite volte e contemporaneamente creare materia e fenomeni sempre più grandi, diversi e particolari per raggiungere, alla fine, una fusione nucleare e innescare il Big Bang?
Sì, possiamo.
13 Possiamo pensare che l’universo in cui viviamo sia l’ultimo d’una catena di universi o unicamente il primo e l’ultimo?
Sì, possiamo.
14 Possiamo considerare gli alieni come creature nate su un altro pianeta dell’universo?
Sì, possiamo.
15 Possiamo vedere tutto ciò che l’uomo ha creato sulla Terra come artificiale?
Sì, possiamo.
16 Si può sostenere che tutta la realtà materiale sia il prodotto del contingente?
Sì, possiamo.
17 Possiamo dire che tutto ciò che è sorto dal nulla del nulla è privo di genitori e senza senso e tutto ciò che è stato creato dall’uomo è artefatto e che in termini naturali non ha un significato?
Sì, possiamo.
18 Possiamo vedere, volendo, il nulla del nulla come il vero padre dell’universo?
Sì, possiamo.
19 Che tipo di universo è il nostro?
Tutti ne parlano e, in realtà, nessuno lo sa.
20 Questa ventesima domanda, la domanda che tipo di universo è il nostro, non ha risposta, perché ogni risposta data è una risposta umana, quindi inventata. Il vero nome dell’universo è l’Innominabile e noi siamo i suoi figli. Giusto?
Giusto.
21 Cosa pensare, a questo proposito, dell’universo?
Dopo tutto quello che abbiamo detto, ognuno pensi pure quel che vuole al riguardo.
22 Dobbiamo accettare l’universo così com’è?
Non abbiamo scelta, dobbiamo.
23 Proprio così com’è?
Sì, proprio così com’è, e cercare di trarne il meglio di noi stessi e dell’universo.
Qui, in questo lavoro sulla base, la nascita e l’evoluzione dell’universo, c’è, al centro, una visione del “Tutto” visto prima mitologicamente, poi più realisticamente e poi scientificamente. La mia scienza è una scienza reale e poetica dell’universo, basata su una concezione umanistica. Certo, ha poco a che fare con la vecchia scienza, ma questo non significa che non sia una scienza.
Io non faccio guerra alla conoscenza oggettiva, anche se qualcuno potrebbe interpretarli in questo modo i miei post. Comunque, come potrei nutrire questo sentimento se amo la conoscenza più di ogni altra cosa al mondo e, quindi, la scienza? Il mio modo di fare scienza è che non sono d’accordo col modo di fare scienza degli scienziati di regimi. La loro è una scienza frammentata, manca d’una visione dell’insieme, e lasciamo perdere, per ora, la Teoria del Tutto. Per me solo l’uomo ha un senso metafisico e fisico in tutto il cosmo: e lui, per quello che ne sappiamo, è il suo unico portavoce.
E non solo. Ho spesso l’impressione, leggendo libri di scienza, che i loro autori abbiano creato un mondo, come ha fatto prima di loro la religione, di leggi e regole che non consentono agli altri di avere una visione diversa dalla loro. Preti e scienziati sono fondamentalmente di parte e, inoltre, schiavi del Sistema dominante.
James Owen Weatherall, tanto per dare qualche esempio, scrive nel suo libro “La fisica del nulla, la strana storia dello spazio vuoto”: ‘La fisica moderna ci dice che nulla, come di solito lo immaginiamo, è impossibile. Lo spazio vuoto, almeno secondo una delle possibili concezioni, è escluso dalle leggi della fisica’, p. 16, Boringhieri 2017.
Mi sento di dire a questo signor scrittore: “Ma la fisica, caro lei, al tempo del vuoto, non esisteva. Quindi, o esisteva lo spazio vuoto o esisteva la fisica, ma non entrambi contemporaneamente, non all’inizio del nulla del nulla. E allora?”
C’è, ovviamente, un’altra versione per capire la mente di questo signor scienziato. Forse voleva farci capire che c’era, prima di tutto, addirittura prima del nulla del nulla, un Designo Intelligente!
La fisica, e diciamolo pure, è la materia per eccellenza di tutte le materie e idee, ed essendo tale, e diciamo anche questo, il suo percorso e il suo studio sono e saranno sempre messi in discussione. Invece, una visione fisica, poetica e filosofica, che conosce ed è consapevole della storia e dell’evoluzione dell’universo, potrebbe darci, a noi umani, un forte senso di appartenenza. La scienza, come la usano gli scienziati, manca di una visione totale dell’universo. Lo vede a pezzetti e in modo mistico, come lo vedo il prof James Owen Weatherall.
Certo, c’è la Teoria del Tutto. Questa teoria cerca di spiegare l’intero universo, ma come? Con numeri ed equazioni, proprio come fanno i dueprofessori, John Henry Schwarz del California Institute of Technology e il professor Michael Boris Green della Cambridge University, che parlano di numeri magici, divini e sostengono che due numeri, il 496 e un altro 496 ( 4+(-4)=0, 9+(-9)=0, 6+(-6)=0 o qualsiasi altra cosa vogliano dire ) descrivono con esattezza il mondo che si trova a trilioni e quadrilioni di chilometri lontano da noi!
Due riflessioni. La prima. I numeri e le equazioni sono invenzioni, e l’universo non è un’invenzione, è una realtà concreta. La seconda riflessione. Una società a livello realmente scientifico, non permetterebbe mai e poi mai a questi due signori su accennati di insegnare.
Finisco questo breve saggio, “L’universo nel taschino”, accennando la differenza che esiste tra “manualità scientifica” e “Scienza” con la S maiuscola. La prima ha un padrone motivato. Dipende totalmente dal potere e dalle istituzioni dominanti, quindi dalle fabbriche della mente e queste, a loro volta, appartengono a quelli che governano il mondo; la seconda, la “Scienza” co la S maiuscola, nonostante tutte le difficoltà di cui è seminata la sua strada, l’amore e la passione che nutrono i protagonisti, quelli che la creano e la sostengono, la rendono libera da ogni prigione mentale e da ogni altra bigotteria.
La “manualità scientifica”, dunque, non ci dà qualcosa di simile nei suoi insegnamenti, ma solo briciole di conoscenza e spesso con tanti punti interrogativi. La “specie homo” (l’umanità) merita di più. Dobbiamo, noi che apparteniamo e rispettiamo questa specie, dobbiamo ampliare la nostra visione del Cosmo, non possiamo vivere e morire solo di filosofie strampalate, di mitologie decrepite, manipolati e di politiche barbare e sfruttatrici. Il dovere d’una cultura degna di questo nome è di darci una vita piena, sana, bella, tenendo conto che, i “piccoli uomini” del pianeta Terra, non sono poi tutti così piccoli. Sono, almeno quelli che riescono a farsi strada fra tante difficoltà e sacrifici, dei GIGANTI e degli IMMORTALI!