Nel cuore del nulla *
Dobbiamo adattarci a un mondo per quello che non è o per quello che realmente è? Io direi per quello che realmente è, ed è proprio di questo che ora vi parlerò.
Quindi, è giunta l’ora che ci diciamo tutto l’importante in una sola volta su questo argomento, invece di girarci intorno.
Partiamo dall’inizio, dal nulla del nulla, e cioè da zero materia e da un vuoto infinito e assoluto: ecco l’inizio del nostro universo. Poi viene la prima particella, la prima scintilla, la prima materia; poi dall’ammasso fisico che via via si è andato a creare tra la prima particella e il Big Bang, durato miliardi e miliardi di anni, ecco il momento del Big Bang, e da questo fino a noi, fino alla specie homo. L’universo in cui viviamo oggi non si espande più. Le stelle si vanno spegnendo e le galassie spariscono nel grande tutto. I fenomeni e la gravità si riducono, divengono inesistenti e siamo di nuovo, teoricamente, al tempo del nulla del nulla.
Dunque, nasciamo dal nulla e ritorniamo nel nulla. Tutto quello che esiste nell’intero universo nasce dal nulla e ritorna nel nulla. Ha un senso il nulla? Dipende da come vogliamo vederlo. Diciamo che in termini umani no, in termini naturali sì.
Io non ho un senso in questo mondo, ho solo il senso che do io personalmente alla mia vita giorno dopo giorno e non altro. I filosofi, e di tutti i tempi, a questo riguardo hanno solo chiacchierato. E in ogni modo, quale altro senso potrei avere se nasco da un nulla, quello che mi dà la vita, e poi finisco in un altro nulla, quello che la prende? Nessuno. Il nonsenso domina l’intero Universo. Solo noi diamo un senso sia a esso che a noi stessi.
Questo è l’universo in cui viviamo. Non c’è un altro. E cosa vuol dire? Vuol dire che noi abitiamo su una roccia chiamata pianeta Terra e questa, a sua volta, è alla mercé del sistema solare e di tutti gli altri fenomeni che ciecamente si muovono nel cosmo.
Tra il nulla del nulla e l’universo in cui noi ci troviamo, non c’è differenza, e dato che alla fine tutto si spegne nel nulla del nulla, quindi noi non siamo altro che polvere in questo così fatto mondo. Questa consapevolezza la dobbiamo alla nostra coscienza e conoscenza.
Il mondo in cui noi oggi viviamo è falso, è zeppo di arroganza, di menzogne, di cretinerie, d’ignoranza e tutto questo è legalizzato e istituzionalizzato. Viviamo ormai con la consapevolezza che non possiamo aprire bocca senza prenderci in giro l’un con l’altro. La falsità e la cecità dominano. Raccontarci frottole è diventato il nostro passatempo preferito, il nostro pane quotidiano. Figuratevi, ci andiamo persino a scuola, in collegi, in fabbriche mentali (le vecchie università) e nei luoghi mitologici per riempirci il cervello, appunto, di fandonie. Il mondo è diventato una favola violenta e volgare.
Stando così le cose, ribellarsi a questo spietato e grottesco vivere, dovrebbe essere una viva presa di coscienza e un dovere per ogni essere pensante, ma le cose si svolgono proprio così?
*Questo articolo è dedicato a tutti coloro che vogliono conoscere la realtà del nostro universo per com’è e non per come si vuole che sia.