Ma guarda chi si lamenta: i blogger!
Considerando la crisi in cui viviamo, devono ritenersi ancora fortunati, anzi fortunatissimi, di ricevere offerte di lavoro, offerte, dopo tutto, straordinarie. Pensate che ad un blogger, se volesse lavorare, gli si offre addirittura la somma, la fantastica somma di 20 euro al mese per scrivere solo e solo 40 articoli al mese! Sono un fracco di soldi coi tempi che corrono. Conosco persone, persone con tanto di laurea che, per guadagnare 20 euro al mese, devono pulire 40 fogne tutte piene di merda. Ma scherziamo!
E comunque it’s a joke. Sì, è uno sceherzo. Su dai! L’articolista ci vuole prendere tutti per i fondelli. E anche se non fosse così? Se non fosse a joke, cosa c’è di strano? Cosa c’è tanto da meravigliarsi? Perché fare tanto chiasso su Internet? Con tutto quello che sentiamo, vediamo, sperimentiamo, capiamo, abbuffiamo, sopportiamo giorno dopo giorno, cos’altro dovrebbe stupirci, allarmarci? Che a un blogger, a un borghesuccio romantico bohémien intellettualoide e scapigliato, vengono offerti 20 euro al mese per 40 articoli? Su, dai!
E poi si sa. All the world knows. Where’s then the problem? Lo sfruttamento, l’insulto, l’affronto, la bestialità, il cinismo, lo stupro, l’indifferenza, il crimine diretto e indiretto, sono sempre stati gli arnesi di lavoro dei parassiti, e allora? Forse fino a qualche anno addietro c’era cibo abbastanza e questi metodi erano coperti di grasso, adesso il grasso sta venendo meno e i metodi in uso si vedono più facilmente. Era ora, era ora che toccassero anche i piccoli borghesucci!
No no no, non c’è più limite, ecco tutto. E anche questo si sa. Quello però che non si sa, o si finge di non volerlo sapere, è che si è ormai raggiunto un punto in cui l’etica, la dignità, il decoro, l’umanità, la morale, il bene, la sensibilità, sono diventati dei concetti dinosaureschi, cose fuori uso. Déjà vu. Oggi, nel 2011, e diciamocelo tutto in una volta, se si vuole combinare qualcosa, cioè spiegamoci meglio, se si vuole cambiare musica, orchestra, direttori, si devono disturbare le basi dell’edificio, perché le fondamenta su cui le strutture della società attuale poggiano, sono rotten, marce e la roba marcia, fino a quando non la si elimina, creerà altra roba marcia.
Buon lavoro, e con un sorriso!
A stronzo io sono figlio di contadini e sono pronto a prenderti a schiaffi in faccia, non ti rendi conto che sei il più radical chic di tutti.
I piccoli borghesucci (avrei da ridire sulla forma ma mi soffermo sul senso) non sono di certo gli scrittori, i blogger, i lavoratori (e certo!) ma sono piuttosto quelli che non attribuiscono dignità’ e riconoscimento al lavoro, anche al lavoro intellettuale.
Per Luca, sono sicuro che la forma utilizzata da Francis sia volutamente provocatoria, prova a prendere il toro per le corna mettendo in risalto altre cose, non meno importanti, su cui la gente, di solito, si scandalizza di meno..
Per Brigida, hai colto in pieno il senso !
Allora non ci siamo proprio capiti, Luca. Succede. Non ho nulla contro i blogger, tutt’altro. Mi sento profondamente solidale con loro. Il problema dei blogger è un problema generale, internazionale, globa-le e riguarda, non soltanto i blogger, ma tutti i lavoratori e di ogni parte e tipo della terra. Solo che un problema del genere può essere risolto con una “presa di coscienza sociale”, con un “fare” piuttosto che chattare e, quindi, cambiare, cercare di cambiare, radicalmente, le basi della società in cui viviamo, una società marcia, cadaverica e comunque sempre sfruttatrice e bestiale!
Il problema, dunque, è altrove ed è quello che ho cercato di dire nel mio articolo sul blog usando uno stile un po’ provocatorio. Se tu l’hai inteso diversamente, la colpa, sia chiaro, non è tua ma mia perché non ho saputo esprimermi meglio. Scusa.
Cara Brigida, i “miei borghesucci” non sono i borghesucci di cui parli tu, a me i “miei borghesucci” piacciono e mi piacciono perché, diversamente dai tuoi, hanno voglia di lavorare. Di più. Hanno dignità, fiuto e sono, soprattutto, degli esseri umani, degli esseri umani che qualcuno sta cercando di privare di questa “umanità”. Quando ad uno gli si propone “20 euro al mese” per 40 articoli, allora è tutto detto!
E va beh, il mio articolo sul blog non è stato compreso. Vuol dire che dovrò seguire più da vicino la lezione di Charles Dickens in Hard Times (Tempi difficili).
Il protagonista, Thomas Gradgrind, un utilitarista, si esprime così: “Ora quello che voglio sono i Fatti. A questi ragazzi e ragazze insegnate soltanto Fatti. Solo i Fatti servono nella vita. Non piantate altro e sradicate tutto il resto. Solo con i fatti si plasma la mente di un animale dotato di ragione; nient’altro gli tornerà mai utile. Con questo principio educo i miei figli e con questo principio educo questi ragazzi. Attenetevi ai Fatti, signore!”
Farò anch’io così, come Thomas Gradgrind: non ironia, non sarcasmo, non provocazione, non satira, ma solo “fatti”.
Buona serata.