Nerone brucia Roma; Berlusconi affonda l’Italia

C’è qualcosa che unisce i due personaggi? Più di una. Nerone era ambizioso e assetato di popolarità, così Berlusconi; Nerone si spacciava per cantante e musicista, così il Cavaliere; Nerone era un assolutista, così il Premier; Nerone si sbarazzò della moglie Ottavia per sposare Poppea, il boss di Arcore si separò da Veronica per dedicarsi al bunga bunga; Nerone incendiò Roma, il presidente del consiglio sta bruciando l’Italia; Nerone costruì la fastosa reggia Domus Aurea, il nostro leader la sua lussuosa villa in Costa Smeralda; sotto il regno di Nerone il malcontento e le rivolte scoppiarono ovunque nei possedimenti romani, nell’Italia di Berlusconi basta solo una scintilla per farla andare in fiamme; Nerone ormai solo e isolato si fa uccidere da Epafrodito, e il Cavaliere?

La storia dunque si ripete. Ormai questo detto lo conoscono cani e porci. Nerone bruciò Roma; Berlusconi affonderà l’Italia. Conscio o inconscio, direbbe un freudiano, è quello che il nostro duce attuale ha sempre desiderato. La sua politica è così ovvia da far rizzare i capelli anche a una strega calva. Infatti, il suo disfare lo vedono tutti, lo capiscono tutti, lo intuiscono tutti e, nonostante ciò, guarda caso, nessuno dice una parola che non sia solo retorica.

Ogni giorno che passa “Il Paese delle meraviglie”, e questo da quando il Cavaliere è andato al potere, si vede sempre più assottigliato, sempre più mal ridotto, sempre più in ginocchio. Fosse solo questo. Si vede anche più deriso, più confuso, più impotente, più disoccupato, più morto di fame, più che mai nelle mani di speculatori senza anima e senza coscienza. In breve, più alla mercé d’un futuro da capestro!

È paradossale vedere tutti quei capocchioni, genioni, talentoni, politiconi, veteranoni, teste di cuoione che stanno attorno al boss di Arcore dire sempre “Sissignore!” quando lui scoreggia, e il boss di Arcore non sa fare che questo: scoreggiare. Lo fa anche ad arte. Tutti vanno matti per le sue scoregge. Great, isn’t it? Ma perché poi nessuno alza un dito? È possibile che siano tutti ipnotizzati mentre lui prosegue tranquillamente col suo piano demolitore? È possibile che siano tutti drogati dal grande mago, prestigiatore, guru? Insomma, ci dovrebbe pure essere una ragione per tutto questo orrore!

Calma, calma, amico lettore, non perdiamo anche noi le staffe. In queste circostanze ci vuole sangue freddo e botte sicure! Stavamo dicendo? Ah, sì, la ragione. La ragione è semplice, amico mio, credimi, molto semplice. La ragione per cui nessuno fa niente tra quelli che dovrebbero fare qualcosa è che nessuno di loro desidera mettere a rischio la sua poltrona e la sua vita da nababbo. Quindi tutto rimane nell’ordine delle cose anche quando il disordine regna ovunque.

Allora ci siamo capiti, grazie a Bogududù. Comunque, ai parassiti, anche dopo l’affondamento de “Il Paese delle meraviglie”, gli rimane tantissima grana da annegarci dentro per secoli. Loro, come sempre, in queste circostanze nere e drammatiche, si godono lo spettacolo. Capito ora come stanno le cose, lettore? Bene!

Vai Nerone! Vai Silvio! E tu, popolo, preparati!

 

 

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